Si sente parlare sempre più spesso di Pet Therapy non solo in ospedale ma anche in strutture pubbliche e privare per aiutare bambini e anziani soli. Capiamo di che cosa si tratta e a cosa serve.

Quando circa una ventina di anni fa è stata introdotta poco alla volta in Italia ha destato scalpore da parte di tutti quelli che vedevano come sconveniente portare animali soprattutto in ospedale a stretto contatto con persone malate. Eppure oggi la Pet Therapy è considerata una delle psicoterapie dolci più efficaci esistenti per curare diverse patologie sia fisiche che psichiche, in soggetti deboli, malati, bambini, anziani e diversamente abili.
Il termine è l’unione delle parole Pet, animale, e Therapy, ovvero terapia, quindi un modo di curare basato sull’interazione delle persone con gli animali. Generalmente negli ospedali si utilizzano cani addestrati ma può avvenire anche tramite cavalli, asini, gatti, pappagalli, conigli o gli stessi animali da cortile. Il termine è stato coniato negli anni Sessanta psichiatra americano Boris Levinson e prevede quindi di utilizzare gli animali come pratica di supporto alle altre forme di terapia tradizionali.
Bambini, anziani o diversamente abili: la Pet Therapy fa bene a tutti

Si parla di Pet Therapy per semplificare il concetto anche se il termine corretto sarebbe “Interventi Assistiti con gli Animali”. Poiché questo tipo di attività si svolge non solo in ambiti terapici ma anche ludici ed educativi. Questa unione punta tutto sul tipo di interazione che si instaura fra animale e umano. Pare infatti che questa simbiosi possa stimolare nuovi modi di comunicare. Esprimere le emozioni, renda maggiormente felici e aiuti chi è malato a rendere più piacevoli le sue giornate.
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Diversamente dagli umani, gli animali non giudicano, ma anzi si donano gratuitamente aumentando i sorrisi, la felicità, aiutano a socializzare, favoriscono l’autostima e il mettersi alla prova. Nelle persone malate la vicinanza agli animali permette di far diminuire le ansie e le paure, e questo porta a diminuire i battiti cardiaci e intensificare le endorfine per contro. Non esiste solo il linguaggio verbale quindi anche gli anziani, spesso impossibilitati a parlare, sono aiutati in questa operazione.
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Interagire con un animale significa sviluppare tutti quei processi di crescita cognitiva e di apprendimento che avvengono più facilmente rispetto a coetanei. Inoltre permette di prendersi cura si qualcuno scoprendo doti spesso nascoste. Accarezzare e coccolare un piccolo pelosetto intensifica il contatto fisico (utile ad esempio per i bambini e gli anziani cechi). Dona calore e vicinanza prossemica in gradi di regalare gioia e calore.
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Ottima terapia anche per rieducare tutti quei giovani in comunità come forma preventiva del bullismo. Prendersi cura degli animali fa capire quanto è importante la fiducia reciproca, il rispetto e il prendersi cura dei bisogni dell’altro. Ovviamente ogni animale deve avere un certificato che ne garantisca i requisiti sanitari e comportamentali che un veterinario qualificato dovrà poi analizzare prima di farli interagire con i pazienti. Ogni volta che un animale è presente dovrà esservi accanto sempre anche il suo conduttore, ovvero colui che lo ha addestrato.
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Sono diverse le associazioni in Italia che portano avanti questo tipo di progetto. Ribadiamo anche il fatto che non si tratta di una terapia che vuole sostituirsi alla psicoterapia o alla terapia farmacologica. Va unicamente intesa come una terapia aggiuntiva che sul breve e lungo periodo può favorire un decorso positivo di tutte le terapie a cui il paziente è sottoposto.