Riflesso di Moro: che cos’è? È normale? Se non scompare cosa significa?

Il riflesso di Moro è uno dei riflessi neonatali dei bambini alla nascita e prende il nome da colui che l’ha per primo descritto Ernst Moro (1874-1951), medico pediatra austriaco. Quando i bambini nascono, vengono catapultati in poco (relativamente, ma sempre poco di fatto) nel mondo al di fuori dell’utero e vengono investiti da moltissimi stimoli sensoriali. In principio il piccolo ha a disposizione una serie di riflessi primari, che vengono definiti “riflessi neonatali” e che gli servono per affrontare il mondo, rispondendo a specifiche istanze di sopravvivenza.

Specificatamente, questi riflessi neonatali sono reazioni involontarie che il bambino ha dal momento in cui viene alla luce e che sono dipendenti dall’ancora immaturo sistema di controllo dei muscoli del corpo. I riflessi neonatali sono delle reazioni fisiologiche che vengono manifestate nei primi mesi di vita e tendono a scomparire poi successivamente, al massimo entro il primo anno di vita, da soli, spontaneamente. I riflessi primitivi sono:

  • riflesso di Moro
  • riflesso di raddrizzamento
  • riflesso di deambulazione automatica
  • grasping reflex
  • riflesso di suzione
  • riflesso tonico asimmetrico del collo

Il riflesso di Moro

Il riflesso di Moro, ovvero di abbraccio o riflesso di caduta, è uno dei riflessi primari del bambino, il quale reagisce a stimoli improvvisi, rumori o quando viene posizionato bruscamente supino, quasi di soprassalto, aprendo le braccia. In questi casi appena elencati, il bambino estende le braccia verso l’esterno, in avanti, aprendo le dita delle mani al massimo per chiuderle successivamente poi in un pugno. Esso si può presentare durante il sonno o da sveglio. Di solito poi sospende il respiro temporaneamente e poi grida o piange. Il riflesso di Moro può anche presentarsi anche in qualunque altra situazione di pericolo, o che lui avverte come tale, e per questo cerca in questo modo il contatto e la presa della madre. È il caso per esempio di rumori forti e inaspettati, di un soffio di aria fredda sul viso, di un’improvvisa luce abbagliante.

Con il passare dei mesi, queste reazioni istintive tendono a passare gradualmente, lasciando il posto ai comuni sobbalzi, smorfie, alzate di spalle o semplicemente al rivolgere lo sguardo alla fonte del rumore. Il riflesso di Moro compare di solito già quando il bambino è un embrione, tra la 28° e la 34° settimana di gestazione e ha la tendenza a scomparire entro il quarto mese. Il momento comunque è soggettivo e certi bambini può anche essere un processo molto lento rispetto ai tempi standard. L’importante è che con il passare del tempo, diciamo entro il primo anno di età, il riflesso sia scomparso definitivamente.

Quando non c’è

Questo riflesso è normale e deve esserci, poiché in alternativa può significare che qualcosa non va: i bambini per esempio affetti da sindrome di Down non hanno il riflesso di Moro, così quelli affetti da certe patologie del cervello o con danni al midollo spinale. L’assenza suggerisce anche in alcuni casi che l’osso della spalla è rotto o che vi sono lesioni dei nervi che vanno dal collo alla spalla. Malattie connesse al blocco dei nervi in questione, sono la paralisi di Erb e quella di Erb-Duchenne. In alcuni casi questa disfunzione può riguardare solo un lato del corpo: di conseguenza si avrà un riflesso di Moro asimmetrico.

Quando il riflesso di Moro non scompare

In alcuni casi può accadere che il riflesso di Moro non scompaia entro i termini classici, entro l’anno di vita, e tenda al contrario a persistere, anche se in una forma lieve. Quando questo accade è bene tenere monitorata la cosa, poiché potrebbe essere sintomo di sofferenze neurologiche. Quando i rifessi primitivi non scompaiono e restano una presenza oltre i tempi corretti, può accadere che compromettano la corretta acquisizione di importanti capacità, come la coordinazione motoria e sensoriale.

In casi gravi, la persistenza di riflessi primitivi, come il rifesso di Moro, può determinare difficoltà nel linguaggio, a deambulare, a vestirsi da solo e in generale ad avere equilibrio e sapersi muovere agilmente. Il soggetto può avere una cattiva coordinazione fra la mano e la vista, presentare difficoltà a scrivere, dislessia, disgrafia e può non essere in grado di articolare bene le parole.

Cause

Il riflesso di Moro può essere dato da situazioni che si possono presentare prima e dopo la nascita: lo stress in gravidanza, il vomito gravidico persistente, le minacce d’aborto, il diabete gestazionale, le infezioni virali, problemi durante il travaglio o il parto, febbre alta, convulsioni.

Diagnosi e cura

Il riflesso di Moro, non è un problema, ma un istinto naturale nel neonato, di conseguenza non vi sono soluzioni da adottare. Al massimo, se il riflesso si manifesta spesso durante il sonno, disturbando il piccolo, è possibile adottare questa soluzione: una fasciatura in una coperta, non stretta ovviamente, da al bambino la sensazione di abbraccio e di tepore come nel ventre materno, può di conseguenza ridurre i riflessi.

Il riflesso di Moro diventa un problema, come detto, se persiste. I primi ad accorgersi eventualmente che c’è qualche problema nel bambino e che i riflessi primitivi non scompaiono, sono i genitori. È bene rivolgersi il più presto possibile ad un medico. Il pediatra incaricato farà delle prove per capire se c’è ancora davvero la presenza del riflesso: solleverà il capo del neonato per abbassarlo rapidamente, lo solleverà lasciando che le braccia cadano in aria.

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