Quando i bambini disegnano non fanno altro che parlarci, in un modo tutto loro ci comunicano quello che provano e che vedono.
I bambini disegnano già dai primi mesi di vita e disegnare non è solo un passatempo: attraverso quelle linee, quei tratti e quei colori, raccontano emozioni, pensieri e vissuti che faticano a esprimere a parole.
Quando un adulto si approccia al disegno infantile è fondamentale comprendere l’importanza di quei segni che tracciano sul foglio, e dobbiamo accompagnarli nella loro crescita con attenzione e rispetto.
Il disegno infantile si sviluppa seguendo il ritmo della crescita motoria e mentale del bambino e segue delle tappe fondamentali:
Osservare i disegni dei bambini è molto più di un gioco: è un modo per entrare nel loro mondo, costruire fiducia e camminare al loro fianco mentre imparano a conoscere sé stessi e gli altri.
Quando un bambino ci mostra un suo disegno, il nostro istinto è spesso quello di dire: “Che bello!”. È un commento gentile, ma rischia di chiudere subito il dialogo e anche di incoraggiare il bambino a disegnare per ricevere un complimento, e non per un suo proprio piacere.
Il disegno è molto di più di un prodotto da giudicare: è un racconto e ogni racconto merita di essere ascoltato. Invece di lodare, possiamo fermarci un momento e chiedere: “Mi racconti cosa hai disegnato?” oppure “Chi sono questi personaggi?”. Con queste semplici domande, diamo al bambino la possibilità di esprimersi davvero, di dare voce a ciò che ha dentro.
Un altro aspetto fondamentale è evitare commenti come “manca questo” o “non si capisce bene”. Il disegno di un bambino non va corretto: va accolto. Anche se ai nostri occhi può sembrare strano o incompleto, per lui ha un significato profondo e solo ascoltandolo possiamo scoprirlo. Serve anche tanta curiosità sincera. Mettersi alla sua altezza, senza preconcetti, e lasciarsi guidare dal suo racconto.
Quando un bambino sente che il suo disegno viene accolto con interesse e rispetto, si sente riconosciuto e cresce sapendo di avere uno spazio in cui può essere sé stesso, senza paura di essere giudicato.
L’adulto non specializzato, non deve interpretare o cercare significati nascosti: bisogna solo esserci ed essere attenti. Bisogna lasciare le interpretazioni ai professionisti, anche perché chi non ha una specifica formazione può travisare o proiettare una sua visione, invece di osservare con competenze, che solo professionisti del settore possono avere.
Articolo a cura della Dott.ssa Aurora De Santis, grafologa, esperta in educazione e ri-educazione del gesto grafico, grafologa dell’età evolutiva, grafologa forense dell’età evolutiva e grafologa forense e giudiziaria civile e penale, iscritta all’A.G.P. (Associazione Grafologi Professionisti) al n. 9/171.