Vaccino meningococco B per prevenire la malattia

Il vaccino meningococco b, si aggiunge anche ad altri due vaccini di meningococco. Questo è il monovalente del gruppo C ed il tetravalente contro i gruppi A,C W135 ed Y.

La meningite da meningococco, è una patologia che determina l’infezione delle meningi. Le meningi sono le membrane che rivestono sia il cervello, che il midollo spinale. La sintomatologia è caratterizzata da febbre, mal di testa, rigidità del collo, vomito e nausea. In una percentuale pari al 15%, può manifestare polmonite, sepsi o setticemia. A loro volto comportano un danno importante e diffuso verso altri organi, fino a condurre il malato alla morte.

Questa patologia per fortuna è poco diffusa. Infatti secondo i dati che ha messo a disposizione l’Istituto Superiore della Sanità, nel 2013 nel nostro paese ci sono stati 162 casi.

Il 10-15% dei bambini colpiti purtroppo muore, mentre chi resta in vita, potrebbe riportare conseguenze molto serie. Ad esempio un ritardo mentale, o patologie del sistema nervoso centrale. A causa della sua velocità di evoluzione, molto spesso viene definita fulminante. Nel giro di pochissime ore, può cambiare il destino di un bambino che fino a poco prima era perfettamente in salute.

Sicurezza del vaccino

Il primo requisito che deve avere un vaccino, così come altri farmaci, è la sicurezza. L’Agenzia europea dei farmaci lo ha ritenuto sicuro. Questo significa che il vaccino ha superato tutte le procedure che sono previste per la valutazione. Nel gennaio scorso inoltre, il vaccino è stato autorizzarlo anche negli Stati Uniti d’America, dalla Food ad Drug Administration. Vi è stata dunque una sperimentazione, e l’esito di tutte le prove di sicurezza è stato positivo.

Purtroppo però, la sperimentazione è stata effettuata su un numero limitato di persone, 8778 di cui 5849 bambini con età inferiore ai 2 anni. A fronte di questo, le autorità sanitarie, hanno previsto un continuo monitoraggio dei possibili effetti sulla popolazione vaccinata. A mano a mano che le persone ricevono il vaccino meningococco B, potrebbero emergere eventuali effetti indesiderati rari. Va evidenziato però, che fino ad oggi non sono state evidenziate particolari reazioni avverse tanto da destare preoccupazioni e da far ritirare dal commercio il farmaco.

Principali effetti collaterali del vaccino

Nei vari studi condotti per quanto riguarda le reazioni avverse, quella più rilevante nei bambini è stata la febbre. Nei bambini con età compresa tra i 2 ed i 6 mesi, la febbre si è manifestata nell’80% dei casi. Tale reazione, sottolineano i medici, può giustamente allarmare i genitori, anche se generalmente tende a scomparire già il giorno seguente. Altre manifestazioni possono essere dolore nella sede di iniezione, insieme a gonfiore ed indurimento, accompagnati da malessere generale, che si risolve dopo qualche giorno.

Le reazioni avverse più gravi ma rare che sono state riportate, sono il rischio di stati febbrili con convulsioni e sindrome di Kawasaki. Le convulsioni sono delle manifestazioni molto sgradevoli, indipendentemente dalla causa scatenante, che possono spaventare, ma che non comportano danni al bambino. Per quanto riguarda la sindrome di Kawasaki invece, attualmente non sono stati evidenziati collegamenti con la somministrazione del vaccino.

Indicazioni ufficiali

Attualmente, per quel concerne le indicazioni ufficiali sulla vaccinazione, la situazione è ancora in fase evolutiva. L’ultimo piano nazionale per la prevenzione da parte del Ministero della Salute, in vigore per gli anni 2012-2014, non menzionava tale vaccinazione perché non ancora in commercio.

Invece il nuovo piano, ovvero quello 2016-2018 per i vaccini, prevede anche questa contro il meningococco di tipo B, con ben tre dosi da somministrare entro il primo anno di vita del bambino.

Tale piano ha ricevuto da parte delle regioni il via libera, ma attualmente è ancora al vaglio dal Ministero dell’economia. Se questa nuova vaccinazione sarà confermata, entrerà a far parte dei LEA, ovvero dei livelli essenziali di assistenza, per essere erogata gratuitamente. Per il momento solo pochi regioni possono usufruirne e sono: Puglia, Basilicata, Sicilia, Veneto e Toscana.

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