Biancospino gocce, un rimedio naturale per l’ansia, l’insonnia e la pressione alta

Questi inoltre, favoriscono la dilatazione dei vasi sanguigni e di quelli coronarici, abbassando la pressione arteriosa. Per questo il suo impiego, risulta utile in casi di ipertensione arteriosa. Il biancospino gocce, agisce a livello del sistema nervoso centrale. Grazie a questo, riduce la pressione arteriosa, in casi di tensione emotiva, agitazione, ansia ed ipertensione da insonnia.

Con il biancospino si possono realizzare oltre alle gocce, ovvero l’estratto, la tintura madre, oppure gli infusi. In caso di biancospino gocce, la dose prevista è di 700 mg da somministrare secondo le modalità riportate sulla confezione, per circa un mese di tempo. Chi soffre di pressione bassa, si sconsiglia l’utilizzo del biancospino in tutte le sue versioni. In caso di dubbi sul consumo di tale prodotto, è buona norma consultare il proprio medico, oppure erborista di fiducia.

Utilizzi

In presenza di insonnia ed ansia, è sufficiente assumere 20 gocce di biancospino tintura madre, diluite in mezzo bicchiere di acqua per 2 o 3 volte al giorno. Se occorre, si può ripetere il ciclo per 2 mesi, ma con un mese di sospensione. Il biancospino in gocce, si può realizzare anche in casa, seguendo il ricettario che si trova su internet.

In caso di digestione lenta dovuta a stress ed ansia

In presenza di difficoltà della digestione, si possono assumere 30 gocce di biancospino, da somministrare 15 minuti prima dei pasti.

In caso di palpitazione ed eccitazione nervosa

In questo caso, si possono assumere sia le gocce di biancospino prima di andare a dormire per un quantitativo pari a 20 o 30 gocce, oppure si possono bere 2 o 3 tazze di infuso al giorno, da realizzare in base al ricettario. Si consiglia inoltre, di non superare le 2 settimane di consumo.

In caso di ipotensione

In presenza di ipotensione, assumere circa 30 gocce di biancospino tintura madre prima dei pasti per 3 settimane al mese. Per abbassare la pressione, sono molto validi anche gli estratti secchi di biancospino. In questo caso specifico, vi consigliamo di chiedere al medico o erborista di fiducia, il giusto dosaggio ed i tempi di somministrazione.

In caso di disturbi da menopausa, palpitazioni e cattiva digestione

Come sappiamo la menopausa comporta alle donne una serie di sintomi il più delle volte molto fastidiosi. Per contrastare tali disturbi, si possono assumere dopo i pasti, circa 30 gocce di biancospino, oppure si può bere il vino di questa pianta, preparato in base al ricettario.

Botanica

La pianta del biancospino, è un arbusto comune, che cresce in maniera spontanea nelle zone temperate dell’Europa, dell’Asia e dell’America. Anche nel nostro paese è presente, e viene molto spesso coltivata per i suoi benefici. Tale pianta, appartiene alla famiglia delle Rosacee, ed è caratterizzata da foglie che presentano lobi. I fiori del biancospino, nascono in primavera, e sono di colore bianco tendente al rosa, molto profumati.

Della pianta del biancospino, vengono utilizzati principalmente in erboristeria, sia i fiori che le foglie. Una volta essiccate queste parti della pianta, si ricavano i flanoidi ed i proantocianidoli. Nel primo caso, si parla di potenti antiossidanti che favoriscono l’eliminazione dei radicali liberi, prevenendo anche la formazione di patologie infiammatorie e cardiovascolari. Nel secondo caso invece, si hanno funzioni cardioprotettive, sedative ed antiradicalici.

Come coltivare la pianta

Il biancospino è una pianta che si adatta facilmente a diversi tipi di terreno. Il suolo che incentiva maggiormente il suo sviluppo, deve essere profondo, umido, e ricco di calcare. Per questo, vanno benissimo tutti i substrati argillosi e tendenzialmente pesanti, che invece potrebbero ostacolare la crescita ad altre piante. Il biancospino ama moltissimo la luce solare, ed in tale condizione, cresce in maniera più veloce oltre a riempirsi di fiori e nel periodo autunnale di bellissimi frutti. Tale arbusto si può coltivare anche in mezz’ombra, ma al contrario della crescita al sole, si vedranno più foglie, rispetto all’infiorescenza.

Una cosa importante è l’acqua, che non deve mancargli mai nella maniera più assoluta, specie se cresce in ambiente soleggiato. Per questo, sarà necessario intervenire con frequenza anche una volta la settimana. In caso di siccità, sarà necessario nutrirla di acqua con più frequenza, per evitare che la pianta giovane possa appassire nell’arco di poco tempo. Anche il substrato deve essere valutato attentamente. Se è ricco di calcare, ovvero ideale per il biancospino, sarà in grado di mantenere un grado di umidità più a lungo. Al contrario, se il substrato è sabbioso o sassoso, sarà necessario intervenire con l’acqua molto spesso, specie nella bella stagione estiva, prima della fioritura.

Verso la fine dell’autunno, sarà necessario coprire il piede del biancospino con abbondante stallatico sfarinato, oppure pellettato, aggiungendoci inoltre, qualche manciata di cornughia. Con questi ammendamenti, che penetreranno nel terreno, grazie alla pioggia ed alla neve, la pianta verrà nutrita. Quello che resta, durante la primavera, potrà essere inoltrato con una leggera zappettatura. In questo periodo, si potrà inoltre concimare la pianta con concime a lenta cessione, purché abbiano in maniera equilibrata i macro ne microelementi.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Anche i prodotti che si realizzano a partire dalle piante, possono essere sconsigliati in determinati casi, come nella gravidanza ad esempio o allattamento. In presenza di ipersensibilità ad uno, o più componenti presenti nel biancospino gocce, la somministrazione di tale prodotto è assolutamente sconsigliata. Prima della somministrazione dell’estratto di biancospino, consultare sempre il proprio medico di base. Se si stanno prendendo dei medicinali, è opportuno valutare le eventuali interazioni.

Se si soffre di pressione bassa, o se si stanno assumendo farmaci che possono abbassare la pressione sanguigna, è opportuno confrontarsi con il proprio medico specialista prima di assumere biancospino in gocce.

Bibliografia e credit

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