È di nuovo allarme alimentare e stavolta riguarda i crackers e salatini, ricchi di pesticidi e crillamide: quali sono i marchi sotto accusa
I richiami alimentari sono all’ordine del giorno, e scatta nuovamente l’allarme da parte del Ministero della Salute. Ultimamente se ne parla sempre più spesso perché ci sono stati numerosi casi in Italia e nel mondo. Uno degli episodi che ha sconvolto non poche persone è stato il caso dell’acqua Perrier per la presenza al suo interno di batteri fecali, c’è stato quindi un ritiro a livello globale.

In Italia, invece, ha fatto scalpore l’insalata di mare ritirata da sue discount molto noti per la presenza Listeria che superava i livelli consentiti dalla legge. Questi non sono stati casi isolati, anzi, ce ne sono stati anche altri, come il ritiro del noto gelato alla Nutella. Ed è per questo che bisogna fare sempre attenzione e restare aggiornati con gli avvisi del Ministero della Salute. L’ultimo episodio sta mettendo in allarme molte persone e riguarda i crackers di un noto marchio.
Crackers sotto accusa: pesticidi e acrilammide nei marchi più noti
Una recente indagine condotta in Svizzera dalla rivista K-Tipp ha sollevato parecchi dubbi: su dodici tipi di crackers analizzati, solo quattro hanno superato i controlli a pieni voti. E tra i bocciati ci sono nomi noti anche in Italia, come Tuc e Gran Pavesi.

Dall’analisi svizzera emerge un dato chiaro: i crackers integrali sono generalmente una scelta più sana. Contengono più fibre, meno grassi e, soprattutto, non presentano tracce di sostanze potenzialmente nocive. Al contrario, quelli realizzati con farina bianca spesso risultano più grassi e, in diversi casi, sono stati trovati con residui di pesticidi e acrilammide. Quest’ultima, lo ricordiamo, è una sostanza che si sviluppa durante la cottura ad alte temperature e che desta preoccupazione per i suoi possibili effetti sulla salute.
Tra tutti i prodotti testati, il più convincente è stato il “Bio Original Spelt” di Dar-Vida Naturaplan, che ha ottenuto il punteggio più alto. Merito dell’elevato contenuto di fibre, del basso apporto di grassi e dell’assenza di pesticidi. Purtroppo, non tutti i prodotti se la sono cavata così bene. In uno dei marchi più popolari è stato rilevato il valore più alto di acrilammide tra tutti i campioni. Anche sul fronte pesticidi, le sorprese non mancano: metà dei prodotti esaminati contenevano residui chimici, sebbene sempre entro i limiti consentiti.
Tuc e Gran Pavesi tra i peggiori
Il fanalino di coda è toccato ai crackers Tuc, penalizzati sia per l’alto contenuto di grassi, che per un livello significativo di acrilammide, pari a oltre la metà del limite massimo. Inoltre, sono state rilevate tracce di deltametrina, un pesticida che potrebbe interferire con l’equilibrio ormonale, e di piperonilbutossido, potenzialmente tossico per fegato e reni.
Anche i Gran Pavesi non brillano: pur avendo un livello contenuto di acrilammide, finiscono penultimi in classifica. Nei loro crackers è stato trovato pirimifosmetile, un pesticida che, a lungo andare, può danneggiare fegato e reni. E anche qui, il contenuto di fibre resta molto basso.