Spopola la “pasta del Conclave”: in cosa consiste la ricetta e qual è il vero legame che questo piatto ha con l’elezione del Papa
Si è parlato a lungo in questi giorni del Conclave e dell’elezione del nuovo Papa. L’attesa, come era stato annunciato, è stata breve. Solo tre fumate nere prima di quella bianca arrivata intorno alle 18 di giovedì 8 maggio che ha portato all’elezione del cardinale statunitense Robert Francis Prevost, 69 anni. È lui il nuovo Papa con il nome di Leone XIV.

Intorno al Conclave, come sempre, si è sviluppata grande curiosità, anche per il dietro le quinte delle votazioni. Cosa fanno, in particolare, i porporati chiusi nella Cappella Sistina oltre l’elezione? Cosa mangiano? Negli scorsi giorni, ad esempio, ha spopolato quella che è stata definita la ricetta segreta del collegio dei cardinali. Scopriamo qual è e la sua storia.
Conclave ed alimentazione dei cardinali: cosa sappiamo
Cosa mangiano i cardinali chiusi in conclave? È stata questa una delle curiosità sulle quali si è riflettuto negli scorsi giorni. Sicuramente non pietanze abbondante e pesanti. I cardinali scelgono un’alimentazione semplice ed equilibrata.
Una dieta bilanciata che non prevede dolci e alcol. D’altronde il motivo della clausura nella Cappella Sistina è solenne ed i cardinali non si possono distrarre con il cibo. Negli ultimi giorni si è parlato, infatti, molto della “pasta del Conclave”.

Una pasta povera che sarebbe legata al rito dell’elezione del Papa che ha fatto il giro del mondo ed è stata ampiamente chiacchierata. Un piatto essenziale che prevederebbe solo tre ingredienti.
La “pasta del Conclave”: la ricetta
Secondo la tradizione la “pasta del Conclave”, lunga o corta che sia, è un primo piatto molto molto semplice, simbolo di sobrietà, rinuncia e isolamento in linea con quello che accade dietro le porte chiuse della Cappella Sistina.
Oltre alla pasta i condimenti ammessi sarebbero solo una noce di burro e dell’’abbondante formaggio grattugiato, parmigiano o anche pecorino da mantecare in padella. Unica concessione una spolverata di pepe nero.

In questi giorni, seppur brevi, i cardinali in Conclave hanno mangiato questo? Non è detto. Da parte del Vaticano, infatti, non c’è nulla di ufficiale e “la ricetta non risulta in alcun modo connessa formalmente alla liturgia del Conclave” come ha spiegato al Corriere della Sera Mila Fumini, storica della gastronomia.
Un’ipotesi affascinante
L’esperta Fumini ha spiegato chiaramente che la “pasta del Conclave” evoca sicuramente dei simboli forti come la rinuncia e la sobrietà e forse proprio per questo ha assunto questo nome, in onore al regime che si segue nel corso dell’elezione del Papa. “Potremmo ipotizzare che le sia stato dato questo nome come rimando a un piatto da “regime di clausura” ha precisato la Fumini.
Quello che è certo è che a partire dal 1274 con Papa Gregorio X vennero inserite regole severe sul Conclave che riguardano anche l’alimentazione, stabilendo anche restrizioni alimentari in casi di ritardi nell’elezione.