Amavo da impazzire il sushi, poi mi hanno spiegato quante volte mangiarlo per stare bene

Mangiare il sushi è diventata per molti un’abitudine con ricorrenza settimanale. Fa davvero bene al nostro organismo?

Il sushi ha conquistato popolarità nell’ultimo decennio, sostituendosi alla fama della cucina cinese e piazzandosi al primo posto nella lista dei preferiti di molti italiani. Ristoranti che propongono menù alla carta o all you can eat hanno aperto man mano in tutto il territorio nazionale e la cucina giapponese si è affermata tra le più gettonate.

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Sushi, i rischi che si corrono se lo si mangia una volta a settimana (Inran.it)

Raffinata e delicata, ha fatto innamorare dei suoi sapori equilibrati, rispondendo al bisogno delle persone di un cibo che rappresentasse uno status e che desse l’illusione di spendere poco per quantità illimitate di portate. Probabilmente spinto dalla strategia di marketing celata dietro le attività che propongono menù senza limiti, il sushi fa addirittura tremare le gambe ai gestori dei ristoranti italiani. Una percentuale più bassa di persone preferisce un menù giapponese alla carta pur spendendo cifre più alte e sperando in una qualità maggiore del pescato, ma sono veramente tante le persone che si riversano nei punti ristorativi che prevedono menù all you can eat. Quanto deve far preoccupare questa tendenza?

Ristoranti giapponesi, fa così bene mangiare sushi troppo di frequente?

Quando notiamo che la maggior parte dei ristoranti giapponesi che propongono menù a prezzo fisso organizzano il loro servizio in più turni, comprendiamo che c’è qualcosa di grande alla base di questo sistema. E’ pressoché impossibile oggi non trovare un ristorante dove mangiare il sushi, ovunque si vada.

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Sushi tutte le settimane, cose su cui bisogna riflettere (Inran.it)

Spesso e soprattutto nel weekend, per la cena si è costretti a scegliere se sedere al primo turno o al secondo turno: i ricambi di clienti e il susseguirsi di tavoli che si riempiono e vengono rioccupati nell’arco di poche ore genera un senso d’ammirazione e al contempo di preoccupazione. Situazioni simili sono piuttosto rare nei ristoranti italiani, i quali è evidente che non riescano a competere con la fama e i prezzi del sushi.

Tutta questa popolarità legata al cibo allettante e illimitato a costi ridicoli porta inevitabilmente a chiedere quanta sicurezza ci sia dietro ciò che mangiamo. Da una parte, affrontiamo il problema del caro vita e dell’aumento dei costi che spesso rende inaccessibile anche una pizza, dall’altra vediamo riempirsi ristoranti orientali perché propongono pasti a prezzi stracciati. La popolarità del sushi è stata quasi una conseguenza automatica di questa situazione generale piuttosto deleteria. Ma quanto ha realmente portato di buono il sushi? Cosa mettiamo nel nostro organismo quando ci abbandoniamo a questo piacere ogni settimana?

La sicurezza del sushi: occhio alla frequenza con la quale lo si mangia

Nonostante l’esperienza del sushi sia accattivante e illude di spendere cifre basse per ampi quantitativi di cibo, è importante limitarne la frequenza. La maggior parte delle persone può ritenere sicuro mangiarlo una o due volte a settimana, tuttavia alcuni dettagli possono fare la differenza. Ci sono aspetti da considerare inevitabilmente.

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Quali sono i rischi legati a un consumo frequente del sushi (Inran.it)

In primis, occorre ragionare su eventuali contaminanti quali mercurio e metalli pesanti contenuti nel cibo proposto. Pescato come tonno, pesce spada o sgombro reale possono contenerne in alti livelli. Ecco perché si consiglia di prediligere opzioni con contenuti più bassi come salmone, gamberi e granchio.

Non manca un alto rischio di contrarre batteri e parassiti che naturalmente popolano la carne cruda. Nonostante i ristoranti vengano sottoposti a rigide norme e protocolli di congelamento volti ad eliminarli, la certezza non è mai assoluta: è consigliabile alternare il cibo crudo a cene di sushi ma in versione cotta o vegetariana.

Sushi ogni settimana? Cosa mettiamo nel nostro organismo

Degno di considerazione è anche l’apporto calorico legato al sushi. Alcuni piatti più elaborati contengono maionese, pesce fritto o varie salse che rendono la pietanza meno salutare. E’ bene limitare le varianti complesse e prediligere quelle basiche come sashimi, nigiri o roll semplici e bilanciando anche con il cibo che mangiamo durante la settimana.

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