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Funghi medicinali, lo studio che fa preoccupare: “Scoperti tanti rischi”

Pubblicato da
Salvatore Lavino

L’assunzione di prodotti a base di funghi medicinali come Agaricus blazei murrili o Reishi può comportare degli effetti collaterali importanti.

I funghi medicinali sono sempre più in voga nel nostro Paese, ma con riserva. Infatti ci sono dei dati che riferiscono come la qualità – e di conseguenza anche la sicurezza legata al loro stato di salubrità – sia tutt’altro che ottima. A faro sapere è uno studio che porta le firme congiunte delle Università di Pisa, Bari, Bologna, Palermo e Torino oltre che della Azienda ospedaliera-universitaria pisana.

Degli integratori di diverso tipo in capsule (Canva – inran.it)

E questa analisi ha trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Nutrients”. I funghi medicinali sono alla base della cosiddetta micoterapia, che è un approccio che ritiene i funghi medicinali veri e propri da applicare per il trattamento e per la cura di diverse patologie.

Ma la micoterapia non ha alcun riconoscimento dal punto di vista scientifico, né tanto meno ci sono degli studi che ne attestino la validità. I funghi medicinali vengono proposti nel formato di integratori, ma c’è uno studio condotto dagli atenei e dal soggetto medico citati che hanno sottolineano una serie di incongruità anche importanti.

La cosa è venuta fuori in seguito ad un test condotto in laboratorio sui campioni estrapolati da 19 integratori a base di funghi medicinali. Ad esempio, al posto delle specie fungine indicate tra gli ingredienti utilizzati i ricercatori ne hanno trovate ben altre. Oppure in altri casi ecco spuntare una quantità di micotossine superiore a quelle che sono le norme di sicurezza attualmente vigenti nella UE.

Funghi medicinali, troppe controindicazioni: i motivi

Ed ancora, è emersa anche una serie di principi attivi diversa da quella indicata e che può alterare e compromettere un percorso terapeutico basato su quello specifico prodotto anziché agevolarlo.

Una analisi in laboratorio (Canva – inran.it)

Il problema è da ricondurre al fatto che questi integratori fungini, a base ad esempio di Agaricus blazei murrili o Reishi, sono praticamente tutti di fabbricazione extraeuropea, in Paesi del mondo dove non ci sono le stesse norme restrittive concepite nell’Unione Europea per tutelare la salute dei consumatori.

In zone come la Cina, il Brasile ed altri Stati asiatici, sudamericani od anche dell’Est Europa non inclusa nella UE non c’è lo stesso elevato standard dei processi di manifattura e di trattamento delle merci create. Non solo in ambito alimentare ma anche in altri campi.

Quali sono le altre problematiche legate a questi prodotti

Purtroppo però alcuni di questi prodotti arrivano da noi anche a fronte di controlli evidentemente non approfonditi come dovrebbe invece essere. Il tutto nonostante i richiami alimentari in ingresso nell’Unione Europea siano molto frequenti ogni giorno.

La specie di funghi Agaricus blazei murrili (Canva – inran.it)

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Ad ogni modo il consiglio da parte degli esperti di casa nostra è quello di diffidare dei funghi medicinali, sia negli integratori che sotto altri formati, se sono provenienti dal di fuori dell’Unione Europea.

Un altro possibile problema riguarda anche la contaminazione non solo da micotossine ma anche da metalli pesanti (perché sono pericolosi per la salute) e da microorganismi patogeni.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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Salvatore Lavino