Le metastasi al fegato sono delle patologie che si sviluppano per colpa di cellule tumorali che si spostano in tale sede da organi differenti in cui si è sviluppato un tumore primario. Le metastasi epatiche, di conseguenza, si caratterizzano per non essere delle cellule del fegato, ma che fanno parte di differenti organi, come il retto, la mammella o il colon. Le metastasi provocate da tali tumori si formano nel fegato perchÊ si tratta di un organo che svolge la funzione di filtro, visto che tramite esso scorrono quasi due litri di sangue al minuto.
Ovviamente il trattamento che viene utilizzato piĂš di tutti è lâoperazione chirurgica. Soprattutto nel caso delle metastasi che iniziano dal colon, il bisturi è la soluzione maggiormente diffusi. Nel caso in cui il numero e la grandezza delle metastasi siano ridotti, allora câè la possibilitĂ che durante lâintervento che va a rimuovere il tumore al colon possano essere rimossi anche i noduli.
Quando le metastasi vengono individuate per la prima volta nella medesima situazione del tumore originario e non câè modo di operare su entrambe le zone, allora si può compiere prima la rimozione dei noduli epatici rispetto allâasportazione del tumore originario. Capita in diverse occasioni che lâequipe di medici stabilisca, prima dellâintervento chirurgico, un ciclo di chemioterapia. In alternativa, possono essere svolte delle terapie locali per fare in modo di diminuire sensibilmente le dimensioni dei noduli. In questa maniera, infatti, la procedura di rimozione sarĂ piĂš veloce e insita di un numero minore di pericoli.
Lâoperazione chirurgica è molto complessa, soprattutto in virtĂš del fatto che il fegato è un organo decisamente vascolarizzato e può sfociare facilmente in emorragie. Quindi, è fondamentale, per la salute del paziente, fare sempre affidamento su centri specializzati in questo campo, che preferibilmente impieghino gli innovativi sistemi di navigazione virtuale. Lâoperazione chirurgica in laparoscopia è chiaramente molto meno invasiva, ma può essere usata solamente in casi ben determinati.
Questo tipo di intervento, infatti, si può eseguire quando i noduli sono localizzati superficialmente o hanno colpito i segmenti anteriori del fegato e ovviamente anche gli altri fattori rendono possibile unâoperazione del genere. In questi ultimi casi viene sfruttato uno strumento a fibre ottiche che, dopo essere entrato allâinterno della parete addominali mediante dei fori, permettono di asportare i noduli.
Nel momento in cui non câè la possibilitĂ di rimuovere in via chirurgica i noduli, il paziente può in ogni caso essere sottoposto ad un trattamento specializzato che mira a diminuirne la grandezza, garantendo unâevoluzione meno aggressiva e rapida della malattia. Il trattamento delle metastasi si può eseguire in diverse maniere, come ad esempio sfruttando tecnologie di imaging TC, oppure mediante ecografia, risonanza magnetica e radiografia. Tali terapie spesso si servono di un ago che va a diretto contatto con la metastasi attraverso la pelle. In alternativa viene impiegato il catetere, che viene inserito allâinterno dellâarteria che garantisce il sangue alla massa tumorale.
Le metastasi, quando insorgono a partire da zone come il seno, il melanoma o il polmone si possono distruggere con terapie di calore, sfruttando le onde laser, onde radio oppure microonde. In questâultimo caso, tali microonde vanno a colpire la massa tumorale surriscaldandola, esattamente come si trovasse allâinterno di un forno a microonde. Lâimpiego, invece, di freddo intenso, andando a effettuare un vero e proprio congelamento della metastasi è attualmente una soluzione meno diffusa in confronto a qualche decennio fa. Le terapie di calore possono essere eseguite anche allâinterno di unâoperazione chirurgica. Ciò può avvenire nel caso in cui ci siano delle metastasi che non possono essere rimosse senza mettere a rischio la salute del paziente. In alternativa, si tratta di trattamenti utili per offrire una speranza di vita maggiore ai pazienti con recidiva, che hanno giĂ subito diversi interventi e vari cicli di chemioterapia, oppure nei casi in cui non sono nelle condizioni di salute tali da poter essere sottoposti ad un intervento chirurgico di asportazione delle metastasi.
Si tratta di una tecnica denominata SIRT (Selective Internal Radiotherapy Therapy) che prevede lâinserimento di un catetere allâinterno dellâarteria epatica, tramite il quale poi viene iniettato un mezzo di contrasto, per localizzazione in maniera precisa la massa tumorale. Successivamente si invia verso il nodulo un certo dosaggio di microsfere radioattive che possano colpirla in maniera efficace, senza provocare danni particolari al tessuto che si trova tutto intorno. Ă sicuramente una delle terapie che promettono meglio, soprattutto quando è associata con la chemioterapia e quando viene utilizzata in situazioni in cui le metastasi non possono essere rimosse con unâoperazione chirurgica.
Mediante quellâarteria epatica che garantisce nutrimento e sangue alle metastasi si può anche decidere di inviare un elevato dosaggio di farmaci che vanno a colpire la massa tumorale, avendo come scopo quello di diminuire gli effetti collaterali che si hanno, ad esempio, con la chemioterapia localizzata. Si tratta di unâaltra tecnica che viene impiegata quando le metastasi non si possono asportare chirurgicamente, anche se in realtĂ ha una diffusione minore rispetto a qualche anno fa.
Insieme allâoperazione chirurgica, alla preparazione o ad altri tipi di interventi, il paziente può essere sottoposto a cicli di chemioterapia o terapie a base di farmaci innovativi specifici come cetuximab e bevacizumab. In modo particolare questâultimo farmaco risulta avere unâefficacia piĂš alta in tutti quei pazienti che non soffrono di mutazioni di un gene specifico denominato KRAS.