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Salute e Benessere

Quando il lavoro è noioso la salute peggiora: i sintomi del bore out

Pubblicato da
Andrea Cerasi

Che sia in ufficio o in altri luoghi, fare un lavoro noioso peggiora la salute e comporta determinati sintomi di malessere psicofisico: si chiama bore out.

Studentessa annoiata sui libri (Unsplash)

Che sia in ufficio o in altri luoghi, fare un lavoro noioso peggiora la salute e comporta determinati sintomi di malessere psicofisico: si chiama bore out. Praticare il lavoro dei propri sogni è pura utopia, in ben pochi riescono nell’impresa. Già di per sé, il lavoro comporta dispendio di energie, fatica, sonno e stanchezza, ma se si svolge un lavoro noioso è decisamente peggio.

Lo chiamano bore out, ossia lavorare annoiandosi, anche nel caso in cui si fa un lavoro dignitoso e che potrebbe dare soddisfazioni. Giusto nel 2019, l’OMS ha riconosciuto ufficialmente la sindrome del burn out, cioè il sovraccarico di lavoro da parte dei dipendenti. Adesso si potrebbe passare all’ufficializzazione del bore out, in quanto i sintomi sono all’incirca gli stessi.

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La sindrome del bore out e i sintomi sulla salute

Giovane annoiato a lavoro (Unsplash)

Con bore out si intende un lavoro noioso, per mancanza di stimoli, oppure per la ripetitività delle mansioni, oppure perché comporta stanchezza cronica. È indubbiamente una condizione di disagio, una sorta di esaurimento nervoso dettato dalla noia, e ciò dipende sia dal tipo di lavoro e sia dal lavoratore singolo. Questa situazione ha brutte ripercussioni sulla salute.

Le conseguenze di un lavoro noioso sono frustrazione, inattività, crollo dell’autostima, depressione, stanchezza cronica, insonnia. Un recente studio inglese, ad esempio, ha dimostrato che lavoratori sotto pressione, stressati e annoiati, hanno maggiori rischi di morte precoce per malattie cardiache. Ictus e infarti colpiscono maggiormente le persone stressate rispetto a quelle che vivono in serenità.

Ma questa non è certo una novità. Inoltre i lavoratori annoiati hanno maggiori probabilità di seguire stili di vita scorretti e con cattive abitudini. Alcool, sigarette, cibo malsano, sono più alla portata di persone che si annoiano, che non sanno come trascorrere il tempo, oppure che praticano sempre le stesse azioni ripetute durante il giorno. Il bore out ha ripercussioni non soltanto sulla salute, ma anche sul piano sociale.

Le ripercussioni del bore out sul piano sociale

Ragazza annoiata e stanca (Unsplash)

Le persone annoiate sono di cattivo umore e hanno emozioni alterate e poco lucide. Lo stress, ovviamente, gioca brutti scherzi. Il bore out comporta sintomi ricorrenti, disturbi vari e prolungati nel tempo. Tutto ciò logora mente e corpo. Una sindrome che speriamo venga riconosciuta dalla comunità scientifica e ufficializzata al più presto. Ma la noia sul lavoro può essere generata anche da altri fattori.

Ad esempio, ricoprire mansioni inferiori alla proprie competenze, non sentirsi importanti, avere qualifiche differenti rispetto al lavoro praticato. E ancora, un riscontro economico basso e insoddisfacente. Tutto ciò comporta forti dosi di stress, lo stress si trasforma in noia e la noia in tristezza.

Chi soffre maggiormente per la noia

Lavoro in ufficio (Unsplash)

Se la salute mentale viene compromessa, si hanno ripercussioni anche fisiche, come apatia, fiacca, difficoltà a concentrarsi, debolezza, emicranie, insonnia, disturbi gastrointestinali, dolori cronici. Il lavoro, per come è stato organizzano, valorizza poco i lavoratori. Gli ambienti sono freddi, le mansioni stressanti.

Inoltre, occorre pensare che la quasi totalità dei laureati, che ha studiato per un obiettivo preciso, oggi fa lavori che non c’entrano nulla con il loro percorso scolastico. La maggior parte delle persone lavora per compromessi, per sopravvivenza, ed è costretta ad accettare lavori che non sopportano, oppure che non valorizzano le qualifiche ottenute o le loro doti naturali.

Inoltre oggi il lavoro è diventato totalizzante, significa che coinvolge quasi l’intera giornata di un individuo, lasciando poco tempo libero. Insomma, si lavora troppo e si guadagna poco. Il problema colpisce tutti, soprattutto le persone iper qualificate, i laureati, coloro che hanno studiato una vita e che sono dotati di determinate doti. Questi lavoratori sono i più sfruttati, e si sentono quasi in gabbia.

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Uscire da questa spirale è difficile, perché per sopravvivere bisogna lavorare e scendere a compromessi. L’unico modo per combattere la noia e tutte le conseguenze è comunicare con colleghi e datori, oppure cambiare abitudini. Occorre lavorare su se stessi, ritagliarsi del tempo libero, avere passioni e hobby che facciano sfogare. Circondarsi di amici e di cari con cui condividere situazioni divertenti e distese. E ancora, anche se non è semplice, cercare di saper cogliere gli aspetti positivi della propria quotidianità.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.