Si è tornati a parlare di balbuzie dopo che Fedez ha confessato di soffrirne recentemente nelle sue stories: che cos’è nel dettaglio, con quali sintomi si manifesta e le terapie in atto.

“Vi chiedo scusa per la balbuzie, ma è un problema che ho da un po’ di tempo e quindi ci metto un po’ a formulare una frase”. Questa è stata una delle frasi più cliccate e viste nell’ultima settimana dopo che Fedez si è raccontato, senza nascondersi, in alcune sue stories Instagram. Inoltre non la chiama “momento di insicurezza o di preoccupazione”, non sminuisce ciò che sta vivendo e la definisce esattamente balbuzie. Ovvero quello che è in effetti. Ovviamente i media hanno preso la palla al balzo e hanno portato alla ribalta questo disturbo che proprio grazie a Fedez è tornato così in auge. Il suo confessarsi con disinvoltura ha dato un grande grande supporto a tutti coloro che ne soffrono ed hanno vergogna nel parlarne.
Ma cosa si intende quando si parla di balbuzie? Partiamo dal presupposto che il 22 ottobre di celebra la Giornata internazionale della consapevolezza delle balbuzie. Ricorrenza istituita per ridurre i pregiudizi ed i luoghi comuni che ruotano intorno a questo disturbo il quale ha un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. Solo in Italia si calcola che ne siano affette oltre 1 milione di persone.
Balbuzie: cos’è, sintomi e come affrontarla al meglio
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Quando si parla di balbuzie di solito di fa riferimento a questo genere di sintomi:
- Difficoltà ad articolare le frasi
- Prolungamento dei suoni
- Frequenti pause in cui il cervello cerca di comunicare con la bocca per emettere il suono
- Ripetizione di suoni, lettere e parole
- Oscillazione della mandibola
- Tic facciali
- Deviazione dello sguardo per incapacità di sostenere lo sguardo dell’interlocutore.
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Questo disturbo viene inserito all’interno della categoria dei disturbi del neurosviluppo e della comunicazione, quindi è improprio parlare di malattia. Nei soggetti colpiti il normale flusso del linguaggio è alterato, si ha quindi un disturbo della capacità lessicale che può manifestarsi durante l’infanzia (balbuzie evolutiva) oppure in età adulta. In quest’ultimo caso di divide tra balbuzie neurologica (dovuta ad alterazioni celebrali) i balbuzie psicogena (legata ad alterazioni psichiche).
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Il deficit non è attribuibile ad un deficit motorio della parola o sensoriale, e soprattutto nei bambini piccoli (ma anche in molti adulti oggi) è facilmente controllabile grazie sedute individuali di logopedia clinica in cui il medico insegna a pronunciare in maniera scandita ogni singola sillaba e lettera controllando il respiro.
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Si tratta di una situazione che porta i soggetti coinvolti a manifestare spesso ansia per la loro incapacità di esprimersi fluidamente nella comunicazione, in particolare di fronte ad estranei nella partecipazione scolastica, sociale, lavorativa.
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Come spiega l’attore comico Gianmarco Pozzalli, chi soffre di questa disfunzione invalidante deve ricevere massimo rispetto e comprensione da parte di chi instaura con loro una “normale” conversazione. Gianmarco alla fine del video suggerisce che #labalbuziesirisolve, ed il primo passo è parlarne!
Come comportarsi quando si parla con un balbuziente?
- Mantenere sempre un buon contatto visivo
- Mantenere lo sguardo fisso anche in presenza di un blocco
- NON anticipare la parola che avete intuito
- Avere uno sguardo sempre accogliente ed interessato. Evitare di fare smorfie
- Fate terminare al balbuziente l’intera frase, non abbiate fretta
- Evitare di usare espressioni come “calmati”, “tutto apposto”, “non è successo nulla”.