Tra le abitudini quotidiane, se c’è qualcosa che accomuna ciascun essere umano, al primo posto troviamo l’uso del dentifricio. Ma quanto è sicuro?
Nella lista degli “immancabili” in ogni abitazione, il dentifricio occupa sempre un posto d’onore, elemento a dir poco fondamentale nella quotidianità di ciascuna persona. Fin da bambini, ci viene insegnato che l’igiene orale ha una sua particolare rilevanza per la salute della persona.
Le pubblicità e le confezioni dei dentifrici promettono salute, pulizia e brillantezza, un’azione costante contro i batteri naturalmente presenti in bocca o ingeriti. Ma chi parla mai del contenuto del dentifricio? Nella sua azione antimicrobica, di quali componenti si avvale? Ebbene, facciamo un quadro della situazione e togliamo un po’ di mistero da questa abitudine ben radicata nella routine igienica quotidiana di ognuno di noi.
E’ stata condotta un’analisi di 20 dentifrici appartenenti a brand diversi e ciascuno ha dato dei risultati a dir poco sconvolgenti. Non mancano componenti al loro interno che agiscono in tutt’altra direzione rispetto alla salute dell’essere umano.
Non sono scampate all’esame marche molto famose, come anche Colgate e Oral-B. L’obiettivo era proprio la scoperta della presenza di eventuali sostanze nocive. Ecco, i risultati allarmanti dovrebbero condurre a porsi delle domande riguardo le pratiche di produzione di questi prodotti, nonché sulla rigidità regolamentare che le accompagna e sui test e analisi di sicurezza che dovrebbero essere condotti prima che arrivino sul mercato.
L’indagine ha rivelato la presenza di metalli pesanti all’interno dei tubetti di dentifricio. Parliamo di piombo arsenico, mercurio e cadmio. Si tratta di sostanze già note per il loro potenziale cancerogeno. Non vengono immesse come componenti base dei dentifrici tuttavia finiscono per contaminarli nel corso del processo di produzione. Non è da escludere che la contaminazione derivi anche dalla plastica dei tubetti impiegati per la confezione.
Chiaramente, le concentrazioni di sostanze pericolose non superano i limiti imposti dalla normativa. Tuttavia, è importante sapere che nessun dentifricio analizzato è privo di componenti contaminanti. In ciascuno vi è almeno una traccia di piombo e in più di una marca è stata rilevata la presenza di più metalli contemporaneamente.
Già in passato era stato affrontato il problema secondo cui il dentifricio potrebbe essere dannoso per l’intestino. Ora, non sono mancate delle nuove preoccupazioni in relazione a quest’ultima scoperta, la quale sottintende che ciascuno di noi ingerisce metalli cancerogeni ogni volta che vengono lavati i denti. A rendere più grave la loro presenza nei dentifrici, infatti, è il rischio di ingestione: non si tratta di metalli che vengono semplicemente a contatto con l’essere umano. E’ elevata la possibilità che essi vengano ingeriti.
I risultati dello studio non si fermano qui: dai test è emersa anche la presenza del biossido di titanio. Già nel 2022 l’Unione Europea ne aveva vietato l’utilizzo per la produzione di cosmetici. Oggi torna ad emergere nei dentifrici dei marchi Conad, Marvis e Esselunga.
A dover preoccupare, ancora, è la presenza di fenossietanolo, anch’essa comprovata dalla recente analisi. In questo caso parliamo di un conservante utilizzato nei cosmetici ma già messo al centro del mirino perché potenzialmente dannoso. Questa sostanza appare nei dentifrici dei marchi Smart di Esselunga e Biorepair. Si tratta delle marche che hanno ricevuto il punteggio peggiore a causa della loro composizione.