Microalbuminuria: indicatore relativo alla nefropatia diabetica

L’iperglicemia cronica, con il passare del tempo, può comportare numerosi danni a vasi capillari più piccoli che formano il glomerulo renale. In questi casi, si verifica un incremento della relativa permeabilità. Il sistema vascolare viene alterato e, di conseguenza, ci sono varie sostanze che possono finire dal sangue alle urine. Si tratta, tra le altre, anche dell’albumina, che può insorgere già in stadi di precocità, quando non esiste alcun tipo di malattia. Il riscontro di albumina nelle urine viene chiamato albuminuria. Nei soggetti normali i valori corretti si attestano tra 1,5 e 2,0 µg.

Nelle persone che soffrono di diabete, la presenza di microalbuminuria è un dato che deve essere tenuto assolutamente sotto controllo. Infatti, con il passare degli anni c’è il pericolo che possa insorgere un danno renale decisamente più grave e difficilmente reversibile. Questa condizione, infatti, va ad incrementare la morbilità e la mortalità a livello cardiovascolare. Al contempo, aumenta anche il correlato rischio di ictus e di infarto.

La presenza di valori anomali, di solito, richiede l’esecuzione di specifici esami che permettano di comprendere meglio la situazione. Infatti, è importante che il rischio venga quantificato. In questo senso, gli esami più consigliati sono l’ecocardiogramma e l’eco-doppler.

Quali patologie possono aumentarne i livelli

Sono varie le patologie e gli elementi che possono condizionare i valori di albuminuria, sia nelle persone sane che in quelle che sono malate. Ci sono numerose evidenze che portano a pensare come la microalbuminuria insorga più spesso con l’incrementare dei valori della pressione. E ciò vale sia per i valori di pressione sistolica che diastolica.

I farmaci antipertensivi hanno la tendenza a diminuire l’escrezione urinaria dell’albumina. Non è chiaramente causale il fatto che la gestione dell’ipertensione nelle persone che soffrono di diabete sia così importante. Difatti, permette di svolgere un’adeguata azione di prevenzione nei confronti dei danni a livello renale.

Quali sono gli altri fattori che alterano i valori di albuminuria

Ci sono altri elementi che possono modificare i valori di tale sostanza. Stiamo facendo riferimento al fumo di sigaretta, ma anche all’iperglicemia, all’obesità, alla disidratazione e all’ipertrigliceridemia. Tra gli altri fattori che possono portare a tale situazione troviamo le infezioni a livello urinario, la febbre, l’insufficienza cardiaca e alcuni farmaci. Sia i farmaci FANS che una dieta estremamente scorretta possono portare ad un ribasso dei valori di albuminuria. Anche nelle persone che non soffrono di diabete la microalbuminuria è legata sempre ad un pericolo di patologie cardio-vascolari.

Quali sono le principali conseguenze

La microalbuminaria può comportare alcune conseguenze degne di nota. In alcuni pazienti, infatti, si manifesta con delle urine piuttosto schiumose. In altri casi può provocare un gonfiore eccessivo in alcune aree ben specifiche del corpo umano. Nello specifico vengono colpiti i piedi e le caviglie, ma anche il viso.

In alcuni casi può essere legato ad un incremento di peso del paziente. Al contempo, quest’ultimo può soffrire anche di una minore tolleranza nei confronti dello sforzo. Tante altre volte, tale condizione non comporta lo sviluppo di alcun sintomo. Quindi, solamente dopo aver eseguito un apposito esame delle urine il paziente viene a conoscenza di questo disturbo.

Come si può prevenire tale problema

La prevenzione, sia a livello primario che secondario, è strettamente correlata con una verifica glicemica e pressoria. In base alla gravità di tale patologia, il medico potrà poi consigliare eventuali correzioni allo stile di vita. Al tempo stesso, potrà suggerire di iniziare delle specifiche cure a base di farmaci. Ci sono alcuni consigli che sarebbe meglio seguire in ogni caso.

Si tratta di controllare l’apporto di calorie e di proteine, così mangiare pochi cibi zuccherati. Inoltre, si consiglia di consumare frutta e verdura in buone quantità, diminuire l’uso del sale e aumentare l’attività fisica.

Rimedi e cura

In seguito allo svolgimento delle diverse analisi, toccherà al medico decidere quale terapia dovrà seguire il paziente. Ci sono vari tipi di trattamenti che possono differenziarsi in base a quanto è grave la malattia. Nel caso in cui la causa scatenante sia rappresentata dal diabete, allora il trattamento sarà specifico. In questo caso, ad esempio, il paziente dovrà seguire una dieta con pochissimi carboidrati. Nel caso in cui sia utile, si può optare anche per una cura ipoglicemizzante orale piuttosto che insulinica. In questo modo si può certamente evitare di peggiorare la situazione a livello renale. Nel caso in cui la persona soffra di ipertensione arteriosa, il trattamento avrà lo scopo di riportare i valori della pressione sanguigna alla normalità. Per questa ragione, possono essere impiegati dei farmaci antipertensivi, sia singolarmente che in associazione a dei diuretici.

I farmaci antipertensivi più usati e la dieta corretta

Tra i farmaci antipertensivi troviamo sartani, calcio-antagonisti, betabloccanti e ace inibitori. Nel caso in cui la causa scatenante corrisponda ad un’infezione a livello renale, il trattamento può essere a base di farmaci antibiotici. In tutti questi casi è fondamentale prestare la massima attenzione alla dieta. Per questo motivo si suggerisce di evitare un consumo eccessivo di sale. Al tempo stesso, è meglio evitare anche le bevande che sono troppo zuccherate. Se si è in sovrappeso è sempre meglio perdere qualche chilo, attuando chiaramente con l’aiuto di un medico e di un nutrizionista un programma adeguato alle proprie caratteristiche.

Bibliografia e credit

  • Rugarli. Medicina interna sistematica. Estratto: Malattie del rene e delle vie urinarie. Claudio Rugarli, Andrea P. Stella; Ed. Edra; 2016
  • Malattie dei reni. V. Andreucci, G. Fuiano, G. Conte; Ed. Idelson-Gnocchi
  • Biochimica clinica e medicina di laboratorio. M. Ciaccio, G. Lippi; Ed. Edises; 2017
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