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Supporto al paziente

Cellule staminali dal cordone ombelicale: lo studio

Pubblicato da
Sophia Melfi

La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è un argomento che ha suscitato interesse e dibattito negli ultimi anni.

Cellule zoom (Foto da Canva) – Inran.it

Le cellule staminali presenti nel cordone ombelicale del neonato sono considerate una preziosa risorsa nel campo della medicina rigenerativa, in quanto possono essere utilizzate per trattare diverse malattie, tra cui alcune patologie oncoematologiche, talassemie, immunodeficenze e difetti metabolici. Tuttavia, la domanda principale che si pone è se sia più appropriato donare queste cellule alla collettività presso una banca pubblica o conservarle privatamente a pagamento.

La raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale

Cellule (Foto da Canva) – Inran.it

La raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale è un processo semplice e sicuro per la mamma e il neonato. Dopo il taglio del cordone ombelicale alla nascita, il sangue contenente le cellule staminali viene prelevato attraverso una piccola puntura. Questo campione viene poi inviato a una banca specializzata, dove viene valutato e, se idoneo, congelato in attesa dell’utilizzo.

La donazione pubblica delle cellule staminali del cordone ombelicale prevede che il campione raccolto sia messo a disposizione della collettività presso una struttura pubblica. Questo tipo di donazione offre il vantaggio di rendere immediatamente disponibili le cellule staminali a chi ne ha bisogno. Il tutto è coordinato dal Centro Nazionale Sangue, in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, per garantire una gestione efficiente e trasparente dei campioni raccolti.

Conservazione privata

Cellule (Foto da Canva) – Inran.it

La conservazione privata, invece, consiste nel pagare per conservare le cellule staminali del cordone ombelicale per uso personale o familiare presso una banca privata. In questo caso, le cellule staminali rimangono a disposizione esclusiva della famiglia e possono essere utilizzate in futuro, se necessario. Tuttavia, ci sono alcune criticità associate a questa pratica.

Una delle principali critiche riguarda la mancanza di solide evidenze scientifiche che dimostrino la reale utilità della conservazione privata delle cellule staminali del cordone ombelicale. Al momento, non esistono prove convincenti che la conservazione privata sia efficace nel trattamento di malattie curabili tramite trapianto.

Rischio di trasmissione di malattie

Inoltre, nel caso di malattie genetiche o oncologiche, le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere portatrici di quei “difetti” genetici che hanno causato la malattia. Pertanto, l’uso di queste cellule potrebbe comportare il rischio di ricomparsa della patologia dopo il trapianto.

Altre opzioni più affidabili

Le attuali opzioni di trattamento con cellule staminali emopoietiche prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico offrono maggiori garanzie in termini di quantità e qualità cellulare e di ripresa della funzione midollare dopo trattamenti radio-chemioterapici ad alte dosi.

Conservazione autologa dedicata

Esiste una possibilità di conservazione autologa dedicata a carico del sistema sanitario nazionale in presenza di neonati o familiari colpiti da malattie curabili con le cellule staminali o di famiglie con rischio ereditario. Questo caso è più adeguato e garantito rispetto alla conservazione privata.

La scelta tra donazione pubblica e conservazione privata delle cellule staminali del cordone ombelicale è un’importante decisione da prendere per le neo-mamme. La donazione pubblica offre un vantaggio sociale, rendendo immediatamente disponibili le cellule staminali a chi ne ha bisogno, mentre la conservazione privata presenta poche prove scientifiche a sostegno della sua utilità e può comportare rischi. Per garantire una gestione efficace delle cellule staminali e un’adeguata valutazione delle opzioni disponibili, è sempre consigliabile consultarsi con il proprio medico o un esperto del settore.

Sophia Melfi

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Sophia Melfi