Il mistero di Garlasco si infittisce, tra indiziati e nuovi ritrovamenti da parte della Scientifica: chi c’era in quella casa, quel 13 agosto 2007?
Sono trascorsi 18 anni dalla morte della studentessa 26enne Chiara Poggi, nel Comune di Garlasco, e ancora non si è riusciti a fare luce su questo mistero, un mistero che si fa sempre più fitto, soprattutto alla luce della riapertura delle indagini, negli ultimi mesi. Alberto Stasi è l’unico che sta pagando per quell’orrendo delitto, condannato a 16 anni, ma il caso è lontano dall’essere chiuso.

E se Alberto Stasi fosse davvero innocente come ripete da ben 18 anni? Se lo chiedono tutti, persino gli inquirenti, i quali sono alla ricerca delle verità, una verità sepolta sotto una fitta coltre di polvere, di segreti, di bugie e di tracce genetiche. A emergere, in questo delitto, sono sempre più nomi. Stasi sembrerebbe essere sempre più vittima, il nome da scagionare. Ma chi c’era in quella villetta, la mattina del 13 agosto 2007, quando il salotto di casa Poggi si tingeva di rosso?
Chi era presente nella villetta dei Poggi in quella tragica mattina: tutti i nomi esaminati
Chi era presente a casa Poggi, la mattina del 13 agosto 2007? Se i genitori di Chiara era in vacanza in montagna in Trentino, come ogni estate, insieme al figlio Marco, fratello minore della vittima, la ragazza era rimasta da sola e aveva approfittato della quiete per approfondire gli studi. E così aveva fatto anche il suo fidanzato, Alberto Stasi, il quale all’epoca stava preparando la tesi universitaria.
Nelle prossime ore sarà interrogato un amico della comitiva di Marco Poggi, Alessandro Biasibetti, oggi frate, frequentatore assiduo di casa Poggi, che in quel periodo trascorreva le vacanze ospite dei Poggi nella casa di montagna. Il frate sarà chiamato a ricostruire i movimenti della sua comitiva, in quella rovente estate di 18 anni fa. Non essendo fisicamente presente a Garlasco, non è tra i sospettati.

Ma tra i frequentatori di casa Poggi si nasconde un killer, o forse i killer, perché gli inquirenti non abbandonano nemmeno la pista del complotto tra più persone. Chiara Poggi era stata colpita alla testa con un’arma sconosciuta, forse proprio il martello ritrovato nel canale di Tromello, accanto all’abitazione della nonna delle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara.
La 26enne era stata uccisa sulle scale di casa, attorno alle 9:30. La ragazza era ancora in pigiama, non aveva lottato, forse non si era reso conto di nulla, colpita a morte da un suo conoscente. Dopo aver ucciso la ragazza, l’assassino aveva prelevato il corpo, trascinandolo fino alle scale della cantina, per poi gettarlo di sotto. Il killer non aveva fatto le scale e non era sceso in cantina.
Chi ha ucciso Chiara Poggi, la lista dei nomi che ruotano attorno all’omicidio
Se Stasi sta scontando la condanna, il principale sospettato oggi è Andrea Sempio, uno dei migliori amici del fratello della vittima, all’epoca 19enne. La Procura di Pavia sta raccogliendo indizi, ma non è semplice riordinare le tessere del puzzle. L’alibi di Sempio è molto fragile, e nelle ultime ore potrebbe cadere.
Ai Carabinieri, il ragazzo prima aveva rivelato di non essere mai uscito di casa, quella mattina, poi di essersi recato a una libreria di Vigevano, parcheggiando l’auto in piazza Ducale. Il biglietto del parcheggio, usato come alibi, potrebbe essere stato stampato dalla madre, alle ore 10:18, visto che le autorità hanno intercettato una cella del telefonino appartenuto alla donna, proprio in piazza Ducale, mentre questa messaggiava con un Vigile suo conoscente.

Un testimone, inoltre, afferma di aver visto, quella mattina, una persona andare in giro in bici con un grosso borsone, tenendo in mano un oggetto contundente. Potrebbe trattarsi del martello gettato nel canale. Stasi, però, aveva una bici di colore rosso, mentre il testimone ha riferito di aver visto una persona a bordo di una bici nera. Inoltre, le tracce di DNA rilevate sul corpo di Chiara e in casa hanno portato all’identità di undici persone.
Sulla parete della cantina compare anche un’impronta, attribuita al palmo della mano destra di Andrea Sempio, ma il reperto solleva molti dubbi, inoltre è ormai logoro e inservibile. Ad oggi, ci sarebbero otto tracce utili, a dirlo è la Procura di Pavia. Ma l’inchiesta segue anche altri binari, come lo scandalo a luci rosse che ha coinvolto un sacerdote del Santuario: Chiara aveva scoperto qualcosa che non doveva rivelare? E ancora, le sorelle Cappa potrebbero essere coinvolte nell’omicidio?