Edera velenosa: reazione allergica e rimedi

Si tratta di una situazione particolarmente fastidiosa, ma che non comporta particolari rischi per la salute della persona. Come si può facilmente intuire, l’attività di prevenzione è sempre la cura migliore.

L’edera velenosa, insieme al sommacco e alla quercia si possono considerare come le piante in grado di produrre una resina del tutto particolare denominato urushiol, che può causare in tante occasioni delle reazioni allergiche. Si tratta di piante che rientrano all’interno del genere Toxicodendron. La resina urushiol, tra l’altro, è presente anche all’interno del mango, all’interno degli anacardi e negli alberi di ginkgo. Per quanto riguarda esclusivamente il mango, semplicemente sbucciando il frutto si può evitare la dermatite da contatto. Infatti è proprio spremendo il frutto compresa la buccia sulla pelle possono avere a che fare con delle reazioni di natura allergica.

Come viene provocata la reazione da edera velenosa

Quali sono i sintomi

Accorgersi di una dermatite da contatto provocata dall’edera velenosa è molto semplice, anche se comunque si tratta di segnali che possono variare in relazione alla singola persona e al livello di gravità della sua situazione. Più del 50% delle persone che hanno un’allergia nei confronti dell’edera velenosa ha una reazione che si verifica a livello cutaneo. Nel 10-15% di tali soggetti, invece, la sensibilità è maggiore e i sintomi possono anche essere molto più gravi. A volte, infatti, è sufficiente una leggerissima esposizione per poter riscontrare segnali molto intensi. Per quanto riguarda l’eruzione sulla cute, nella maggior parte dei casi ha inizio circa uno o due giorni in seguito all’esposizione, anche se a volte si può manifestare anche con un ritardo superiore. I primi segnali che si possono ricondurre ad una reazione all’edera velenosa sono delle linee piuttosto curve, che hanno una tipica colorazione rossa, oltre che la comparsa di bolle che danno molto prurito. Si tratta di sintomi che continuano ad infastidire il paziente per un po’ di giorni, visto che possono durare anche fino a tre settimane. Tutto dipende dalla modalità di reazione alla resina urushiol e alla concentrazione di resina che va a contatto con la pelle. L’edera velenosa non è in alcun modo contagiosa.

Come si arriva ad una diagnosi

La diagnosi, nella maggior parte dei casi, deriva dall’osservazione dell’eruzione caratteristica in una parte del corpo che può essere stata esposta alla pianta di edera velenosa. Al tempo stesso, è fondamentale valutare con cura anche l’intera storia clinica del paziente, per scovare dei casi di esposizione potenziale, come ad esempio potrebbero derivare da una passeggiata in qualche bosco piuttosto che dall’aver effettuato l’attività di sarchiatura di un giardino. Non è necessario eseguire alcun esame specifico. Tante volte si può fare confusione sulla causa che ha fatto insorgere l’eruzione cutanea, visto che la reazione da edera velenosa può essere associata erroneamente ad altri motivi, come dermatite allergica da contatto piuttosto che irritazione proveniente da sostanze chimiche.

Qual è la terapia

Qual è la terapia

Il trattamento migliore per la cura delle reazioni cutanee dovute all’esposizione a queste piante è sicuramente fare adeguata prevenzione. Una volta che si è manifestata l’eruzione cutanea, allora si può provvedere a lavare la parte interessata con acqua e sapone, in modo tale da far diminuire il rossore, ma si tratta di un rimedio che, per essere efficace, deve essere eseguito subito dopo l’insorgere dello sfogo. Pensate che dopo mezz’ora solamente il 10% della resina si può eliminare. L’eruzione, ad ogni modo, non dura più di tre settimane circa.

Qualsiasi terapia ha come obiettivo quello di limitare il più possibile il prurito. Ad esempio la difenidramina può dare una mano, anche se provoca sonnolenza. Un’efficacia parziale, quindi, così come le creme cortisoniche, che possono dare buoni risultati solo se vengono applicate immediatamente, prima della comparsa delle classiche vesciche, oppure devono essere usate solo una volta che le bolle si sono completamente asciugate. A volte degli anestetici locali possono dare un senso di sollievo. Nel momento in cui l’eruzione cutanea è particolarmente grave, così come quando va a colpire il viso, è necessario assumere degli steroidi per via orale, che possono portare ad ottimi risultati in breve tempo.

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