Piante acidofile, come prendersene cura

Le più famose piante acidofile sono i rododendri, le azalee e le piante di erica. Le piante acidofile possono essere trattate meglio con terreni con un ph basso (bassa acidità). Il terriccio adatto per le piante acidofile è composto in base, tra gli altri, di torba nera congelata per una bassa acidità e un terreno leggermente umido. La torba nera congelata trattiene l’acqua più a lungo, attraverso di essa il terreno rimane umido e si asciuga meno velocemente. Inoltre, il terriccio per le piante acidofile contribuisce ad una struttura leggera e una ricca valore nutrizionale. Gli elementi di nutrizione principali sono sempre azoto, fosforo, potassio e oligo-elementi.

I periodi

In particolare il periodo in cui questo genere di piante richiede una cura maggiore per chi le ha scelte è la primavera. Infatti, le piante che prediligono un terreno di tipo acido, ovvero con un pH ad elevata acidità in questo periodo devono essere potate e di conseguenza queste piante dovranno essere concimate e poi, eventualmente, potate.

La potatura

Per quanto concerne le piante acidofile, in particolare, la potatura deve essere prevista nel mese di aprile, infatti è proprio l’inizio di aprile che è necessario nel dare il via a questo intervento che serve a garantire la vita della pianta. Bisogna intervenire subito dopo la fioritura e prima che inizino i primi germogli altrimenti si finirà per uccidere la pianta. La procedura di potatura avviene togliendo innanzitutto i rami secchi e quelli malati oppure che sono stati rovinati magari dalle intemperie poi successivamente si vanno a recidere i rami che magari danno un tocco sgangherato alla pianta e successivamente si prosegue nella chioma nelle parti dove è necessario dare una spuntatina.

Le piante acidofile hanno la vegetazione davvero molto fitta come ad esempio avviene nella pianta dell’azalea e quindi è importante mettere in campo una procedura di potatura che possa garantirne la sopravvivenza. Diversamente la pianta finirebbe per non avere più spazio di crescita in quanto comunque i rami vecchi o danneggiati, andrebbero a ostacolare la crescita di altre aree di piante.

Innaffiare le piante acidofile

Azalee
credit: stock.adobe.com/Marty Kropp

Non bisogna sottovalutare l’importanza del metodo di irrigazione delle piante acidofile, infatti, comunque, questo genere di piante ha bisogno di un irrigazione molto massiccia in quanto comunque non entra della fioritura e richiedono molta acqua. In particolare, nel periodo che va da primavera e fino quasi alla fine dell’estate, prevede che queste piante abbiano un terreno moderatamente umido. È importante però, quando si va ad innaffiare una pianta acidofila, che non restino dei ristagni idrici nel vaso perché potrebbero essere molto dannosi, facendo seccare di fatto la vostra pianta.

La concimatura

Per quanto invece concerne la concimatura, questo è il genere di pianta che in estate prevede un supplemento di nutrimento in quanto è necessario andare ad inserire dei nutrienti per queste piante che fino a giugno ma anche luglio, hanno bisogno di essere rinvigorite. Un’altra “pozione” potrebbe essere quella di concimare le piante invece nel periodo di aprile a ridosso quindi della potatura. Quando si sa che qual è il tipo di concime bisogna però prendere in considerazione o quale sia il tipo di pianta presa, ma soprattutto se è coltivata per terra, oppure in un vaso. Infatti per delle piante coltivate ad esempio in un campo aperto, è preferibile utilizzare un fertilizzante granulare mentre invece per quelle all’interno di un vaso è meglio la fertirrigazione.

Concime all’interno di un vaso

Le piante acidofile che vengono coltivati all’interno di un vaso hanno bisogno di un concime specifico che deve essere somministrato nel mese di aprile oppure nel mese di giugno e in alcuni casi in entrambi i mesi. È preferibile scegliere un prodotto liquido che contenga azoto fosforo e potassio ed è chiamato NPK. Le dosi devono essere di 8-4 e 3 oppure 8-4-5. Quando si usa questo genere di concime, diventa necessario magari scegliere un tipo di fertilizzante che abbia delle etichette specifiche, in modo tale da poter seguire alla lettera quello che viene scritto ed evitare qualunque tipo di errore.

Concime all’interno di un campo

Le piante acidofile che vengono coltivate in un terreno aperto devono essere coltivate in un modo specifico ed in particolare è bene che si scelga invece lo stesso tipo di prodotto NPK ovvero composto da azoto, fosforo e potassio ma che sia di tipo granulare e che abbia delle cose differenti ovvero di 10, 8-15 oppure 12, 4-8. Ci sono anche altre diverse opzioni in merito alle dosi questo dipende sempre dal tipo di terreno comunque avete a che fare ma in ogni caso è bene scegliere comunque un tipo di concime granulare che è arricchito di sostanze organiche importanti come la cornunghia o anche il guano.

I rischi

Le piante acidofile sono molto sensibili ad alcuni parassiti come ad esempio il Phytopitoftora Cinnamomi, responsabile di una forma di marciume all’interno del proprio colletto e delle stesse.

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