Occhi e Alzheimer: ecco cosa svela la retina sulle funzioni cognitive

Un particolare dettaglio della retina può svelare molto sulle nostre funzioni cognitive, predicendo demenza e Alzheimer: ecco quale.

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(Foto Adobe Stock)

Uno studio condotto in Nuova Zelanda ha svelato un inaspettato legame tra le caratteristiche della retina e il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer: ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.

Il collegamento tra retina e Alzheimer

Un team di scienziati ha messo in luce che l’assottigliamento della retina risulta legato alle prestazioni cognitive.

Morbo di Alzheimer, due terzi sono donne
(foto da Pixabay)

Questa particolare condizione, quindi, potrebbe costituire un affidabile indicatore relativo all’eventuale insorgenza di malattie neurodegenerative, come demenza e morbo di Alzheimer.

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato i dati di un archivio, contenenti le informazioni sui bambini nati negli anni ’70.

Dopo aver compiuto 50 anni, un campione di persone le cui informazioni erano presenti nel database sono state sottoposte a una serie di test, tra cui un esame oculistico e una serie di visite neuropsicologiche.

In particolare, gli scienziati hanno misurato lo spessore di due punti della retina: le cellule gangliari e gli strati di fibre nervose retiniche.

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In futuro basterà un esame oculistico per diagnosticare l’Alzheimer?

I risultati degli esami hanno messo in luce che i volontari con la retina più sottile erano gli stessi ad aver ottenuto un punteggio inferiore ai test cognitivi.

Occhio
Occhio azzurro (da Pixabay)

Naturalmente, il legame tra condizioni della retina e sviluppo del morbo di Alzheimer non è automatico.

Infatti, l’assottigliamento potrebbe essere collegato a un normale processo di invecchiamento dell’organismo, e non necessariamente al declino cognitivo dell’individuo.

Quel che è certo, in ogni caso, è l’importanza del ruolo dell’occhio per comprendere lo stato di salute del cervello.

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Sono numerosi, infatti, gli studi che hanno dimostrato come l’assottigliamento anomalo della retina possa rivelarsi precursore di patologie neurodegenerative.

Non resta che capire se questa condizione possa essere influenzata anche da altre malattie o dallo stile di vita. La speranza è che, in futuro, basterà un esame oculistico per una diagnosi precoce di demenza.

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