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Deficit cognitivi per l’asimmetria dentale? Lo studio dell’Università di Pisa

Pubblicato da
Andrea Cerasi

I ricercatori dell’università di Pisa hanno condotto uno studio secondo il quale deficit cognitivi e asimmetria dentale sarebbero strettamente correlati.

Asimmetria dentale e deficit cognitivi (foto da Adobe Stock)

I ricercatori dell’università di Pisa hanno condotto uno studio secondo il quale deficit cognitivi e asimmetria dentale sarebbero strettamente correlati. La crescita dei denti, perciò, influisce su determinate aree del cervello, specialmente quelle associate alla memoria. L’asimmetria dentale potrebbe dunque essere un indicatore di futura demenza senile? Vediamo lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Una scoperta a dir poco strepitosa, quella fatta dai ricercatori italiani, su un campione di volontari. I denti influiscono sul resto del fisico e a questi sono legati determinati sintomi. Proprio per l’asimmetria dentale e mascellare, si può trovare uno sviluppo squilibrato di muscolatura e di portamento, e anche particolari problemi agli occhi e al cervello.

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Asimmetria dentale e mascellare, l’influenza che questa ha sul corpo

L’incredibile scoperta scientifica (foto da Adobe Stock)

Avere denti e mascella asimmetrici potrebbe significare squilibrio a catena. I ricercatori dell’università di Pisa, sotto la direzione del professor Pier Diego Manzoni, spiegano che attraverso i denti si può risalire allo sviluppo di alcune patologie. Grazie anche all’aiuto del medico odontoiatra Vincenzo De Cicco, il quadro appare un po’ più nitido.

Proprio per lo squilibro della mascella e dell’arcata dentale, durante la masticazione si attivano più muscoli da una parte del viso rispetto all’altra. Anche se i volontari del test non se ne rendevano conto, facevano lavorare maggiormente un lato del viso. I ricercatori hanno osservato in tutti una dilatazione del diametro pupillare, proprio nella metà del viso impiegata nella masticazione.

Attraverso un bite, costruito su misura per ogni paziente, è stato possibile correggere il difetto ed equilibrare la mascella e la masticazione. Migliorando la masticazione e correggendo l’equilibrio pupillare, i pazienti hanno tutti avuto progressi nei propri deficit cognitivi, raggiungendo punteggi più alti in alcuni test eseguiti in precedenza.

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Tutto ciò significa che denti e mascella agiscono profondamente sullo sviluppo e sull’evoluzione del nostro cervello. Una scoperta importantissima per quanto riguarda le malattie mentali e il degrado psicofisico. Magari, tra non molto tempo, molteplici disturbi potranno essere affrontati partendo proprio da questa ricerca scientifica. Ancora una volta, l’Italia si dimostra una guida in campo medico e scientifico.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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Andrea Cerasi