Quali sono i criteri che rendono un olio da cucina “buono”, per molti la risposta non è scontata: dietisti e nutrizionisti non hanno dubbi.
Olio da usare in cucina: vi siete mai chiesti quale sia la scelta più sana in assoluto? In primo luogo, un buon olio da cucina si distingue per la qualità dei grassi che contiene: sono preferibili quelli monoinsaturi, mentre è meglio limitare i grassi saturi e un eccesso di acidi omega-6. Un altro aspetto importante è la resistenza al calore, cioè la capacità dell’olio di non ossidarsi o deteriorarsi durante la cottura, mantenendo così intatte le proprie proprietà nutritive e il gusto.
Questi sono sicuramente i due aspetti principali, ma ve ne sono altri che sono non meno importanti, a partire dal grado di lavorazione: gli oli meno raffinati o “vergini” conservano meglio i nutrienti e i composti aromatici naturali. In ultimo, la confezione e le modalità di conservazione sono fondamentali per preservarne la qualità: è preferibile scegliere bottiglie in vetro scuro e riporre l’olio in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta.
Una volta presi in considerazione questi criteri, l’analisi complessiva lascia emergere che l’olio extra vergine di oliva è quello che meglio risponde ai requisiti di qualità e salubrità. Il suo contenuto di grassi monoinsaturi favorisce la salute cardiovascolare, contribuendo al mantenimento di livelli equilibrati di colesterolo e alla protezione dei vasi sanguigni: per tale ragione, dietisti e nutrizionisti lo ritengono il migliore da usare in cucina.
Non solo, va anche tenuto in considerazione che la presenza di antiossidanti naturali come i polifenoli aiuta a contrastare l’infiammazione e lo stress ossidativo, con effetti positivi che si riflettono anche sul metabolismo e sulle funzioni cerebrali. Per queste caratteristiche, l’olio extra vergine di oliva rappresenta una scelta equilibrata e benefica nell’alimentazione quotidiana: in un’altra guida, vi avevamo spiegato quale fosse il migliore da acquistare.
Va sottolineato, analizzando il confronto con altri oli, che sebbene questi possano avere un punto di fumo più elevato, ovvero possano sembrare più adatti alle alte temperature, l’olio extra vergine d’oliva resiste comunque abbastanza bene al calore. Insomma, sicuramente non sarà adatto per le fritture, ma se usato con attenzione – cioè non portato al fumo – può essere usato anche nella cucina quotidiana per sauté, cotture moderate, condimenti, e persino qualche preparazione dolce.
Dobbiamo in ultima istanza considerare l’importanza di prestare attenzione alla scelta e alla conservazione dell’olio: è consigliabile optare per prodotti etichettati come “extra vergine” e “spremuti a freddo”, preferibilmente confezionati nelle modalità descritte in precedenza. Una corretta conservazione, in un ambiente fresco e lontano da fonti di calore o luce diretta, aiuta infatti a mantenere intatte le qualità nutrizionali e organolettiche dell’olio nel tempo.