Pranoterapia: medicina alternativa che può guarire alcuni malanni

Nel nostro paese, da alcuni anni, per tutelare la qualità dei trattamenti, alcune associazioni di operatori, collaborano con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Con questa collaborazione, si cerca di definire i limiti e le competenze, e regolamentare la professione.

Proprio questo, non essendo la Pranoterapia, una terapia in senso medico, è stato proposto il termine Prano-Pratica e Pano-Tecnica. Attualmente la Prano-Pratica è regolamentata solo nella regione Toscana, come disciplina bionaturale. Questa pratica è molto differente dal Reiki. Nella Pranoterapia avviene un passaggio del prana dal corpo dell’operatore a quello del paziente, mentre nel Reiki, l’operatore è un mezzo per il presupposto passaggio del Rei.

Il Rei è una energia formante l’universo ed il paziente. La teoria che differenzia le due metodiche, è stata introdotta negli anni 80 dagli stessi operatori.

Pranoterapia

Tutta la teoria della cultura orientale, asserisce da sempre, che sia la Pranoterapia che tutte le altre pratiche, trasmettono energia proveniente dall’universo. Nessun pranoterapeuta conferma di tramettere energia propria. Per poter effettuare il Reiki, l’opeeratore si deve sottoporre ad un rito di iniziazione, dove riceve la possibilità di far fluire il Rei mediante se stesso.

La Pranoterapia inoltre, non deve essere confusa con il Pranic Healing. Questa è una disciplina spirituale molto complessa, basata anch’essa sul Prana. Viene praticata con diverse tecniche oltre alla semplice imposizione delle mani verso il paziente.

Competenze

Il 28 gennaio 2009, è stata emessa una delibera da parte del Consiglio Regionale della Toscana, dove descrive le competenze che deve avere una Pranoterapeuta:

  • Approfondita conoscenza delle funzionalità bio-elettromagnetiche del nostro organismo
  • Approfondita conoscenza delle leggi dell’omeostasi bioenergetica
  • Approfondita conoscenza dell’interazione di campo tra esseri umani e come viene intesa dalle filosofie orientali
  • Deve operare solo ed esclusivamente mediante l’apposizione delle mani, con contatto superficiale o a breve distanza con tecniche codificate. Deve saper stimolare i processi vitali del paziente, al fine di rafforzare e mantenere il suo stato di benessere.
  • Deve essere in grado di educare il paziente a comportamenti che contribuiscono al proprio benessere ed equilibrio bioenergetico.

Il presupposto fondamentale di tale pratica, è che l’operatore non interviene per ripristinare il benessere partendo da uno stato di malessere. Egli interviene per rafforzare lo stato di benessere già esistente. La Prano-Pratica in questo senso, viene definita bionaturale, ovvero una medicina complementare presente nella regione Toscana.

Ipotesi energetica

L’ipotesi energetica della Pranoterapia, non ha ancora riscontri oggettivi. Essa si basa sull’assunto che ogni cosa in questo universo sia caratterizzata da una forma di energia, e che anche l’uomo di conseguenza è il risultato di campi energetici. Tale energia nella tradizione indiana si chiama Prana, da cuoi il nome Pranoterapia. Viene considerata l’elemento base di ogni singola forma di vita.

Pranoterapia

Basandoci su tale ipotesi, esisterebbero dei micro campi magnetici, dovuti dal flusso di entità Biofotoni. Attraverso una immunoneuromodulazione, si attiverebbero le difese immunitarie del nostro organismo, attraverso la stimolazione delle aree linfatiche ed i riflessi nervosi. Mediante tale processo, si liberano le endorfine. In base a tutto questo questo, l’azione riequilibratice energetica, si serve del Chakra. Queste sono delle specie di centraline bioenergetiche presenti nel corpo umano.

Nonostante i vari studi svolti a comprendere questa ipotesi, non si è mai assistito ad irradiazioni di energia paranormale da parte degli operatori. Inoltre non è stata mai trovata alcuna prova, che la Pranoterapia è in grado di produrre effetti benefici sul corpo di un soggetto malato.

Approfondimenti e credit

  • Pranoterapia – Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
  • Marco Marchetti, Quaderni di Nuntius, Vol. 4, Roma, Istituto Superiore di Medicine Umanistiche (ISMUM)
  • Mario Papadia, Pranoterapia: Curare con l’imposizione delle mani. Manuale per la formazione degli operatori, 2a ed., Roma, Edizioni Mediterranee, 2002
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