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Alluce rigido, quando il piede soffre di artrosi

Pubblicato da
Lorenzo

Quando parliamo di alluce rigido, indichiamo una conseguenza dell’artrosi primaria o secondaria, che ha colpito l’articolazione metatarso falangea. Questa condizione provoca nel malato, scarsa mobilità in associazione con dolore, e tendenzialmente con la presenza di osteofiti dorsali che si trovano tra la testa del primo metatarso e la base della falange prossimale, che a loro volta rendono difficile il movimento di estensione del dito alluce durante la camminata.

Cause

Alla base di questa patologia esistono moltissimi fattori che possono o meno concorrere alla formazione dell’alluce rigido, ora vedremo insieme le principali:

  • Primo dito del piede troppo lungo e che a causa di questo è responsabile di ripetutiti microtraumi per il contatto con le scarpe.
  • Primo metatarso dalla forma piatta che modifica il normale movimento durante la camminata dell’articolazione metatarso-falangea, favorendo in questa maniera la comparsa di artrosi primaria.
  • Pronazione del metatarso con angolo di incidenza alterato al suolo ed insufficienza meccanica.
  • Presenza di lesione osteocondrale della testa del primo metatarso
  • Malattie sistemiche come i reumatismi e la gotta, oppure infiammazioni causate da artrite reumatoide o traumatologiche o insuccessi di precedenti interventi chirurgici come l’alluce valgo.

Trattamenti

In base alla gravità della patologia ed allo stadio in cui si trova l’articolazione metatarso-falamgea, possono variare le terapie ed i trattamenti da far eseguire al paziente. Il primo obiettivo è quello di diminuire l’infiammazione locale intrarticolare.

Quando la patologia è lieve, potrebbe essere sufficiente la sola assunzione di farmaci antinfiammatori, oppure le terapie fisiche, oltre alla riduzione delle forze di estensione dell’articolazione metatarso falangea, ottenuta tramite il cambio delle calzature, utilizzando quelle adeguate con una suola rigidità e di tipo balance, ovvero sufficientemente larga e comoda in maniera tale da evitare conflitto e costrizione nella regione interessata.

Per i pazienti che non trovano benefici nei metodi sopra elencati e che agli esami radiologici mostrano l’alluce rigido in uno stadio avanzato con presenza di dolore articolare persistente e ridotta mobilità e funzionalità, e che intendono mantenere uno stile di vita dinamico e praticare attività sportiva di tipo agonistico o meno, possono rivolgersi all’intervento chirurgico, da effettuare solo da mani esperte. Anche in questa patologia, la tecnica chirurgica mininvasiva potrebbe risolvere il problema.

Ora descriveremo degli esami chirurgici che possono essere effettuati tutti oppure in parte in base alla gravità della patologia:

  • Esostosectomia globale: tale pratica libera l’articolazione metatarso falangea con ulteriore eliminazione degli osteofiti, inoltre provoca la decompressione della capsula articolare ed aumenta l’arco di movimento e diminuisce di conseguenza il dolore.
  • Osteotomia cuneiforme della falange prossimale: l’esecuzione di tale pratica aumenta l’estensione dell’articolazione MF a seguito dell’accorciamento del primo dito del piede con la diminuzione di continui traumi ed effetto biologico ed inoltre provoca la diminuzione della pressione intravascolare a livello della falange interessata.
  • Osteotomia cuneiforme del primo metatarso: con tale pratica si ottiene lo stesso effetto dell’osteotomia eseguita nella falange ed inoltre aumenta l’estensione e gli effetti biologici a livello metatarsale. Tale intervento si esegue con anestesia locale ed il decorso post-operatorio è rapido infatti dopo pochissimi giorni, il paziente può iniziare a deambulare con una normalissima scarpa con suola flessibile in maniera tale da esercitare l’alluce aumentando di conseguenza la sua mobilità.
  • Atrodesi metatarso-falangea dell’alluce: tale pratica si applica quando la decompressione metatarso-falangea dell’alluce è inefficace e sintomi che provoca sono forte dolore persistente proprio come avviene in presenza di artrosi avanzata, oppure nelle patologie autoimmunitarie come l’artrosi reumatoide o per le lesioni post-traumatiche, e consiste nella fissazione chirurgica dei capi articolari coinvolti. Il blocco dell’articolazione si esegue in maniera tale da poter garantire una leggera estensione metatarso falangea in maniera tale da permettere una normale andatura durante la camminata ed è consentito inoltre l’utilizzo di un tacco dalla misura moderata.

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Lorenzo