Antigene carcino embrionario: cos’è e quando fare il test

L’antigene carcino embrionario si caratterizza per essere una glicoproteina (denominata più semplicemente CEA) della cui produzione se ne occupano in modo particolare le cellule fetali che si trovano all’interno del tratto digerente, ovvero quelle del fegato e del pancreas. La produzione dell’antigene carcino embrionario avviene nel corso dei primi sei mesi della gestazione: dopo che il bambino è nato tale attività si riduce in misura notevole.

Nelle persone adulte, le cellule del colon, del parenchima polmonare e del tessuto mammario (nel corso del periodo di allattamento) sono in grado di produrre il CEA. La presenza di CEA nel sangue degli adulti è notevolmente bassa, ma in tutti quei pazienti in cui è stato diagnosticato un cancro possono aumentare. La concentrazione di antigene carcino embrionario, nelle situazioni normali, continua a diminuire fino ad arrivare a concentrazioni estremamente ridotte.

Valori normali

L’antigene carcino embrionario è stato individuato nel lontano 1965 da parte di Gold e Freeman. I valori normali plasmatici del CEA si aggirano tra 0 a 2,5/3 ng/ml.

Test

Antigene carcino embrionario quando fare il test
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Nella maggior parte dei casi questo esame serve per tenere sotto controllo l’andamento dei tumori, ottenendo come risultato un indicatore delle dimensioni della massa tumorale. In altri casi viene considerato come un esame utile da fare nel momento in cui il paziente è risultato positivo ad un test di screening per il cancro, alla ricerca della conferma definitiva in merito alla presenza o meno del tumore all’interno del corpo.

Quando fare il test

Il test deve essere eseguito per tutti quei pazienti che soffrono di tumore al colon, al seno, al polmone, all’ovaio, al pancreas, alla parte midollare della tiroide e anche per altre tipologie di cancro. Non solo prima di far partire qualsiasi tipo di trattamento, visto che questo esame, quando i valori sono particolarmente elevati, deve essere eseguito in modo costante anche nel corso della terapia e una volta finita. Si tratta, in ogni caso di un esame che prevede il prelievo di sangue tradizionale dalla vena del braccio e non richiede alcun tipo di preparazione. Non ogni paziente che soffre di tumore deve eseguire questo test. Tale esame acquista un significato solo per certe tipologie di tumori, come ad esempi quello al colon.

Antigene carcino embrionario alto

Antigene carcino embrionario alto
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Le cause scatenanti di livelli piuttosto alti possono derivare certamente da tumori che vanno a colpire il colon o il retto, ma anche tante altre malattie che possono essere sia benigne che maligne. Tra le patologie benigne troviamo sicuramente la bronchite, la gastrite, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, gli itteri benigni, la pancreatite e la diverticolosi, nonché la cirrosi epatica. I valori possono risultare particolarmente elevati anche nel caso di notevole dipendenza dal fumo e dalle sigarette, così come nel caso di poliposi del colon.

Esame

Questo particolare test che riguarda il CEA si esegue per tenere sotto controllo l’efficacia del trattamento a cui vengono sottoposti pazienti che sono stati colpiti da cancro al colon, ma anche per capire quale possa essere la prognosi, così come per comprendere meglio la fase a cui è arrivato il tumore e la sua diffusione negli altri organi del corpo umano e, infine, quando questo test viene effettuato all’interno di un fluido corporeo si può comprendere se il tumore si sia esteso anche ad una cavità dell’organismo. Questo esame non è consigliato come screening per il cancro, visto che non ci sono solamente i tumori che causano un aumento del CEA.

Risultati esame

Nel momento in cui la presenza di CEA è prima alta e poi diminuisce fino a ritornare a valori normali, allora la terapia tumorale è stata efficace: quando, al contrario, tende ad aumentare in modo costante, allora siamo di fronte ad una recidiva del cancro. Le persone che presentano dei tumori con una notevole estensione e che, in ogni caso, combattono nei confronti del cancro da più tempo possono avere delle concentrazioni maggiori di CEA.

Nel momento in cui l’antigene carcino embrionario viene individuato all’interno di un fluido corporeo che non sia il sangue, allora il tumore potrebbe essersi diffuso anche in quella determinata parte dell’organismo. Giusto per fare un esempio, quando il CEA viene riscontrato nel liquido cerebrospinale, il paziente potrebbe essere stato colpito da una metastasi al sistema centrale nervoso.

Fonti e bibliografia

  • ISSALUTE, Istituto Superiore di Sanità.
  • Manuale di Chirurgia Generale. Davide F. D’Amico; Ed. Piccin; 2018
  • The carcinoembryonic antigen (CEA) family: structures, suggested functions and expression in normal and malignant tissues. StenHammarström; Ed. Elsevier;2000
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