Fluorangiografia, un esame dell’occhio per capire se c’è corretto afflusso di sangue

Grazie a tale esame, il personale medico specializzato è in grado di valutare l’apporto sanguigno presente nelle strutture principali degli occhi, note come tonaca media e tonaca interna.

La Fluorangiografia vine molto utilizzata anche per la diagnosi di malattie oculari come la degenerazione maculare, il distacco della retina, la retinite pigmentosa e la retinopatia diabetica.

Anatomia dell’occhio

All’interno del bulbo oculare, ovvero dell’occhio, nella cavità orbitaria, sono presenti tre porzioni concentriche situate dall’esterno verso l’interno e sono:

  1. Tonaca esterna o fibrosa: in questa zona risiedono la cornea nella parte anteriore e la sclera in quella posteriore, e funge da attacco verso i muscoli estrinsechi presenti nel bulbo oculare.
  2. Tonaca media uvea: questa è una membrana costituita da tessuto connettivo ricchissimo di vasi sanguigni e pigmento. Essa si trova interposta tra la sclera e la retina ed ha il compito di fornire nutrimento in maniera diretta alla retina ed agli strati presenti in essa con cui avviene il contatto. La tonaca esterna comprende infine l’iride, il corpo ciliare e il coroide.
  3. Tonaca interna: la tonaca interna è costituita dalla retina, ovvero una pellicola trasparente caratterizzata da dieci strati di cellule nervose, ovvero neuroni, che hanno il compito di convertire la luce in un segnale elettrico individuabile dal nostro cervello. Le cellule nervose principali si occupano della funzione visiva, e questi sono i bastoncelli ed i coni che vengono anche chiamati fotorecettori.

Preparazione all’esame

Prima di effettuare una Fluorangiografia, il paziente deve:

  • Chiedere ad un famigliare oppure un amico o parente stretto, la disponibilità di accompagnarlo a casa una volta terminato l’esame. Durante il test, il medico oculista, inietta negli occhi del paziente le gocce oculari che servono per dilatazione delle pupille. Tale procedura innaturale, altera la vista ed è estremamente pericoloso guidare o compiere altre attività delicate per l’incolumità del paziente stesso o di altre persone. La dilatazione delle pupille può avere una durata anche di 12 ore.
  • Informare al medico oculista, gli eventuali trattamenti medici a cui è sottoposto compresi i farmaci da banco che non necessitano la prescrizione medica, e l’assunzione di integratori alimentari a base di erbe.
  • Informare al medico oculista la presenza di eventuali allergie a farmaci oppure a mezzi di contrasto, sedativi o antidolorifici.
  • Evitare l’utilizzo di lenti a contatto il giorno dell’esame, specialmente a coloro che ne fanno uso per correggere un difetto visivo.
  • Informare il medico oculista in presenza di patologia oculari come ad esempio il glaucoma, perché in questo caso specifico, la Fluorangiografia non è controindicata, ma è necessario sospendere il trattamento farmacologico per tale patologia nel giorno dell’esame.

Fluorangiografia: procedura

Prima dell’esame, il medico inietta nell’occhio del paziente le gocce oculari, che servono per dilatare la pupilla. Successivamente, una volta che le gocce hanno agito, la persona sotto esame deve posizionarsi di fronte ad uno strumento speciale dotato di supporto per mento e per la fronte.

Tale strumento è conosciuto con il nome di Retinografo, ed è diciamo così, una macchina fotografica che ha moltissime funzioni, tra cui la capacità di evidenziare nel dettaglio tutte le strutture interne presenti nell’occhio, in particolar modo la retina e zone circostanti. Una volta che il paziente si è posizionato correttamente, il medico iniziare a scattare una serie di fotografie preliminari, con lo scopo di verificare il funzionamento corretto dell’apparecchio.

Terminati gli scatti preventivi, ha inizio la vera e propria Fluorangiografia, che prevede:

  1. Iniezione nella vena del braccio del paziente del mezzo di contrasto delle capacità fluorescenti
  2. Attendere il tempo necessario al mezzo di contrasto di diffondersi anche verso i vasi sanguigni della retina e delle strutture annesse.
  3. Emissione da parte del retinografo di una luce ad infrarossi di colore blu. Che una volta colpiti i vasi sanguigni dell’occhio dove è in circolazione il mezzo di contrasto, stimola le capacità fluorescenti del liquido
  4. Captazione da parte della macchina della fluorescenza emessa mediante il mezzo di contrasto stimolata dalla luce blu infrarossa
  5. Costruzione mediante retinografo di immagini dove sono presenti le varie caratteristiche del flusso sanguigno, fluorescente grazie ai motivi di cui sopra, all’interno dei vasi oculari

Le immagini sono subito disponibili, e questo significa che il medico oculista, ha effettuato tale esame per evidenziare eventuali anomali già durante l’esecuzione della Fluorangiografia.

Fonti e bibliografie

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