Erisipela, infezione acuta della pelle che colpisce spesso anziani e infanti

In questi casi, infatti, i soggetti sono molto più sensibili rispetto alle infezioni complessivamente. Così come rispetto ai processi di degenerazione che colpiscono la cute. Per questa ragione, i soggetti che corrono il pericolo più elevato sono gli infanti, i lattanti e gli anziani. Pare che, però, all’interno dei confini italiani, questo disturbo non sia ancora molto diffuso. Molto più presente in Francia, invece, dove ogni anno vengono registrati tra 10 e 100 casi ogni 100 mila persone sane.

Le principali cause

Sono serviti diversi studi per capire quale fosse la causa principale a provocare la erisipela. In realtà, per il momento si è giunti ad un’opinione comune. Pare che a comportare lo sviluppo di tale disturbo siano gli streptococchi del tipo A beta-emolitico. È bene mettere in evidenza, però, come siano stati isolati anche altri ceppi batterici che hanno un ruolo in tale patologia. Pare, tra l’altro, che abbiano un ruolo anche lo Streptococcus piogene e gli stafilococchi B, C e G. Senza dimenticare anche gli stafilococchi e vari batteri gram-negativi. Infatti, tutti questi ceppi batterici possono portare allo sviluppo di bolle infettive, che in alcuni casi hanno un carattere emorragico.

Quali sono i principali sintomi

Una patologia come erisipela ha la particolarità di diffondersi in alcune zone particolari del corpo umano. Si tratta, ad esempio, del viso, delle braccia e delle gambe. Diversi esperti hanno messo in evidenza alcuni sintomi che sono correlati con la prima fase della malattia. Si tratta di un aumento della temperatura del corpo, con febbre alta o febbricola. Poi ci sono le classiche sensazioni di freddo e brividi, ma anche cefalea e bruciore a livello locale. Successivamente insorgono le tradizionali manifestazioni di tale patologia. Quindi, si creano delle macchie rosse sulla pelle, che sono leggermente in rilievo. Inoltre, sono anche lievemente calde al tatto. Le aree che sono state colpite sembrano gonfie e in alcuni casi una lieve pressione può comportare dolore.

Quali sono i fattori di rischio

Secondo gli esperti la manifestazione di tale patologia e la sua correlata degenerazione sono legati ad alcuni fatto di rischio. Si tratta, ad esempio, del diabete mellito, della tinea pedis, dell’obesità, dell’insufficienza venosa profonda. Tra gli altri fattori di rischio troviamo anche le microlesioni, il linfedema quando insorge sulle gambe, ferite e punture di insetto. In quest’ultimo caso viene provocata una lacerazione della cute, che può portare all’infiltrazione batterica.

Le complicanze, in realtà, si manifestano molto di rado, ma in ogni caso sono possibili. Secondo le stime, pare che solo nell’1% dei pazienti che sono colpiti da tale malattia, si verifichi una degenerazione in endocardite della valvola aortica. Altrimenti l’evoluzione dell’erisipela potrebbe essere differente. Infatti, potrebbe trasformarsi in un ascesso, piuttosto che in una flogosi renale oppure in una polmonite secondaria. L’erisipela, in alcuni casi, potrebbe andare a danneggiare i vasi linfatici. Ecco spiegato il motivo per cui un’evoluzione della patologia potrebbe portare, nei casi di maggiore gravità, ad elefantiasi. Anche le cicatrici presenti sull’ombelico dei neonati potrebbero portare alla diffusione di stafilococchi. Quindi, la cicatrice infetta potrebbe causare un’importante infezione al neonato. Quest’ultimo, infatti, si presenta cianotico, molto sofferente e itterico.

I trattamenti principali

La cura d’urto per contrastare l’infezione batterica è legata all’impiego di medicinali antibiotici. Nel momento in cui viene isolato il ceppo batterico che ha causato l’erisipela, ecco che il paziente può iniziare un’adeguata cura antibiotica. Tra i farmaci di questo gruppo maggiormente usati troviamo la clindamicina, macrolidi, cefalosporine. L’impiego di farmaci FANS non deve avvenire in alcun caso quando i pazienti soffrono di tale patologia. Infatti, almeno a livello potenziale,, potrebbe rendere più semplice l’evoluzione dell’infezione verso problematiche più gravi. Nella maggior parte dei casi, il trattamento antibiotico porta a dei miglioramenti immediati. Il batterio che ha causato l’infezione viene eliminato, in maniera tale che la guarigione viene garantita in pochi giorni. Si possono verificare anche delle recidive dell’erisipela. In tali situazione si suggerisce di tenere controllato il paziente. Di solito quest’ultimo deve seguire delle cure farmaceutiche particolari per la profilassi delle recidive.

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