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Gli acidi della frutta fanno male? Sveliamo tutto su questo mito

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Redazione Inran

Gli acidi della frutta hanno una cattiva reputazione per colpa del nome che portano. In realtà, però, anche la nostra pelle è acida ovvero non alcalina.

(Foto: Pexels)

Il loro nome scientifico è alfa, beta e polidrossiacidi, e uno tra i più conosciuti è l’acido glicolico. Si tratta di composti naturali che vengono usati, in cosmesi, per la loro capacità di trattare, efficacemente, acne e macchie. Hanno iniziato a diffondersi presso i centri di bellezza, dando vita ad un trattamento chiamato peeling. Oggi, gli A-HA, B-HA e P-HA si trovano anche in commercio. Sono presenti soprattutto nelle creme antirughe ma la loro azione esfoliante è adatta a tutt*. E poi sono naturali, perché si trovano in grandi quantità nella frutta, (da cui il nome più comune di acidi della frutta).

Come agiscono e quali sono gli AHA, BHA e PHA

(Foto: Pexels)

Il loro ruolo è quello di rimuovere sporco, sebo e cellule morte, favorendo il rinnovamento cellulare; per questo possono essere utilizzati da tutti i tipi di pelle.

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Sono giunti alla ribalta poiché in grado di attenuare i segni del tempo in quelle mature, riducendo la dimensione dei pori e uniformando la pelle ma sono ideali anche per combattere e contrastare la formazione di foruncoli, punti bianchi e neri, ma anche ad idratare le pelli secche.

I più noti sono l’acido mandelico e l’acido glicolico, presenti nelle creme antirughe. L’acido salicilico è invece adatto a pelli giovani e grasse, così come quello malico e lattico.

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Gli alfa, beta e polidrossiacidi sono sicuri?

(Foto: Pexels)

Nei prodotti in commercio le concentrazioni non superano il 10%, per far sì che possano essere tollerati da tutti i tipi di pelle; per un peeling più profondo, è necessario rivolgersi a dei professionisti.

Gli acidi della frutta sono sicuri, ma avendo un’azione esfoliante è necessario non abusarne. Il peeling chimico, infatti, rimuove il film idrolipidico protettivo della pelle, rendendola più sensibile, anche ai raggi solari. 2/3 volte la settimana al posto dello scrub sono più che sufficienti.

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La Ica

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