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Sternocleidomastoideo, che cos’è e come riconoscere i dolori a questo muscolo

Pubblicato da
Lorenzo

Il muscolo sternocleidomastoideo, o sternocleidomastoide, si presta ad alcune delle più interessanti sindromi miofasciali. Il muscolo – come d’altronde suggerisce il suo nome – consiste di due divisioni: quella esterna e anteriore è in grado di inserirsi nello sterno e nella clavicola mentre l’altra, quella posteriore e interna, si attacca alla clavicola. L’origine comune del muscolo è nel processo mastoideo.

A cosa serve

Le funzioni del muscolo sternocleidomastoideo includono la rotazione verso il lato opposto del viso o verso l’alto, e quando si lavora bilateralmente, la flessione della testa e del collo in avanti e indietro, oltre a limitare l’iperestensione, come ad esempio in un colpo di frusta in un incidente d’auto.

Inoltre, il muscolo sternocleidomastoideo è secondario nell’inalazione polmonare. Ospitano anche i corpi dei propriocettori nervosi, in particolare per quanto riguarda le informazioni sui nervi relative alla posizione della testa rispetto al corpo.

Sintomi di problemi

I problemi causati dai punti “trigger” negli sternocleidomastoidi includono sia una sensazione di dolore che problemi di natura autonoma e propriocettiva. Tuttavia, si deve notare immediatamente che il dolore al collo non è solitamente causato da punti trigger del muscolo sternocleidomastoideo, bensì da altri muscoli, rendendo dunque ben più complicata la diagnosi per eventuali problemi di salute a questa importante parte del corpo.

Detto ciò, i punti trigger in questo muscolo causano un’enorme quantità di problemi diversi e sono spesso difficili da identificare per coloro che non hanno familiarità con le sindromi miofasciali.

Questi sintomi possono includere ad esempio un dolore generale in questa area, problemi di equilibrio, disturbi visivi, sintomi sistemici. Più nel dettaglio, pur non essendo un elenco esaustivo, possiamo certamente rammentare come alcuni dei principali problemi allo sternocleidomastoideo includano sintomi come:

  • dolore nell’articolazione temporomandibolare;
  • dolore nell’orecchio;
  • emicrania e quasi ogni tipo di mal di testa;
  • dolore facciale simile alla sindrome del trigemino;
  • dolore nei denti;
  • dolore nella deglutizione:
  • vertigini e in casi estremi, svenimento;
  • sordità temporanea parziale;
  • disturbi nella percezione del peso degli oggetti;
  • visione offuscata o doppia;
  • occhi “acquosi” e arrossamento degli occhi;
  • palpebre cadenti;
  • congestione nasale e sinusale, sintomi di sinusite;
  • tosse secca;
  • fronte pallida e fredda.

Ad ogni modo, l’elenco dei possibili sintomi è così  lungo da non poter certamente essere riassunto in queste poche righe. Di fatti, è anche possibile che la determinante di tali problemi possa essere più semplicemente trovata in piccole contrazioni muscolari, completamente indipendenti da situazioni più serie al muscolo sternocleidomastoideo. È quindi ovvio che questi sintomi possono dare origine alle diagnosi più varie e – potenzialmente – errate, richiedendo pertanto nuovi esami.

Cause e fattori di rischio dei problemi

Mentre gli episodi traumatici come il colpo di frusta in un incidente automobilistico possono scatenare sindromi miofasciali, il più delle volte le cause si trovano in una postura difettosa o nello squilibrio anatomico della testa.

Un’osservazione importante da fare riguardo al paziente è se la testa è posizionata troppo in avanti rispetto alle spalle. Se si sostiene la schiena e la testa contro il muro, lo spazio della lordosi cervicale tra il collo e il muro dovrebbe essere di pochi centimetri. Se questo spazio è molto più grande c’è probabilmente un problema posturale accentuato, che andrà a sovraccaricare il muscolo sternocleidomastoideo (e anche altri muscoli), costringendoli a fare lavori continui per permettere al viso di essere rivolto in avanti invece che verso il basso.

È quindi fondamentale correggere questi difetti posturali, altrimenti la sindrome riapparirà anche se trattata con successo in un primo momento.

Come si trattano i problemi

Non tutti sanno che il muscolo sternocleidomastoideo è uno dei pochi che ha bisogno quasi esclusivamente di un trattamento adottando la tecnica della c.d. mano a tenaglia. Sarà dunque sufficiente afferrare il muscolo tra il pollice e le dita della mano e “arrotololare” le fibre muscolari tra le dita per trovare le bande tese e i punti “trigger”.

Dopo aver identificato questi, è sufficiente aumentare la pressione. Si noti che che il muscolo è formato da due rami, quello sternale e quello clavicolare, e che quindi è opportuno occuparsi di entrambi. Inoltre, il muscolo è soggetto a punti di innesto di inserimento ad entrambe le estremità (cioè sia al processo mastoideo che allo sterno e alla clavicola), e in queste aree sarà opportuno utilizzare invece la mano dritta o le dita rinforzate o le tecniche del pollice.

Il massaggio del muscolo sternocleidomastoideo così eseguito può essere piuttosto doloroso, e quindi è meglio non esagerare, ma piuttosto ritornare su molte sedute per ottenere un massimo beneficio senza causare eccessivo stress al paziente.

Per quanto intuibile, il trattamento dovrà essere effettuato da personale esperto in grado di agire con tali applicazioni in modo sicuro e professionale.

Lorenzo