Ernia discale: cause, sintomi e cure

Una delle cause più frequenti di un costante mal di schiena è la presenza di un’ernia discale. Ma da cosa è generata?

Per poterne sapere di più, cominciamo con il ricordare che la spina dorsale è costituita da ossa (le vertebre) rivestite da piccole pastiglie ovali di cartilagine (i dischi), a loro volta composte da uno strato duro esterno (anello) e da uno strato morbido interno (nucleo). Ebbene, quando si verifica un’ernia discale, una piccola porzione del nucleo interno si spinge al di fuori mediante una lacerazione della corona circolare nel canale spinale, che a sua volta può irritare un nervo e causare tutti i più fastidiosi sintomi tipici dell’ernia del disco.

Cause dell’ernia discale

Abbiamo già visto, nelle righe che precedono, come si può formare un’ernia discale. Possiamo ora, in questa sede, ricordare che l’ernia discale è frequentemente il risultato di una usura graduale, e di una lacerazione legata all’invecchiamento dei dischi. Esistono tuttavia alcuni fattori di rischio oltre all’età, che vi consigliamo di valutare. Tra i principali:

  • fumo: diminuisce i livelli di ossigeno nel sangue favorendo l’invecchiamento dei dischi;
  • peso: il peso corporeo in eccesso genera stress supplementare sui dischi;
  • altezza: essere alti mediamente incrementa il rischio di ernia del disco;
  • lavoro usurante: alcune occupazioni impegnative sul piano fisico potrebbero favorire i problemi alla schiena.

Sintomi dell’ernia discale

Sintomi dell’ernia discale

Alcune ernie discali non sono dolorose e, dunque, sono manifestate esclusivamente nel momento in cui si procede con il rilievo di una immagine spinale radiologiche. In altri casi, invece, l’ernia discale può produrre fastidi più ingenti, come la sciatica, la debolezza e l’intorpidimento nella parte bassa della schiena e nelle gambe, il mal di schiena e il dolore alle gambe.

Diagnosi dell’ernia discale

Per poter determinare se siete o meno affetti da un’ernia discale, il medico tenderà a esaminare la vostra storia e procederà a un esame fisico. Tra i principali test che probabilmente andrà a effettuare, c’è la flessione della coscia a gamba tesa, il test incrociato di flessione della coscia a gamba tesa, lo screening neurologico, il test di screening approfondito dei riflessi, della forma muscolare, delle capacità di camminare e muoversi e della sensazione.

Naturalmente, per poter arrivare a una diagnosi puntuale e specifica, il medico potrà andare a effettuare ulteriore test, che vi consigliamo di condividere con lui, a seconda della fattispecie di riferimento.

Come curare l’ernia discale

Come curare l’ernia discale

Per poter trarre l’ernia discale è in primo luogo previsto un trattamento di natura conservativa, che spesso è in grado di fornire importanti benefici. Il trattamento conservativo punterà in particolar modo a produrre una serie di esercizi per la schiena che mirano a evitare posizioni dolorose, a volte accompagnate con terapie farmacologiche. Molte persone dopo soli 1-2 mesi con il trattamento conservativo riescono a ottenere significativi benefici.

Per quanto riguarda i farmaci, i più utilizzati sono sicuramente quelli antidolorifici, soprattutto se il dolore è lieve o moderato: aspirina, ibuprofene, naprossene e paracetamolo potrebbero pertanto essere suggeriti dal vostro medico, anche se con le dovute precauzioni (ricordate sempre che i FANS possono dar seguito a diversi pregiudizi e effetti negativi, come i danni all’apparato gastrointestinale e al fegato).

Altre volte, il medico potrebbe invece consigliare l’utilizzo di farmaci miorilassanti, soprattutto in caso di forti mal di schiena e di spasmi degli arti. Se il dolore non migliora nemmeno con l’utilizzo di questi farmaci, possono essere prescritti dei narcotici, ma solo per brevi periodi. Frequentemente consigliati sono il riposo a letto per 1-2 giorni.

Ad ogni modo, considerato che l’ernia discale, se trascurata, può condurre a situazioni più gravi, il nostro consiglio è quello di non indugiare e parlare con il vostro medico di riferimento di ogni condizione di malessere percepita, e riconducibile a tale potenziale ipotesi.

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