Ghiandole di Bartolini: Le loro funzioni ed eventuali disturbi

Le funzioni delle ghiandole di Bartolini sono strettamente legate ai rapporti sessuali della donna: quando questa sia eccitata, esse secernono un liquido dal colorito chiaro e dalla consistenza vischiosa che funge da lubrificante per la vagina ed il suo canale.

Le ghiandole di Bartolini possono essere afflitte da infiammazioni (la patologia viene chiamata “bartolinite”, per effetto delle quali il loro volume aumenta e procurano dolore. Allorquando, invece, dovessero ostruirsi i canaletti attraverso i quali viene secreto il liquido deputato alla lubrificazione, può avverarsi la nascita di cisti. Le cisti potrebbero restare anche a lungo asintomatiche ma in caso di infezione possono divenire ascessi.

Qualsiasi condizione patologica dovesse interessare le ghiandole di Bartolini richiede l’analisi di un ginecologo al quale tocca il compito di un’analisi diagnostica corretta e dell’indicazione di un quadro terapeutico adeguato alla diagnosi effettuata.

Come sono fatte le ghiandole di Bartolini?

Le ghiandole di Bartolini hanno una struttura di forma pressoché ovale o tondeggiante, sono posizionate profondamente ed hanno una disposizione simmetrica (una per lato) nei pressi della parete postero laterale dell’orifizio della vagina. Le due ghiandolette sono di piccole dimensioni (al massimo un centimetro di diametro) e non sono palpabili a meno che non ci si trovi in casi di infezioni o altre patologie.

Attraverso un piccolissimo dotto escretore, dalla lunghezza di due centimetri scarsi, le ghiandole si aprono all’esterno lateralmente rispetto al vestibolo vaginale, sulla superficie vulvare. Nel dettaglio questi dotti sfociano all’esterno nel solco che si forma tra le piccole labbra di lato e, invece, al centro, l’imene (o ciò che ne rimane).

Le funzioni

Le ghiandole di Bartolini hanno il compito di secernere una sostanza dalla consistenza vischiosa che concorre alla lubrificazione della vagina e del suo canale, nel momento di eccitazione delle donna. Quindi, durante l’atto sessuale, un po’ di questo liquido vischioso contribuisce a tenere umida l’apertura vaginale al fine di rendere più confortevole l’atto dell’accoppiamento. Le ghiandole di Bartolini vedono modificarsi la propria struttura nel corso degli anni: le ragazzine molto giovani le hanno di dimensioni estremamente piccole ed ancora senza alcuna funzione, aumentando di volume ed iniziando a secernere il liquido lubrificante sempre più, fino a raggiungere il massimo dello sviluppo e della funzionalità nella donna sessualmente matura. Dopo la menopausa subiscono il processo inverso, involvendo progressivamente, fino a raggiungere la totale atrofia.

Disturbi e malattie

Le ghiandole di Bartolini potrebbero venire coinvolte più che altro in processi infiammatori e nella genesi di formazioni cistiche: queste patologie sono abbastanza comuni nella età in cui la donna inizia a potersi riprodurre, precisamente tra i venti ed i trenta anni. Sporadicamente le stesse possono essere coinvolte in infezioni gravi ed anche in formazioni di natura neoplastica.

Generalmente resta di fondamentale importanza avere sempre una igiene intima corretta e costante, proteggere i propri rapporti sessuali e ricorrere subito ai consigli del ginecologo non appena si notino infiammazioni e/o noduli nella zona dell’apparato riproduttivo. Eventuali trattamenti si devono porre quale obbiettivo la preservazione (se possibile) delle ghiandole e delle loro funzioni.

La bartolinite

La bartolinite

La bartolinite è un processo infiammatorio a carico di una od entrambe le ghiandole di Bartolini. Generalmente la bartolinite comporta anche un processo tumefattivo della parte inferiore delle grandi labbra, un dolore anche sensibile, ed inoltre arrossamenti e tensioni della pelle che le sovrasta. Prurito e sensazione di peso possono associarsi agli altri sintomi.

In genere questa infiammazione origina da una infezione a carico della vagina (vaginite). Fattori che possono predisporre a questa patologia sono condizioni igieniche non idonee, rapporti sessuali, la mancanza a lungo della possibilità di effettuare abluzioni, utilizzo eccessivo di slip in fibra sintetica o lo sfregamento dovuto a pantaloni troppo attillati.

In genere questa infiammazione si risolve nell’arco di quattro o cinque giorni al massimo. In altri casi, tuttavia, l’infiammazione può dare origine ad una cisti. Appena accertato che siamo di fronte a bartolinite, quindi, il ginecologo dovrà prescrivere una terapia a base di farmaci antiinfiammatori (per contrasto alla flogosi in corso) e, se lo ritiene necessario, anche antibiotici (per uso orale o topico) per prevenire processi infettivi. Se il processo infiammatorio dovesse ripresentarsi anche due o tre volte nell’arco di un solo anno, allora potrebbe essere consigliabile la escissione per le vie chirurgiche delle ghiandole di Bartolini.

Cisti

Le cisti delle ghiandole di Bartolini costituiscono una delle formazioni a carattere cistico della vulva fra le più diffuse. E’ una malattia che affligge circa il due percento della popolazione femminile, in genere tra il ventesimo ed il trentesimo anno di età. Nelle donne meno giovani questa malattia presenta una minore incidenza.

Il disturbo si manifesta quando si verifichi una ostruzione di uno (o di entrambi) dei dotti di Bartolini, che induce un aumento di volume ghiandolare a causa del permanere al suo interno del liquido lubrificante che si ammassa. La causa dell’ostruzione del dotto escretore non sempre è conosciuto; di rado le cisti originano da infezioni in corso, malattie a trasmissione sessuale (clamidia, gonorrea, ecc.) e da anomali sviluppi (congeniti) dei tessuti dell’apparato riproduttivo femminile.

Molto spesso le cisti si mantengono asintomatiche, purtuttavia quelle di dimensioni maggiori possono essere la causa si sensazioni fastidiose, maggiormente quando si cammini e, ovviamente, durante un rapporto sessuale. Le lesioni di più grandi dimensioni possono essere associate, inoltre, a dispareunia, infiammazione della vulva e a sensazioni dolorose.

Solitamente le cisti del Bartolini aggrediscono una sola delle due ghiandole, sono palpabili all’altezza della vagina e quando raggiungono dimensioni apprezzabili possono distendere le grandi labbra di quel lato provocando anche una asimmetria della vulva. Se si infettano possono causare stati febbrili e dolori intensi.

Valutare questo tipo di affezioni richiede visite mediche specialistiche. Le diagnosi differenziali vengono poste con altre lesioni di tipo cistico e solido a carico della vulva (ad esempio una cisti epidermica da inclusione, oppure un idroadenoma papillare, un fibroma o un lipoma.

In generale le cisti delle ghiandole del Bartolini non necessitano di trattamenti se restano di dimensioni appena apprezzabili, non procurano fastidi e non si infettano. Se, invece, le lesioni dovessero divenire sintomatiche o ascessualizzarsi, allora potrebbe rendersi necessario drenarle (incidendo le ghiandole), o con l’escissione completa della ghiandola (bartolinectomia) o senza.

Per prevenire eventuali complicazioni relative alle cisti di Bartolini, si possono effettuare bagni di acqua calda, che andranno ripetuti più volte quotidianamente, immergendo il proprio corpo nell’acqua fino alla pelvi.

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