Pensioni, c’è una domanda che in molti si pongono e che non sanno ci sia una risposta già stimata: ecco quando finiranno i soldi.
Le pensioni continuano a essere tra gli argomenti più spinosi del nostro Paese e non bastano che ci siano rassicurazioni da parte dei politici, gli italiani hanno molte domande e spesso poche risposte ad attenderli.
L’INPS ha rilasciato i cedolini dei pagamenti di dicembre dove molte sorprese attendono i pensionati, aumenti di oltre 100 euro e ora arriva una delle notizie che potrebbero sconvolgere di più. Esiste una data esatta di quando finiranno i soldi per le pensioni.
Quando si parla di pensioni, il timore che accompagna la mente di molti italiani si presenta sempre allo stesso modo: ci saranno davvero le risorse per pagare gli assegni nei prossimi decenni? Il nuovo Ageing Report della Commissione Europea entra in un territorio che solitamente viene affrontato con prudenza.
Nel suo quadro tecnico non mancano pagine dedicate all’Italia, con proiezioni che arrivano fino al 2070 e che delineano una realtà complessa, fatta di equilibri precari e meccanismi che necessitano di continui aggiustamenti.
Il ricordo delle parole pronunciate anni fa durante una fase critica per il Paese, quando si temeva che non ci fossero più risorse sufficienti per sostenere la spesa pensionistica, riemerge nel dibattito odierno. Oggi, però, lo scenario appare diverso: i numeri contenuti nel rapporto europeo mostrano un sistema che continua a funzionare, sostenuto dall’architettura contributiva e da regole che hanno limitato l’esplosione dei costi.
Tra le oltre trenta pagine dedicate al nostro Paese, ci sono passaggi che meritano particolare attenzione. La Commissione mette in luce come la spesa pensionistica italiana non sia destinata a crescite incontrollate. Secondo le proiezioni, il sistema tenderà a stabilizzarsi nel lungo periodo, arrivando in alcuni scenari persino a una lieve riduzione del peso sul bilancio pubblico.
Questa prospettiva rappresenta il motivo per cui Bruxelles non solleva dubbi sul fatto che le pensioni potranno essere pagate fino al 2070.
La solidità apparente, però, convive con una fragilità crescente, descritta attraverso due fattori che la Commissione definisce cruciali. Il primo è l’aumento dell’età media della popolazione, un processo che si muove più velocemente di quanto previsto anni fa.
Il secondo riguarda l’aspetto contabile: pur non mettendo a rischio la capacità di erogare gli assegni, il sistema potrebbe generare un deficit fino al 6% del PIL entro il 2070, uno dei valori più alti in Europa.
Il rapporto europeo offre una risposta chiara, pur accompagnata da una serie di precisazioni che impediscono di trasformarla in certezza assoluta. Secondo il documento, l’Italia sarà in grado di pagare le pensioni fino al 2070, senza che si manifestino problemi di liquidità o rischi di insolvenza.
Non viene prospettato alcun scenario in cui le risorse possano mancare e la spesa, nel complesso, appare controllabile. La questione riguarda ciò che succede parallelamente, perché la stabilità non è gratuita. La Commissione segnala che il sistema resterà sostenibile solo se non verranno introdotte misure che aumentino la spesa.
Il sistema reggerà per i prossimi decenni, ma la sua resistenza richiederà attenzione costante, scelte prudenti e un mercato del lavoro in grado di sostenere una popolazione che tende a invecchiare.