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Salute e Benessere

Dolore cronico: quello che c’è da sapere e perché avviene, lo studio

Pubblicato da
Lisa Girello

Il dolore cronico è appunto costante e deriva dalla patologia pregressa che si ha. Uno studio sta studiando come poter combattere questo tipo di sofferenza.

Dolore cronico (Pexels)

Il dolore cronico si manifesta come un dolore costante che si protrae nel tempo dopo una lesione o una malattia, più del periodo necessario di guarigione. La continua sofferenza può portare ad una sensibilità particolare nel cervello, poiché stimola ripetutamente le cellule e le fibre nervose che individuano, trasmettono e ricevono i segnali di dolore. Questa stimolazione costante può modificare la struttura di fibre e cellule nervose e renderle più attive quindi. Di conseguenza il dolore può derivare da una stimolazione che in un altro momento non sarebbe stata percepita.

A provocare questo dolore costante, sono le patologie croniche come il tumore, l’artrite, il diabete e la fibromialgia. Inoltre, se le cellule e le fibre sono diventate sensibili, anche una semplice lesione può provocarne la causa. Una ricerca rilevante che riguarda il dolore cronico, l’ha fatta l’Istituto Neuromed di Pozzilli (Molise).

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Lo studio sul dolore cronico dell’Istituto Neuromed Pozzilli

Risonanza al cervello (Pexels)

I ricercatori dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Pozzilli, stanno studiando nuovi metodi per combattere la tipologia di dolore cronico, attraverso i circuiti nervosi del cervello. Intorno a questi circuiti, gli studiosi, hanno trovato delle speciali rivestimenti intorno ai neuroni che vanno a stabilizzare le sinapsi. Sono proprio le sinapsi che fanno da “postino” e trasmettono il dolore attraverso i nervi in giro per il corpo. Queste poi si ripercuotono sulla memoria, sui riflessi e sulle percezioni sensoriali.

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Le reti perineuronali nel dolore costante sono più spesse in determinate aree specifiche cerebrali. In queste reti si vanno a formare le cosiddette memorie dolorose, ovvero la densità del dolore resta impressa in quella parte del cervello. Studiando il dolore cronico, quindi, i ricercatori hanno constatato che esso è associato a una sorte di stabilizzazione dei percorsi nervosi. In pratica, questi meccanismi continuano a produrre il dolore anche quando la causa di esso è scomparsa.

Lisa Girello

Laureata in Scienze e Tecnologie della Comunicazione nel 2021, da sempre mi appassiona la scrittura. Divoro libri da che ne ho memoria ma le mie passioni più grandi sono il cinema, le serie tv, anime e manga. Da brava curiosa quale sono, adoro scoprire cose nuove e collaborare con Inran mi da la possibilità di farlo ogni giorno.

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