Tinta in gravidanza: si possono fare o fanno male al feto?

Con la gravidanza i capelli della donna cambiano. Sono belli, lucidi come non mai, si può dire che sono i periodi migliori per la salute dei capelli. In alcuni casi possono essere più spenti ed opachi nei primi mesi, quando il progesterone è alto, ma una volta che la placenta si è formata, gli estrogeni aumentano. Questo determina capelli nutriti, lucenti e più resistenti. Per mantenere i capelli così si consiglia di rinunciare al solito shampoo schiumogeno, che tende ad aprire le squame del fusto.

Così facendo esso diventa più poroso e i capelli si sfibrano e si spezzano con facilità, un vero peccato vista la chioma di questo periodo. La cosa migliore sarebbe quella di usare dell’olio lavante, che contiene oli che sono solubili in acqua e che sono in grado di portare via con sé le impurità e lo sporco. É sufficiente una noce sul palmo della mano, massaggiare bene il cuoio capelluto, emulsionare con acqua e sciacquare. Il risultato è per la futura mamma una chioma pulita, compatta e non untuosa.

L’olio lavante inoltre rende superfluo il balsamo che invece serve con gli shampoo tradizionali. Il balsamo ha in questo caso la funzione di richiudere le squame aperte e di rivestire il fusto con un film protettivo. Inoltre riduce le cariche elettriche date dagli schiumogeni, rendendo la chioma docile e domabile. Anche se durante la gravidanza i capelli sono più belli, non bisogna dimenticare di applicare di tanto in tanto una maschera, che ha un’azione nutriente. Il phon va usato in tutti i casi sempre ad una decina di centimetri dalla chioma e possibilmente a temperatura moderata.

La tintura in gravidanza

Se una donna è abituata a tingersi i capelli, anche quando rimane incinta è davvero difficile riesca farne a meno. Già il corpo cambia forma e in molti casi ella si sente gonfia e a disagio, restare anche con la ricrescita potrebbe davvero renderla triste, quindi non è proprio il caso di trascurare la propria chioma colorata. Soprattutto se c’è qualche capello bianco è davvero difficile rinunciare alla colorazione dei capelli. Dal punto di vista scientifico non sono mai stati fatti test specifici per sapere se le donne in gravidanza possono manifestare problemi gravi di fronte alle tinte, ma pare che la cosa sia davvero improbabile.

D’altra parte bisogna anche però considerare che la cute non è impermeabile e che lo strato più esterno di questa, lo strato corneo, è costituito da cellule attive e metabolicamente vivaci. Questo significa che tutto quello che viene applicato sulla cute interagisce con essa. La pelle, quindi anche la cute, è utilizzata come diffusore di sostanze (basta pensare ai cerotti contraccettivi, agli infiammatori etc.) e quindi assorbe tutto.

La tintura è un processo chimico forte perché prevede l’ossidazione del capello. Questa si fa mediante l’ammoniaca e/o l’acqua ossigenata che va ad intervenire sulla pigmentazione del capello che prende di conseguenza il colore dato da altre sostanze. Il prodotto nel caso della tinta si applica sia sul cuoio capelluto che sul fusto dei capelli.

La tinta in gravidanza si può fare? Sì o no?

Le tinte si sono molto evolute nel corso degli anni e sono andate via, via sempre più migliorando. Le tinture di oggi sono decisamente più delicate rispetto a molti anni fa. Il fatto stesso che un prodotto sia presente in un cosmetico, significa che quello è risultato conforme alle norme stabilite dalla legge 713/86 e quindi non può essere molto dannoso. Ci sono tuttavia mamme che rinunciano a tingersi i capelli e altre che invece non sono disposte a rinunciarvi. La domanda cruciale è: le tinte in gravidanza fanno male?

Le tinte per capelli classiche possono contenere ammoniaca e di conseguenza, come tutte le sostanze chimiche è sconsigliato in gravidanza, specialmente nei primi 3 mesi. L’ammoniaca attraverso il cuoio capelluto potrebbe arrivare al feto perché la barriera placentare non riesce a filtrarla. Di fatto anche attraverso l’inalazione potrebbe arrivarvi, quindi le donne in gravidanza non dovrebbero nemmeno maneggiarla.

Durante i 9 mesi tuttavia la tintura si avrebbe necessità di farla al massimo 3-4 volte, quindi il tempo durante il quale la cute rimarrebbe a contatto con tali sostanze è molto limitato e l’assorbimento sistemico è davvero minimo e in nessun modo tale da causare danni né alla mamma, né al feto. In sostanza la tinta ai capelli si può fare con tranquillità, al massimo per precauzione si consiglia di lasciare passare i primi 3 mesi, che sono quelli durante i quali si costituisce l’embrione. Per il resto, è meglio avere una mamma felice, che una mamma triste con i capelli bianchi.

Le tinture in casa e le alternative naturali

Le tinte con sostanze irritanti per la cute, come ammoniaca, PFD, resorcina andrebbero evitate da soggetti sensibili. Per questo motivo, le mamme dovrebbero prestare attenzione, non tanto per il feto, quanto per il fatto che la pelle durante i 9 mesi è più sensibile. É bene quindi fare attenzione a prodotti che siano delicati. La tinta fai da te è meglio acquistarla di qualità, scegliendo aziende note.

Meglio fare attenzione alle etichette e alle sostanze contenute. In alternativa alle tinte chimiche vi sono le tinture vegetali. Il classico è l’henné. In tutti i casi altrimenti si può cercare di applicare la tinta a qualche millimetro di distanza dall’attaccatura dei capelli. In questo modo si evita o riduce l’assorbimento.

Trattamenti dal parrucchiere consigliati e non

Non tutti i trattamenti dal parrucchiere sono uguali, alcuni si possono fare in tutta tranquillità durante tutti i 9 mesi della gravidanza e altri invece sono sconsigliati. Per quanto riguarda i colpi di sole per esempio non c’è alcun problema, infatti le sostanze non si applicano sul cuoio capelluto, ma sul fusto, fatto di cheratina morta. La parte vitale del capello non viene toccata e quindi il problema non sussiste.

Diverso per la permanente, sconsigliata non per la tossicità ma per lo stress chimico sui capelli e sul bulbo. Anche la stiratura brasiliana  sconsigliata, perché è basata sui cessori di formaldeide, un composto cancerogeno.

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