Dal 2026 scatterà il blocco dello stipendio o della pensione se si hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate. Ecco chi ne sarà soggetto e il l’importo minimo del debito.
La Legge di Bilancio riferita al 2025 ha introdotto una serie di misure per un maggiore contrasto all’evasione fiscale, tra queste c’è anche il blocco dello stipendio o della pensione per chi ha debiti non estinti con l’Agenzia delle Entrate. La misura sarà applicata a partire da gennaio 2026, ma non sarà applicata a tutte le categorie di lavoratori e pensionati: vediamo nel dettaglio chi ne è interessato e qual è la somma minima di debito.

Nel 2024 l’Agenzia delle Entrate ha riscosso 33,4 miliardi di euro grazie all’attività di contrasto all’evasione; si tratta di una tendenza in crescita degli ultimi quattro anni e un primato assoluto. A fronte di questo però, i dati accertati dimostrano che l’evasione fiscale nel nostro Paese è ancora molto alta, nel 2024 è stata di 72,3 miliardi di euro.
La lotta all’evasione è da sempre un punto di partenza per ogni governo, che prevede ed applica diverse misure di contrasto. Per quanto riguarda il governo Meloni, una delle ultime misure previste al momento scatterà nel 2026 quando, per i dipendenti statali, scatterà il blocco dello stipendio o pensione nel caso di somme a debito con il Fisco.
La misura per la verità era stata introdotta e quindi prevista già dalla Legge di Bilancio del 2025, ma l’attuazione è stata poi rimandata di un anno per permettere agli uffici competenti di adeguare i sistemi informatici e le piattaforme di controllo esistenti.
Blocco stipendio o pensione per debiti, come funziona la misura
In parole molto semplici, dal prossimo anno ogni qual volta lo Stato o un altro ente pubblico erogherà uno stipendio, pensione o altra indennità verrà effettuata una verifica. Se il beneficiario risulterà inadempiente con il Fisco, e supera le soglie fissate dalla legge, scatterà il blocco automatico. Non resta che chiedersi quali siano queste soglie di controllo, vediamole.

Intanto la prima discrimine è che la nuova misura sarà applicata (almeno per il momento) solo ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. Detto questo però, non tutti i dipendenti statali potranno rientrare in questi controlli; di fatto la nuova misura potrà essere applicata solo per chi ha debiti pari o superiori i 5mila euro e uno stipendio/pensione che sia superiore ai 2.500 euro al mese.
Nel momento in cui la P.A. verificherà se il dipendente o pensionato ha cartelle esattoriali pendenti di importo pari o superiore ai 5mila euro e il beneficio supera i 2.500 euro, si applicherà il blocco dello stesso; cioè una parte dello stipendio o della pensione saranno trattenuti e verrà effettuata comunicazione all’ente di riscossione.
Restano esclusi, quindi, quei beneficiari che pur avendo debiti pari o più di 5.000 euro con il Fisco percepiscono uno stipendio o pensione al di sotto della soglia minima. Secondo le stime, la misura dovrebbe interessare circa 250mila contribuenti tra dipendenti e pensionati e portare ad un recupero di circa 36milioni di euro solo nel 2026.