Il Canone Rai è tra le tasse più discusse, ma ci sono buone notizie: ecco chi non dovrà pagarlo nel 2026. Tutti dettagli.
Se c’è una tassa che fa scaldare gli animi e accendere la discussione, è proprio il Canone Rai. Ammettiamolo, la maggior parte degli italiani non vorrebbe sentirla neanche nominare per non parlare del pagarla.
Ecco perchè quando ogni anno si stila l’elenco delle persone che possono non saldare la tassa, scatta la curiosità di sapere se per caso finalmente rientriamo in quella lista. Quindi vediamo nel dettaglio chi nel 2026 non dovrà pagare il Canone Rai.
C’è un momento dell’anno in cui il Canone Rai riemerge così, con la sua presenza discreta e allo stesso tempo inevitabile, pronto a ricordare a milioni di famiglie un obbligo che in tanti vorrebbero poter evitare (anche a fronte del costo non proprio basso).
La cifra stabilita dal Governo per il nuovo anno è ancora una volta di 90 euro, una somma che ritorna a essere la misura standard, dopo passate variazioni temporanee. L’impostazione rimane salda: il pagamento si realizza attraverso la bolletta dell’energia elettrica, entrando nelle fatture suddiviso nelle varie mensilità. E’ un meccanismo che il pubblico ormai conosce bene e che anche nel 2026 resta la procedura principale per adempiere all’obbligo.
La regola è semplice, anche se spesso suscita discussioni e domande. Chi possiede almeno un televisore nella propria abitazione è automaticamente considerato soggetto al pagamento del Canone Rai 2026. Non è richiesto alcun utilizzo effettivo, nessuna verifica sull’impiego dell’apparecchio: il solo fatto di detenerlo stabilisce l’obbligo.
Anche chi vive all’estero per periodi lunghi, se mantiene una residenza e un’utenza elettrica attiva in Italia, rimane coinvolto. La struttura del sistema si basa infatti sulla presunzione di detenzione dell’apparecchio, creando un collegamento diretto tra utenza e tassa.
La normativa permette di ottenere l’esenzione, purché vi sia una dichiarazione formale da presentare ogni anno. E’ fondamentale l’invio entro il 31 gennaio 2026, perché solo così l’esonero può valere per l’intero anno.
Quando la comunicazione arriva dal 1° febbraio, l’esenzione si applica esclusivamente alla seconda metà dell’anno. Questo aspetto è spesso trascurato e porta molti contribuenti a ritrovarsi importi addebitati nonostante i requisiti.
La dichiarazione riguarda situazioni molto precise, come l’assenza di un televisore all’interno dell’abitazione o casi particolari in cui è stato richiesto il suggellamento, cioè la cessazione formale dell’abbonamento. Chi ricade in queste casistiche deve ricordare che l’esenzione non è mai automatica e richiede una conferma annuale per evitare addebiti.
Anche nel 2026 continuano a essere esonerati i cittadini che hanno compiuto 75 anni entro il 31 gennaio e che possiedono un reddito familiare inferiore a 8.000 euro annui, senza considerare gli stipendi di eventuali colf o badanti conviventi.
Chi raggiunge i 75 anni entro il mese di luglio può ottenere l’esonero ma solo per la seconda parte dell’anno. In molti casi gli anziani che avrebbero potuto evitare il pagamento negli anni precedenti non hanno presentato la richiesta nei tempi previsti. La legge permette di rimediare: è possibile avanzare domanda di rimborso per i periodi pregressi se si dimostra di possedere i requisiti nel periodo in cui il canone è stato pagato.
La procedura di richiesta passa attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, accessibile tramite SPID, CIE o CNS. All’interno del servizio dedicato si trova il modulo necessario per dichiarare il diritto all’esonero. Lo stesso processo può essere svolto tramite CAF, PEC oppure con una raccomandata indirizzata all’Ufficio Abbonamenti TV di Torino.
Dopo l’invio, il contribuente riceve una ricevuta digitale che attesta la validità della dichiarazione per l’anno in corso. La stessa interfaccia permette anche di controllare o modificare una domanda già trasmessa, aspetto utile quando emergono errori o addebiti non dovuti.