Il Fuoco di Sant’Antonio è una malattia della pelle provocata dal virus varicella zoster (VZV): scopriamo se è contagioso e come riconoscerlo.
L’Herpes Zoster, anche noto come Fuoco di Sant’Antonio, provoca l’infiammazione di una parte del corpo, determinando la comparsa di una zona cutanea di forma allungata caratterizzata da numerose vescicole, simili a quelle della varicella. Ecco cosa sapere su questa infezione virale: come si manifesta, se è possibile prevenirla, se è contagiosa, come si cura e tanto altro.
Prima di causare la comparsa dei primi malesseri, il virus attraversa un periodo di incubazione della durata di 7-14 giorni.
Dopo 1 o 2 settimane, iniziano a comparire i primi sintomi: in un’area cutanea circoscritta si manifestano dolore e formicolio. Inoltre, prima della comparsa delle classiche pustole che caratterizzano la patologia, possono insorgere disturbi come:
In seguito, sulla pelle compare un eritema di forma allungata completamente ricoperto da vescicole colme di liquido limpido. Le parte del corpo più colpite dal virus sono gli arti inferiori, il volto e il torace.
Una delle prime domande che ci si pone sull’Herpes Zoster riguarda la contagiosità di questa patologia.
Il Fuoco di Sant’Antonio è molto contagioso. La trasmissione del virus può avvenire mediante due modalità:
In particolare, chi ne è affetto risulta contagioso solo quando le eruzioni cutanee sono piene di fluido, all’interno del quale è presente il virus della varicella zoster.
Al contrario, non c’è rischio di trasmissione della malattia prima della comparsa delle pustole e dopo la loro evoluzione in croste secche.
Se avete contratto il Fuoco di Sant’Antonio e vi state chiedendo se puoi uscire di casa, a meno che voi non presentiate sintomi collaterali come febbre e tosse, la risposta è sì.
L’importante è coprire l’eruzione cutanea ed evitare che le altre persone entrino in contatto diretto con le vescicole.
Nel caso in cui sospettiate di essere affetti da Herpes Zoster, la prima cosa da fare è rivolgersi al medico.
Oltre alla terapia prescritta, ci sono una serie di rimedi casalinghi efficaci nel trattamento del dolore causato dalla patologia. Per alleviare il malessere, è possibile ricorrere all’agopuntura, agli impacchi di acqua tiepida da applicare sulle vescicole o a miscele di oli essenziali dalle proprietà antidolorifiche, come menta piperita, lavanda e iperico.
Per combattere il dolore, inoltre, si consiglia di fare un bagno di almeno 30 minuti all’interno della vasca, versando nell’acqua una manciata di amido di mais o farina di avena.
Questo rimedio casalingo risulta particolarmente efficace se messo in pratica prima di andare a dormire.
Quali errori evitare se si è affetti da Herpes Zoster? In primo luogo, è fondamentale evitare di grattare l’area eritematosa, nonostante il prurito intenso.
Inoltre, si consiglia di evitare l’utilizzo di creme antibiotiche, a meno che non siano state espressamente prescritte dal medico: la loro applicazione, infatti, potrebbe rallentare il processo di guarigione.
Potrebbe interessarti anche: Flittene, quando abbiamo le vescicole con il liquido all’interno
Qual è la dieta da seguire se siamo affetti da Herpes Zoster?
Pianificare un’alimentazione specifica può aiutarci a velocizzare il processo di guarigione e ridurre i sintomi della malattia. Secondo l’ente WholeHealth Chicago, i cibi ricchi di un amminoacido noto come arginina rischiano di favorire la proliferazione del virus.
Per questo, si consiglia di evitare il consumo di:
Inoltre, si consiglia di consumare frutta e verdura di stagione, ricche di vitamine e sali minerali essenziali per il benessere dell’organismo e, a maggior ragione, particolarmente benefici in tutte quelle situazioni in cui il nostro sistema immunitario è compromesso.
Tra le sostanze più preziose e utili a contrastare il disagio causato dall’Herpes Zoster ci sono:
Potrebbe interessarti anche: Herpes sul labbro: è il campanello d’allarme a cui fare attenzione, lo studio
Generalmente, un episodio di Fuoco di Sant’Antonio ha una durata compresa tra le 2 e le 4 settimane.
La patologia tende a regredire e a scomparire indipendentemente dall’assunzione di farmaci. In ogni caso, generalmente il medico prescrive una terapia volta ad alleviare il dolore e a velocizzare il processo di guarigione.
Solitamente, si ricorre a trattamenti antidolorifici, antivirali e antinfiammatori. In alcuni casi, il dolore provocato dal virus può permanere anche dopo la scomparsa dell’eruzione cutanea.
In questo caso, si è in presenza di una condizione nota come nevralgia post-herpetica (NPH), che si verifica quando il virus ha danneggiato le fibre dei nervi nella zona in cui si è sviluppata l’infezione.
I fattori di rischio per lo sviluppo della nevralgia sono:
In questo caso, la NPH può essere efficacemente trattata mediante farmaci anestetici e cerotti dall’azione antidolorifica.