Monster+su+Netflix%2C+se+ti+piace+la+serie+forse+dovresti+sapere+cosa+ne+pensano+gli+psicologi
inranit
/2025/10/19/monster-su-netflix-se-ti-piace-la-serie-forse-dovresti-sapere-cosa-ne-pensano-gli-psicologi/amp/
Salute e Benessere

Monster su Netflix, se ti piace la serie forse dovresti sapere cosa ne pensano gli psicologi

Pubblicato da
Francesca Di Marco

Monster su Netflix sta appassionando milioni di utenti, ma se ti piace un po’ troppo guardarla forse dovresti sapere cosa pensano gli psicologi.

Monster continua la sua saga, e dopo Jeffrey Dhamer e i fratelli Menendez, è arrivata la storia su Ed Gein. Killer che ha commesso orrori che non si sono fermati all’uccisione delle sue vittime ma a “collezionare” parti del corpo per ricrearne oggetti di arredo, come delle ciotole. La sua oscurità ha ispirato i personaggi più angoscianti del cinema moderno e la sua storia fa rabbrividire chiunque la ascolti (o in questo caso, la veda nelle puntate sulla piattaforma Netflix).

Perchè piace tanto questa serie? Rispondo gli psicologi (inran.it)

In lui emerge tutto ciò che l’amore non dovrebbe essere, quello che si trasforma in ossessione dopo un passato di abusi e una madre eccessivamente fissata con la religione. Nella serie tv, la follia che si celava dietro la famiglia emerge in ogni istante. E la serie Netflix, è un contenuto che divide, ma in particolar modo fa sorgere una domanda: perchè sembrano tutti attratti dal male?

Monster, gli psicologi avvertono: “Potrebbe segnalare un disagio emotivo”

La stagione su Ed Gein è senza dubbio ispirata a uno dei criminali più disturbanti della cronaca americana, ma che ha conquistato il pubblico con Charlie Hunnam nei panni del killer. Un personaggio inquietante, una storia vera che divide l’opinione pubblica. Alcuni parlano di spettacolarizzazione altri di una eccessiva empatia.

Nonostante questo, milioni di persone si ritrovano incollate allo schermo. E quindi è spontaneo chiedersi cosa ci sia in questo tipo di contenuto che funziona talmente bene da trasformarsi in uno dei titoli più visti sulla piattaforma?

Ed Gein interpretato da Charlie Hunnam (inran.it)

A rispondere uno studio recente, pubblicato su ResearchGate e condotto su centinaia di partecipanti. Guardare contenuti true crime non è una semplice scelta casuale, ma un comportamento che può essere spiegato attraverso caratteristiche psicologiche molto precise. Infatti secondo i ricercatori, molte persone si avvicinano a queste storie per gestire la paura, sentirsi più preparati davanti il pericolo o ancora poter esplorare il male in uno spazio sicuro.

In un certo senso è come se il pericolo diventasse accettabile solo quando è chiuso dietro a uno schermo. La tensione, l’orrore, il brivido diventano strumenti per sentire qualcosa, in modo intenso ma sempre controllato. Secondo lo studio, alcuni utenti trovano conforto nella conoscenza del crimine. Sapere il come si è svolto, o quali segnali premonitori ci sono stati, portano a ragionare su quali errori potevano essere evitati. E’ una sorta di difesa psicologica.

L’ansia, l’irrequietezza, a volte anche il trauma personale, trovano un canale sicuro in cui manifestarsi. È come un’esposizione guidata a qualcosa che fa paura, ma che allo stesso tempo è già successo. Non può più colpire, e per questo diventa “gestibile”.

La psicologa Thema Bryant ha spiegato che alcune persone cresciute in ambienti pieni di tensione o stress possono associare quella sensazione al proprio equilibrio. Per loro, guardare un contenuto crime è quasi rilassante, perché richiama uno schema emotivo conosciuto. Il trauma, in questi casi, non viene evitato, ma rivissuto in una forma accettabile.

Anche la docente di giustizia penale Elizabeth Jeglic ha evidenziato come questo comportamento possa rappresentare una forma di esposizione indiretta a ciò che ha lasciato un segno, quasi un modo per rimettere ordine in qualcosa che è stato vissuto come caotico.

Gli esperti parlano chiaro: non è la serie in sé a essere un problema, quanto il ruolo che assume nella vita delle persone. Quando questo tipo di contenuti diventa centrale nella quotidianità, se utilizzato per evadere costantemente o per sostituire il relax con l’adrenalina del crimine, potrebbe segnalare un disagio emotivo più profondo.

Francesca Di Marco

Pubblicato da
Francesca Di Marco