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Supporto al paziente

Riforma della legge 104: che cosa cambia da gennaio, modifiche attese da anni

Pubblicato da
Gabriele Mastroleo

Dal primo gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità per chi beneficia della Legge 104/1992, una delle norme cardine per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità.

Con la nuova Legge di Bilancio, il governo Meloni ha introdotto una serie di modifiche che mirano a rafforzare il sostegno ai caregiver familiari e ai lavoratori affetti da patologie croniche o invalidanti, andando così totalmente a riformare la Legge 104 del 1992, che tutela i diritti delle persone con disabilità attraverso l’assistenza e l’integrazione sociale. Si tratta di una riforma attesa da anni, che riconosce finalmente il valore sociale ed economico del lavoro di cura svolto ogni giorno da milioni di italiani.

Riforma della legge 104: che cosa cambia da gennaio, modifiche attese da anni (Inran.it)

La prima grande novità riguarda i permessi retribuiti, infatti, oltre ai tre giorni mensili già previsti dalla precedente e comunque datata normativa, dal 2026 i lavoratori affetti da malattie oncologiche, croniche o invalidanti ovvero con invalidità pari o superiore al 74% potranno usufruire di 10 ore aggiuntive all’anno per visite, esami o terapie mediche. Le stesse ore saranno garantite anche ai genitori di figli minorenni con le stesse patologie.

Congedo e permessi retribuiti con la riforma della legge 104

Queste ore saranno retribuite come una normale giornata di malattia, a carico del datore di lavoro, per cui dopo verranno rimborsate a questi dall’Inps: è un riconoscimento concreto per chi, oltre alla malattia, deve affrontare una complessa gestione quotidiana di cure e visite mediche. Novità anche per il congedo straordinario fino a 24 mesi già previsto dalla normativa, per il quale è ora prevista l’applicazione più ampia.

Congedo e permessi retribuiti con la riforma della legge 104 (Inran.it)

Non solo i familiari di persone con disabilità grave, ma anche i lavoratori affetti da malattie oncologiche o croniche invalidanti potranno richiedere fino a due anni di sospensione dal lavoro, senza retribuzione ma con conservazione del posto e accesso prioritario allo smart working al rientro. Nel periodo di congedo, non è possibile svolgere altre attività lavorative, ma il periodo non comporta la perdita del posto. Per i lavoratori autonomi, la sospensione è di 300 giorni all’anno.

Un fondo dedicato ai caregiver familiari

La vera svolta arriva però sul fronte del riconoscimento del caregiver familiare: con la Legge di Bilancio 2026, il governo ha istituito un fondo ad hoc per il sostegno del ruolo di cura e assistenza non professionale. Dopo il tentativo del 2018, le risorse vengono finalmente separate dai capitoli di spesa per la disabilità e destinate specificamente a questa figura. Il nuovo fondo disporrà di 1,15 milioni di euro nel 2026 e 207 milioni di euro l’anno a partire dal 2027.

Un fondo dedicato ai caregiver familiari (Inran.it)

L’obiettivo è quello di di definire una normativa organica che riconosca al caregiver tutele economiche, previdenziali e formative: questo perché, secondo i dati Istat, in Italia ci sono oltre 7 milioni di caregiver familiari, in maggioranza donne. Sono persone che si occupano di anziani, malati cronici o disabili, spesso senza alcun compenso e con pesanti ripercussioni sulla salute e sulla vita lavorativa. Nel complesso, possiamo parlare di piccoli passi avanti, attesi davvero da molti anni.

Gabriele Mastroleo

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Gabriele Mastroleo