Novità per chi prende l’assegno familiare: una recentissima sentenza dà torto all’INPS, ora potresti poter avere un’entrata extra anche tu.
Nel mondo delle prestazioni familiari capita spesso che le regole sembrino rigide, quasi scolpite nella pietra. E invece, e non molto di rado, ogni tanto arriva una sentenza che rimette in discussione tutto e apre uno spiraglio importante per tante famiglie.
È quello che è accaduto a fine ottobre, quando la Cassazione è intervenuta su un caso che riguarda l’assegno per il nucleo familiare.
La situazione dalla quale è partito tutto era molto concreta: un minore che vive stabilmente con la nonna, unica figura in grado di mantenere la casa, garantire cure, cibo, presenza ogni giorno. La Corte d’Appello aveva riconosciuto a questa nonna il diritto all’assegno familiare, perché era evidente che fosse lei, e non i genitori, a sostenere il nipote in tutto e per tutto.
L’INPS però non era d’accordo e ha portato la questione davanti alla Cassazione, sperando in un ribaltamento.
La Corte ha invece confermato quanto deciso nei gradi precedenti, spiegando in modo molto chiaro cosa si intende quando si parla di “vivenza a carico”. Non basta convivere sotto lo stesso tetto, ma non serve nemmeno una dipendenza economica totale e documentata fin nei minimi dettagli. Quello che conta davvero è la continuità: chi chiede l’assegno deve dimostrare di provvedere in modo prevalente al mantenimento del minore.
E questa dimostrazione può arrivare non solo da documenti, ma anche da presunzioni logiche e da tutto ciò che il giudice osserva nella vita reale della famiglia.
Nel caso in questione, il quadro era molto chiaro: il minore viveva con la nonna da anni, lei era l’unica a garantirgli stabilità economica grazie alla sua pensione, il padre era completamente assente e la madre non aveva redditi se non un episodio marginale risalente a diversi anni prima, aggravato da una situazione di salute fragile. Tutti elementi che, messi insieme, hanno mostrato una realtà inequivocabile.
La Corte ha quindi stabilito che l’unica persona che ha sempre provveduto al nipote è la nonna, e che questo basta per riconoscere il diritto all’assegno familiare. Quando si parla di figli o nipoti, il concetto di “a carico” non può essere ridotto a una tabella.
Deve tenere conto della vita vera, delle responsabilità quotidiane, di chi si occupa davvero del minore. Questa sentenza non stravolge il sistema, ma lo rende un po’ più aderente alla realtà di tante famiglie italiane dove i nonni spesso non sono solo una presenza affettuosa, ma una vera ancora economica ed educativa. E ora la legge lo riconosce in modo più chiaro.