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Polisonnografia: Come funziona la Fase REM e NON-REM

La polisonnografia è un test che permette di riconoscere, qualora presenti, i disturbi del sonno di una persona

Aggiornato: 19 Agosto, 2019 - Pubblicato: 21 Settembre, 2016

Argomenti trattati mostra
1 Come funziona la polisonnografia?
2 Fase REM e NON-REM
3 Quando è indicata la polisonnografia?
4 Cosa aspettarsi quindi, dalla polisonnografia?

Il polisonnigrafo è uno strumento che si occupa di rilevare e registrare durante la notte, alcuni parametri fondamentali per capire se la persona soffre di un disturbo del sonno come ad esempio le apnee notturne. Rileva i parametri dell’attività celebrale, i livelli di ossigeno, il tipo di respirazione.

In base all’evoluzione dei parametri, il medico riesce a stabilire se e di quale disturbo l’individuo soffre. La polisonnografia si può effettuare presso un centro ospedaliero che possiede la giusta strumentazione. I rischi di questo test sono davvero bassi e non sono necessarie grandi preparazioni preliminari.

Come funziona la polisonnografia?

In pratica, il test registra le variazioni fisiologiche che vi sono durante la fase REM e NON-REM. I sensori cutanei sono posizionati sulla cute e collegati mediante i cavi a degli appositi strumenti. Essi vanno a registrare le attività celebrali, il battito del cuore, ma anche i movimenti degli arti e quelli oculari.

E’ un test consigliato a coloro che sospettano di soffrire di un disturbo del sonno. Durante questo esame diagnostico lo scopo dello specialista è quello di capire se ci sono anomalie tra la fase REM e quella NON-REM e soprattutto, quali sono i motivi che portano a questa interruzione del normale riposo.

Fase REM e NON-REM

Perché è così importante che non vi siano anomalie tra fase REM e NON-REM? Parlano di polisonnografia non possiamo certo eludere l’argomento. Tutti noi quando dormiamo, perdiamo momentaneamente la coscienza con una conseguente riduzione delle funzioni biologiche.

Le due fasi principali del sonno sono quella NON-REM, conosciuto come sonno ortodosso, e quella REM, sonno paradosso. Si susseguono l’una all’altra più volte, in circa 4-5 cicli dalla durata di 90 minuti. Solo quando l’alternanza è corretta, il sonno è davvero ristoratore.

Nella fase NON-REM sperimentiamo l’addormentamento, il sonno leggero e il sonno profondo, fino ad arrivare alla quarta fase durante la quale l’organismo si rigenera. Ogni volta che torniamo in questa fase, dura sempre meno perché l’organismo lascia sempre più spazio alla fare REM.

Quest’ultima è caratterizzata da un rapido movimento oculare, è considerata la fase agitata del sonno. Frequenza respiratoria e battito cardiaco aumentano.

Quando è indicata la polisonnografia?

Quando è indicata la polisonnografia?

Di solito il medico sceglie di sottoporre il paziente alla polisonnografia quando sospetta che alla base di un cattivo riposo o comportamenti inconsueti, vi sia uno dei problemi di cui parliamo qui sotto.

  1. Sindrome delle apnee notturne: cioè la respirazione subisce delle interruzioni temporanee.
  2. Narcolessia: questa malattia neurologica porta ad attacchi di sonno frequenti durante la giornata, oltre che una sonnolenza diffusa. Uno dei sintomi caratterizzanti è il fatto di addormentarsi di giorno, nel bel mezzo delle attività normali.
  3. Insonnia cronica: in questo caso la persona non riesce a dormire in modo continuativo praticamente ogni notte.
  4. Bruxismo: quando si digrignano i denti durante le ore notturne, problema molto frequente e soprattutto deleterio per la salute della dentizione.
  5. Disturbi del movimento: movimenti involontari, spesso degli arti inferiori e più raramente di quelli superiori. Una delle più comuni è la RLS, la sindrome delle gambe senza riposo.
  6. Disturbi del comportamento in fase REM: la persona riproduce movimenti vissuti nel sonno. Muovo gambe, braccia, si agitano e parlano in base a ciò che sta accadendo nel mondo onirico.
  7. Disturbi del comportamento in fase NON-REM: si parla in questo caso di sonnambulismo, ma anche di risveglio confusionale.

Cosa aspettarsi quindi, dalla polisonnografia?

Alcune persone si avviano a questo appuntamento con il medico, con una grande ansia. In realtà è bene sapere che si tratta di un test non invasivo e indolore. L’unico “effetto collaterale” riscontrato da alcune persone è una irritazione cutanea a causa dei sensori applicati sulla pelle.

Tutto ciò che viene richiesto preventivamente al cliente, è quello di non bere alcolici e bevande che contengono la caffeina. Questo perché sono sostanze che disturbano il sonno notturno e per tanto vanno ad alterare i risultati.

Si tratta di indicazioni piuttosto semplici, soprattutto perché basta seguire queste indicazioni dal pomeriggio. La polisonnografia viene effettuata di notte, in un centro ospedaliero adibito.

Chiaramente il sonno non s’induce a comando e perciò l’ambiente dove viene svolto il test è il più confortevole possibile. Più simile a una stanza d’albergo che a una di ospedale. All’interno ci sono tutti i comfort per indurre il paziente di uno stato di tranquillità. Oltre agli strumenti normali, sono utilizzati una telecamera e un sistema audio per consentire al personale medico di capire cosa avviene nella stanza e comunicare con il paziente nel caso ci fossero problemi.

Al risveglio viene interrotta la registrazione e il paziente può tornare a casa. Qualche giorno dopo il paziente riceve nella struttura ospedaliera le risposte. I risultati devono essere analizzati da un tecnico del personale e dopo da un medico specializzato.

Dr.ssa Roberta Gammella

Dr.ssa Roberta Gammella

Revisione scientifica e correzione a cura della Dottoressa Roberta Gammella (medico di base). Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
Vedi il profilo completo della Dottoressa Roberta Gammella

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