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Categorie: Salute e Benessere

Philip Morris: la svolta inaspettata e quasi paradossale

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Redazione Inran

Chi lo avrebbe mai detto: Philip Morris, la celebre compagnia statunitense attiva nella vendita del tabacco, imprime agli affari una svolta inaspettata e quasi paradossale. Vediamo quale.

Sigaretta accesa ( da pixabay)

L’imperativo se non è categorico, poco ci manca: “Smettete di fumare”. Certo, qualsiasi persona dotata di buon senso si sentirebbe di condividere questa frase ma quante possibilità c’erano che, a proferire tali parole, fosse un’azienda che produce tabacco, una delle più grandi aziende che producono tabacco? Non lo aspettavamo. E tuttavia le dichiarazioni rilasciate da Stefano Volpetti, Chief Consumer Office di Philip Morris international, sono chiare: L’obiettivo è un futuro senza fumo.

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Philip Morris, la svolta verso un futuro senza fumo

Sigarette ( da Pixabay)

L’obiettivo è chiaro anche se la strada per raggiungerlo è impervia: Il fumo è, ad oggi, una delle dipendenze più forti e dannose che serpeggia tra la popolazione. In tal senso l’azienda si è già mossa qualche tempo fa rilasciando sul mercato dei prodotti che potrebbero aiutare anche i consumatori più accaniti ad allontanarsi dal bisogno di nicotina: le Iqos, che scaldano il tabacco senza bruciarlo, e le Veev, ossia le famigerate sigarette elettroniche. Ma non è tutto: dalle tecnologie messe appunto in questi anni e dal periodo di studi, la promessa è ricavare prodotti che non hanno nulla a che vedere con le sigarette. Nel 2025, si calcola un fatturato di un miliardo di dollari proveniente da un’aria buisness beyond nicotineL’idea che si ha, a sentirlo parlare, è quella che l’impresa voglia creare un impatto positivo sulla vita degli individui, andando a migliorarne l’esistenza. Si fa riferimento a tecnologie che potrebbero migliorare il sonno o somministrare farmaci. Un Malpensante dirà: sarà mica senso di colpa? La scrivente non si sente di dargli torto.

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E il feedback a questa nuova politica di pensiero non sembra mancare ed anzi cresce con gli anni: ad oggi il ricavo dai prodotti smoke-free è del trenta percento, un anno fa del ventitré percento, due anni fa meno del venti. E, d’altra parte, ciò che conta è la vox populi.

Serena Garofalo

Redazione Inran

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