Nei cieli della Colombia è comparso un oggetto non ben identificato che poi è atterrato o caduto. Cos’è e cosa dicono gli studiosi
Sull’esistenza o meno degli ufo si dibatte ormai da tempo con tesi e opinioni diverse in merito ma il mondo non finisce mai di stupirci. È da diverse settimane ormai, infatti, che gli scienziati si stanno interrogando sulla natura di una sfera metallica volante arrivata letteralmente dal cielo e poi caduta o atterrata.
È quello che è accaduto nei cieli di Buga, in Colombia lo scorso 2 marzo. Da allora l’oggetto più unico che raro è sotto osservazione e non si riesce a capire se sia una tecnologia extraterrestre, arte moderna o cos’altro.
Le immagini della sfera volante comparsa nei cieli della Colombia hanno fatto il giro del mondo e su di essa si sono espressi scienziati e non solo. Sono state formulate delle teorie, sono nati dubbi, si sono alimentate speranze.
Da quando è arrivata sul suolo terrestre il ricercatore José Luis Velázquez la sta osservando e studiando, ogni giorno, nel suo laboratorio e ne descrive la profonda particolarità e stranezza: “Non ha saldature né giunture visibili, è composta da tre strati metallici e, all’interno, da nove microsfere”.
Per lo studioso è “una struttura senza precedenti”. Sulla superficie della sfera, secondo Velázquez, ci sarebbero incisi simboli non identificabili. Definire cosa sia al momento non è facile ma in ogni caso resta un oggetto rarissimo: “non ho mai visto nulla di simile” dice Velázquez.
Sulla natura della sfera volante sono intervenuti molti studiosi e ricercatori. Tra questi anche la fisica e neuroscienziata Julia Mossbridge dell’Università di San Diego che parla di “un progetto artistico molto ben riuscito”.
La studiosa, infatti, ci va con i piedi di piombo e specifica che prima di parlare di Ufo o di un oggetto anomalo è necessario che la sfera venga analizzata dal Galileo Project, un progetto di ricerca scientifica fondato dall’astrofisico di Harvard Avi Loeb che si occupa di individuare evidenze di tecnologia o civiltà extraterrestre.
Su People la neuroscienza Mossbridge ha sottolineato che proprio la strada del Galileo Project è quella da seguire. Affidarsi dunque alla scienza senza condizionamenti politici o sensazionalismi per comprendere di cosa si tratti davvero.
La sfera di Buga al momento resta al centro di studi, ipotesi e anche fantasie. Conferma solo una cosa al momento: che l’uomo è attratto e nello stesso tempo spaventato da tutto quello che è ignoto. Mossbridge sottolinea che: “È giusto indagare, è giusto farsi domande” e che questo oggetto così strano al centro di studi e interrogativi ci dimostra che non sempre l’uomo può avere il controllo su tutto e che si dovrebbe riconoscere, conclude la studiosa, “che ci sono cose più grandi di noi”.