Cappotto termico, tutti lo hanno installato alle pareti esterne ma andava all’interno: lavoro da rifare
Pubblicato da
Lorenzo Maffettone
19 minuti fa
Per anni ci hanno ripetuto che “fuori è sempre meglio”. Così abbiamo impalcato facciate, speso cifre importanti e aspettato miracoli.
Poi l’inverno è arrivato: stanze tiepide solo vicino ai termosifoni, bollette che non calano come promesso e, in qualche caso, macchie scure agli angoli. La sensazione? Di aver sbagliato lato.
Cappotto termico, tutti lo hanno installato alle pareti esterne ma andava all’interno – inran.it
La svolta: perché (in alcuni casi) il cappotto interno è la scelta giusta
No, il cappotto esterno non è “sbagliato” in assoluto. Ma non è neppure la panacea. Ci sono situazioni in cui l’isolamento dall’interno batte il cappotto esterno per efficacia, tempi e costi.
Quando l’interno vince sul fuori
• Facciate vincolate o condominio “impossibile” Palazzi storici, regolamenti condominiali, distacchi dai confini: fuori non si può. Dentro sì, subito e senza assemblee infinite.
• Interventi mirati dove serve davvero Hai una parete nord gelida o una testata d’angolo? Con l’interno tratti solo le superfici critiche, eliminando i ponti termici locali (spallette, travi, nicchie) con precisione chirurgica.
• Comfort rapido nelle case usate a orari L’isolamento interno riduce l’inerzia: la casa si scalda (e si raffresca) più in fretta. Perfetto per seconde case, uffici, appartamenti vissuti solo la sera.
• Cantine, mansarde e ampliamenti Dove l’esterno è complesso o costoso (coperture articolate, pareti interrate), l’interno è spesso l’unica soluzione sensata.
• Budget sotto controllo Senza ponteggi e con meno superfici, il rapporto costo/beneficio può essere migliore, soprattutto se combini isolamento + sigillature + correzione ponti termici interni.
“Ma l’interno fa condensa e muffa”: vero solo se fatto male
Ecco come si fa sul serio il cappotto termico – inran.it
Il problema non è l’idea, è l’esecuzione. Un sistema interno progettato correttamente gestisce il vapore e mantiene le superfici calde e asciutte.
Ecco come si fa sul serio:
• Analisi igrotermica prima di tutto Si valutano stratigrafie, clima, uso della casa. Niente “lastre a caso”: si dimensiona lo spessore e si sceglie il materiale giusto.
• Materiali adatti allo scopo Calcio silicato, fibre minerali, pannelli igroregolanti, aerogel o EPS con barriera al vapore integrata: si scelgono in base a traspirabilità, spessori, umidità presente.
• Barriera o freno al vapore dove serve Continuo, nastrato, senza interruzioni. È qui che si vincono (o si perdono) le battaglie contro la condensa interstiziale.
• Giunzioni e dettagli curati Spallette finestre, attacchi a soffitto/pavimento, prese e scatole: i ponti termici si eliminano con pezzi dedicati, non con “schiuma e speranza”.
• Ventilazione affidabile Una VMC puntuale o centralizzata mantiene l’umidità sotto controllo e l’aria fresca, riducendo drasticamente il rischio muffe.
Esterno vs interno, senza slogan
• Cappotto esterno Ottimo quando l’edificio lo consente e si può “avvolgere” tutto senza interruzioni. Richiede ponteggi, tempi più lunghi, coordinamento condominiale e attenzione ai dettagli costruttivi.
• Cappotto interno Ideale per interventi selettivi, tempi rapidi, cantieri “a stanza” e budget più agili. È più sensibile alla corretta gestione del vapore, ma se progettato bene offre comfort immediato e risultati solidi.
Cosa valutare PRIMA di decidere
1. Diagnosi: termografia, igrometria, verifica infiltrazioni e risalite.
2. Strategia: isolare SOLO dove serve, correggere i ponti termici, sigillare l’involucro.
3. Materiali: certificati e coerenti con il tuo clima e le tue pareti.
4. Dettagli: nodo finestra, cassonetti, impianti a parete.
5. Aria interna: VMC o ricambi d’aria programmati.
6. Sinergie: infissi performanti, schermature solari e regolazione dell’impianto.
Quanto può convenire
Se ben dimensionato e posato, anche un isolamento interno può portare a tagli significativi dei consumi e, soprattutto, a un comfort molto più percepibile (addio pareti “ghiaccio” e ambienti umidi). La differenza non la fa il “dentro o fuori” in sé, ma la qualità del progetto.
In sintesi
Se hai pensato che il cappotto esterno fosse l’unica strada, potresti scoprire che per la tua casa non è così. In molte situazioni, il cappotto interno è la scelta più intelligente: mirata, veloce, spesso più economica e capace di risolvere davvero i problemi dove nascono. Prima di spendere, pretendi una valutazione tecnica seria e una progettazione igrotermica: solo così eviti errori costosi e ti garantisci una casa calda d’inverno, fresca d’estate e senza muffe—anche partendo dall’interno.