Altroconsumo presenta le sue analisi complete sul tonno in scatola: ecco tutti i dati per una scelta consapevole del consumatore.
Il tonno in scatola è uno di quegli alimenti sempre presenti nelle nostre dispense. Simbolo in internet degli studenti fuori sede, si presenta come un alimento utile per riuscire a mangiare pesce contenendo i costi con lunghe scadenze. Ma qual è il miglior tonno in scatola? A questa domanda ha dato una risposta la classifica dell’associazione di Altroconsumo, che abbiamo, in parte, abbiamo già raccontato.
Ad oggi il tonno in scatola costituisce il 79% del fatturato totale nel settore delle conserve ittiche italiane. Le vendite, infatti, ammontano a 94.442 tonnellate, generando un fatturato di 1.164 milioni di euro. Questi dati mostrano quanto questo prodotto sia consumato e, quindi, quanto sia importante un controllo che ci permetta di capire quale sia la situazione generale nel mercato.
Come abbiamo potuto leggere nel precedente articolo, il tonno che ha preso il punteggio più alto è il Rio Mare pescato a canna. Oltre ad essere il migliore, secondo i dati di Altroconsumo, questo tonno in scatola è anche la scelta più sostenibile possibile sul mercato. Infatti questo prodotto si è distinto come il migliore nel test per qualità e sapore, rispettando, inoltre, tutti i rigorosi criteri ecologici. Scegliere sostenibile significa saper riconoscere anche le varie etichette, come “Dolphin Safe“, che assicura che nessun delfino sia stato ucciso durante la cattura del tonno o, ancora, come “MSC Marine Stewardship Council” e “Friend of the Sea” che garantiscono che i pesci di una determinata specie siano pescati in zone che non sono sfruttate oltre limite.
Altroconsumo, quindi, attraverso le sue analisi, ci permette di fare delle scelte più oculate. L’informazione sicuramente più interessante è la differenza fra vetro e lattina. La ricerca ha constatato come questa differenza sia sostanzialmente percepibile nel gusto. Il tonno in lattina offre, comunque, ottime qualità non inferiori al tonno in vetro. Un’informazione importante che si posiziona all’interno di un panorama dove il tonno in vetro costa in media 45 euro al kg, in rapporto ai 24 euro al kg del tonno in scatola.
Parlando puramente di analisi, Altroconsumo ci informa che di tutti i tonni analizzati nessuno ha presentato dichiarazioni false sulla quantità di acidi grassi. Possiamo dire la stessa cosa per i dati sul contenuto di Istamina, azoto basico volatile e il numero di perossidi, dove tutti i tonni in scatola hanno superato i controlli, a parte per il tonno Nostromo basso in sale, che ha presentato alterazione dell’olio. Notizie altrettanto positive nei dati recuperati sul mercurio, cadmio e stagno, significativamente inferiori ai limiti previsti dalla legge.
Lorenzo Angelini