Un disinfettante molto usato in Italia, soprattutto in passato, e legato all’infanzia di molti, è però da anni bandito in molte parti del mondo.
Per molti italiani è un disinfettante legato all’infanzia: quella bottiglietta rossa sempre presente nel cassetto dei medicinali, pronta a disinfettare ginocchia sbucciate e piccole ferite. Da anni, però, il Mercurio Cromo – o la sua versione moderna, il Neomercurocromo – è oggi bandito in gran parte del mondo, ma non in Italia, dove continua a essere venduto e utilizzato liberamente. In molti si chiedono perché questo disinfettante, apparentemente innocuo, è finito sotto accusa e cosa si rischia.
La terapia farmacologica si è evoluta grazie ai progressi scientifici, medici e tecnologici, ma anche in risposta alle esigenze di salute pubblica e alle dinamiche del mercato: si tratta di un’evoluzione che è partita alla fine dell’Ottocento, con la nascita della farmacia moderna, e che in molti Paesi, come ad esempio gli Usa, prevede delle regole ferree. Proprio negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi, il Mercurio Cromo è stato messo fuori legge.
A fare compagnia a questo disinfettante, ci sono tra gli altri il primo analgesico e antipiretico sintetico, nato nel 1886 e oggi considerato altamente tossico, oppure uno dei primi farmaci chemioterapici, usato a partire dal 1910, o ancora il primo antibatterico efficace e la prima penicillina immessa sul mercato come antibiotico. Nello specifico, il Mercurio Cromo è un antiseptico topico utilizzato per la disinfezione di ferite superficiali, abrasioni e piccole ustioni.
Come ci ricordiamo bene, per averlo “testato” almeno una volta da bambini, bastavano una o due gocce sulla parte lesa, una o due volte al giorno, fasciando poi con un bendaggio sterile, e in pochissimi giorni la guarigione era garantita. Quella che noi utilizzavano era già la versione aggiornata a base di Eosina, Cloroxilenolo e Propilenglicole, mentre la sua versione originale prevedeva la maggiore presenza del mercurio, che come sappiamo è altamente tossico e oggi è in parti minime.
A un certo punto, molti Paesi scelgono però di ritirare dal commercio anche il Neomercurocromo: non perché fosse improvvisamente riconosciuto come velenoso, ma per una ragione più complessa. Infatti, in Italia viene ancora venduto anche perché non è stata fatta una revisione del prodotto, invece negli Usa o in Brasile, nel corso degli anni, le normative sulla sicurezza dei farmaci da banco si sono fatte più severe.
A quel punto, nessuna casa farmaceutica se l’è sentita di portare avanti dei test per dimostrare la sicurezza secondo gli standard moderni del mercurio cromo. Così, di default, questo è stato dichiarato non sicuro per la salute e appunto ritirato dal mercato dei farmaci da banco, che si possono prescrivere senza ricetta medica. Inoltre, la presenza seppur minima di mercurio ha sollevato preoccupazioni ambientali e sanitarie: si potrebbero rischiare danni neurologici, epatici e renali, sebbene non ci siano casi riscontrati.