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Esame urodinamico, indagine del basso tratto urinario

L’esame urodinamico è un’indagine che studia la funzionalità della vescica e dell’uretra in fase di riempimento e svuotamento in maniera minuziosa e completa.

Aggiornato: 7 Giugno, 2019 - Pubblicato: 3 Marzo, 2017

Argomenti trattati mostra
1 A cosa serve l’esame urodinamico?
2 Incontinenza urinaria
3 Le tre fasi dell’esame urodinamico
4 Complicanze
5 Invasivo o non invasivo?
6 Norme di preparazione

Urodinamica è un termine usato per descrivere una serie di esami di diversa natura, utili a valutare l’attività del basso tratto urinario durante le due fasi della minzione: il riempimento vescicale ed immagazzinamento dell’urina e lo svuotamento vescicale.

L’esame urodinamico consiste in una flussimetria, una cistomanometria ed uno studio pressione/flusso.

A cosa serve l’esame urodinamico?

L’esame urodinamico serve a valutare la corretta funzionalità vescicale, prevenendo così numerose patologie sia del tratto urinario sia di altri apparati, come ad esempio:

  • Iperplasia prostatica
  • Incontinenza urinaria
  • Anomalie congenite o acquisite dell’uretra
  • Lacerazioni dei complessi sfinterici
  • Patologie neurologiche
  • Patologie ginecologiche
  • Patologie metaboliche

Incontinenza urinaria

L’esame urodinamico è spesso consigliato sia agli uomini che alle donne per cercare di offrire la cura più adatta all’incontinenza urinaria. L’incontinenza urinaria è una perdita involontaria delle urine che influisce sulla qualità della vita determinandone un peggioramento. Questa condizione è frequente ed è spesso curabile ma tende a venire sottostimata dai medici. A volte basta semplicemente cambiare dieta o fare un’attività fisica adeguata, questa modifica di abitudini quotidiane può determinare un miglioramento dei sintomi.

È anche possibile applicare una rieducazione pelvica, la terapia riabilitativa comprende esercizi specifici associati ad elettro stimolazione in modo da rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere urinario.

Le tre fasi dell’esame urodinamico

L’esame urodinamico è composto da tre fasi. Nella prima fase, il paziente si deve presentare a vescica piena e si esegue una normale uroflussometria (si urina in un contenitore che raccogliendo l’urina misura la spinta attraverso dei sensori di pressione). Questa fase è utile anche per il normale check-up della prostata.

Durante la seconda fase dell’esame urodinamico si inserisce un catetere sterile e si procede con l’infondere una soluzione fisiologica nella vescica del paziente. Durante il riempimento, il paziente deve riferire le sensazioni che prova, nonostante gli operatori vedano tramite PC come si comporta la vescica. Nella terza ed ultima fase, si invita il paziente ad urinare spontaneamente con tutto il catetere per evidenziare l’eventuale creazione di pressioni vescicali durante la minzione che per esempio, nell’uomo con prostata ostruente, tendono ad essere alte.

Una volta terminato l’esame, il medico sfila il catetere lentamente e registra le pressioni dell’uretra.

L’esame urodinamico di per se è semplice anche se scomodo per il paziente, ma di grandissima utilità per le diagnosi. Normalmente dura dai 30 ai 60 minuti.

Complicanze

Complicanze dovute all’esame urodinamico sono davvero molto rare, più comuni invece sono dei bruciori minzionali per uno o due giorni successivi, per questo normalmente si consiglia ai pazienti di aumentare l’assunzione di liquidi, per diluire le urine. Le infezioni urinarie batteriche sono complicanze non comuni, se e quando dovessero capitare necessitano di una breve terapia antibiotica.

Invasivo o non invasivo?

Lo studio urodinamico normalmente è un esame non doloroso che consente di indagare se ci sono alterazioni minzionali. Gli esami urodinamici possono essere di due tipi: invasivi e non invasivi.

Tra gli esami urodinamici invasivi troviamo:

  • La cistometria: esame utile per valutare nelle fasi di riempimento la funzione del muscolo vescicale che permette l’espulsione dell’urina all’esterno
  • Il profilo pressorio uretrale: esame che permette di valutare la condizione dell’uretra, la sua lunghezza, le pressioni al suo interno e la sua morfologia
  • Lo studio pressione flusso invasivo: questo particolare esame consiste nell’inserimento di due cateteri, uno nella vescica ed uno nel retto. È un esame indispensabile particolarmente per dimostrare le condizioni ostruttive

Ovviamente esistono anche esami non invasivi che consentono di dare informazioni del paziente senza posizionamento dei cateteri, tra essi troviamo:

  • L’uroflussometria: il paziente deve urinare in un particolare contenitore (uro flussometro) che misurerà la quantità, il tempo di flusso ed il tempo di flusso massimo
  • Lo studio pressione flusso non invasivo: nel caso di pazienti maschi, viene applicata una cuffia sul pene e si urina normalmente. Grazie a questo apparecchio si avrà una stima della pressione vescicale ed una misura del flusso massimo

Le prove urodinamiche invasive sono altamente controindicate nel caso di pazienti trattati con terapia anticoagulante. Anche se eseguite con minuzia e diligenza le prove urodinamiche possono dare luogo a cistiti, ematurie ed infezioni delle vie urinarie, tutte facilmente trattabili con un ciclo di antibiotici.

Norme di preparazione

Per una corretta esecuzione di un esame urodinamico è necessario:

  • Eseguire un esame delle urine ed urinocoltura alcuni giorni prima dell’appuntamento
  • Bere una quantità sufficiente d’acqua prima di eseguire l’esame in modo da avere una vescica confortevolmente piena al momento dell’esecuzione
  • Eseguire un clistere di pulizia la sera prima dell’esame
  • Eseguire la profilassi delle infezioni delle vie urinarie con un antibiotico da assumere la mattina dell’esame, ovviamente prescritto dal medico curante
  • Valutare l’opportunità di sospendere l’assunzione di farmaci attivi sul tratto urinario dato che l’esame urodinamico può essere finalizzato anche a valutare l’efficacia di una terapia
Dr.ssa Roberta Gammella

Dr.ssa Roberta Gammella

Revisione scientifica e correzione a cura della Dottoressa Roberta Gammella (medico di base). Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
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