La spondilolistesi: definizione, sintomi, diagnosi ed esercizi rieducativi

In realtà la stragrande maggioranza di spondilolistesi sono anterolistesi e lo scivolamento avviene, in genere, tra la quarta e la quinta vertebra lombare. L’incidenza totale di questa malattia è di circa il 3-7% dell’intera popolazione.

Probabili cause

La spondilolistesi può avere origini congenite, oppure essere generata da eventi traumatici o, ancora, dal ripetersi continuo di sollecitazioni a carico della schiena e della colonna vertebrale (le cosiddette fratture da stress).

Molto spesso è un’attività sportiva a causarla e gli sport che mettono più a rischio l’atleta di contrarre la spondilolistesi sono il golf, il sollevamento pesi, la ginnastica artistica ed i tuffi.

Questo disturbo, infatti, è sovente generato da un ripetersi frequente di inarcamenti della schiena, e quindi a carico della colonna vertebrale, che in questi sport si effettuano spesso sino al limite fisiologico dell’estensione della medesima.

Accade molto frequentemente che la spondilolistesi si associ alla spondilolisi (l’isto vertebrale che si rompe).

La sintomatologia

La sintomatologia e i relativi disturbi legati alla spondilolistesi sono in stretta dipendenza dall’entità dello scivolamento ed anche dalla velocità dello stesso. Tipicamente il primo sintomo è una lombalgia leggera che si avverte per un dolore non intenso ma, comunque, fastidioso alla zona in cui lo scivolamento è avvenuto.

La dolenzia si manifesta soprattutto quando si assumono determinate posizioni, quelle, per intenderci, che provocano una accentuazione della lordosi lombare (rachide esteso), per diminuire in quelle posizioni che la riducono (rachide flesso).

Nell’adolescente compare, in genere, dopo gli sforzi fisici.

Esistono alcune situazioni per le quali la spondilolistesi può non indurre la comparsa di alcun sintomo, ed altre per le quali essa si associa ad una sciatica.

Diagnosi

Questa malattia può venire diagnosticata, a seconda della tipologia e della intensità, per il tramite di un esame radiografico, più o meno approfondito.

Cura farmacologica

Il trattamento farmacologico per la spondilolistesi è sempre in relazione con la gravità delle condizioni patologiche sottostanti.

Si sa che un certo numero di pazienti può trarre benefici anche solo praticando lo stretching o altri esercizi appositi.

Però se la pratica di questi determinati esercizi fisici non dovesse apportare alcun beneficio, allora è necessario intervenire con una terapia farmacologica (relegando l’intervento chirurgico ad “ultima spiaggia”).

Solitamente la somministrazione di antinfiammatori non steroidei (FANS) produce ottimi risultati, quantomeno per tenere a bada il dolore.

Vediamo insieme quali possono essere le classi farmacologiche che si utilizzano per la terapia contro la spondilolistesi, ed anche qualche esempio di farmaci. Poi sarà lo specialista a programmare la terapia con il principio attivo più indicato e la posologia più giusta per ogni singolo paziente:

Eptotermina alfa

(per esempio l’Osigraft o l’Opgenra): è una specialità farmacologica molto spesso utilizzata nella terapia anti-spondilolistesi, soprattutto per le forme gravi e quelle inoperabili. Tale principio attivo può essere utilizzato anche dopo un’operazione chirurgica mirata (operazione cosiddetta di innesto autologo), se questo non ha apportato benefici

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),

Molto efficienti nel tenere sotto controllo il dolore: si tenga presente che questi farmaci combattono il sintomo (il dolore in questo caso) e non la malattia:

    • Ibuprofene (Subitene, Moment, Brufen): per casi di dolori non intensi la dose di principio attivo consigliata varia dai 200 ai 400 mg ogni quattro/sei ore (senza mai superare i 2,4 grammi ogni 24 ore;
    • Naprossene (Naprius, Prexan, Naprosyn, Aleve): assumere una volta al giorno per una quantità di principio attivo pari a 550 mg. poi proseguire con 550 mg. ogni dodici ore. Evitare di superare 1,1 grammi al di;
    • Acido acetilsalicilico (Carin, Acet, Vivin C, Aspirina): si tratta di una specialità farmaceutica adatta ai soli adulti che deve essere assunta con una posologia che varia dai 325 ai 650 mg, anche per la via rettale oltre che per quella orale, al massimo ogni quattro ore e se ce ne è necessità, e senza mai superare i 4 grammi nelle 24 ore.
      Se la spondilolistesi dovesse essere associata anche a osteoartrosi si può arrivare a 3 gr al giorno, frazionando la dose totale in più assunzioni.
      Somministrare questo principio attivo al bambino meno che dodicenne potrebbe far insorgere effetti collaterali anche gravi, fra i quali alterazioni cerebrali, disfunzioni a carico del fegato e la sindrome di Reye.
    • La codeina (Hedeix Plan e Codein): è annoverata fra i farmaci ad azione narcotica ed il suo utilizzo in genere viene consigliato quando i FANS non abbiano dato i risultati sperati, quando, ad esempio il dolore sia troppo intenso. In generale si può assumere una dose pari a trenta grammi di farmaco, per bocca, oppure intramuscolo o endovena, circa ogni sei ore, se se ne presenta il bisogno.
      Per alcuni soggetti si presenta la necessità di incrementare la dose a sessanta grammi ogni quattro ore.

Farmaci steroidei

Contro il dolore: grazie al potente effetto di natura antinfiammatoria i farmaci di tipo corticosteroide si utilizzano anche per il controllo della sintomatologia di tipo doloroso e dei processi infiammatosi che si associano alla spondilolistesi.

    • Prednisone (Lodotra e Deltacortene): vanno assunti per os nella quantità di 50-60 mg di principio attivo in dosi da una a quattro da assumere nelle 24 ore.
    • Metilprednisolone (Urbason, Medrol, Depo-Medrol, Solu-Medrol, Advantan): affinché l’effetto sia assicurato è necessaria l’assunzione di 5-60 mg. di principio attivo da frazionare in 4 assunzioni nelle 24 ore.

Occorre sottolineare che assumere dei farmaci steroidei, pur trovandosi nel contesto di una malattia come la spondilolistesi, è una cosa che deve essere SEMPRE prescritta da un medico e tenuta sotto controllo da un medico.

E’ necessario anche evitare di interrompere bruscamente una terapia con questi farmaci senza prima aver consultato il proprio medico.

In palestra: le tecniche rieducative

Tutte le attività fisiche che svolgeremo in una palestra, innanzitutto devono ridurre al minimo indispensabile le sollecitazioni a carico della colonna vertebrale, onde evitare di avere effetti aggravanti anziché curativi. Quindi evitiamo lo squat, gli stacchi, il curl effettuato con il bilanciere in posizione eretta, le torsioni a carico del busto, le corse sui tapis roulant che non siano di quelli ammortizzati (o anche su terreno particolarmente duro).

Evitare anche tutti quegli esercizi che portano ad una accentuazione dell’iperlordosi lombare (e cioè gli esercizi di spinta in assoluto, la camminata in salita, il lento con il bilanciere, ecc.). Una caratteristica degli esercizi tesi a migliorare le condizioni patologiche associate alla spondilolistesi deve essere l’azione sui muscoli cosiddetti stabilizzatori del bacino.

Approfondimenti e credit

  • Spondylolisthesis. Statistical study and results of non-surgical treatment. Rinonapoli E, Petracca D, Mariani A.
  • Manuale di ortopedia e traumatologia. Federico A. Grassi,Ugo E. Pazzaglia,Giorgio Pilato; Ed. Elsevier; 2012
  • Clinica ortopedica. Manuale-atlante. Attilio Mancini, Carlo Morlacchi. Ed. Piccin-Nuova Libraria 2018
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