Esplosione a Castel d’Azzano, chi sono i tre fratelli fermati dalle forze dell’ordine: i precedenti, le molotov e cosa c’entra il mutuo.
Castel d’Azzano è un tranquillo comune dell’entroterra, o almeno lo era fino alla notte del 14 ottobre, notte nella quale si è trasformato in un teatro di tragedia.

Tre fratelli hanno messo in atto un gesto estremo e a rimetterci la vita, tre agenti delle forze dell’ordine che stavano solo svolgendo il loro lavoro. F., D. e M. Ramponi, erano già conosciuti alle autorità. Da anni infatti vivevano in un casolare agricolo su cui pendeva un’ipoteca e la loro storia con la giustizia, ha avuto inizio molto tempo prima dell’esplosione.
I tre fratelli arrestati dalle forze dell’ordine: l’esplosione
Era il 2024 quando erano riusciti a bloccare due tentativi di sgombero, utilizzando già all’epoca gas e minacce di farsi esplodere. In un’occasione, uno dei tre si era perfino cosparso di benzina. Dopo l’intervento al momento dei fatti, delle forze dell’ordine, sembrava che tutto fosse tornato alla “normalità”. Ma evidentemente non era così.
I tre fratelli sostenevano di essere stati vittime di una truffa bancaria, aver firmato dei documenti mai trovati, e che su altri atti le loro firme fossero state falsificate. Il mutuo in questione risaliva al 2014, e per dieci anni su suddetto mutuo si era costruita una battaglia legale.

Per i tre fratelli non era solo una questione giuridica, ma la casa rappresentava l’unica cosa che restava della famiglia in rovina. Ma come si è arrivati all’esplosione nella notte?
Qualche tempo fa erano state segnalate bottiglie molotov posizionate in bella vista, e le autorità avevano pianificato non uno sgombero ma una perquisizione. Il procuratore R.T. aveva deciso di agire. Quando le forze speciali hanno raggiunto l’abitazione, la situazione è precipitata nel giro di pochi minuti. L’odore di gas era troppo forte per essere casuale e quando la porta è stata aperta, l’esplosione violentissima ha scosso il quartiere. La casa è andata in fiamme, tre carabinieri sono morti sul colpo e altri tredici uomini tra poliziotti e vigli del fuoco sono rimasti feriti.
Due dei fratelli sono sopravvissuti, ma con gravi ustioni e sono stati ricoverati in ospedale, uno ha tentato la fuga per essere poi arrestato dopo poche ore. Il procuratore T. è chiaro: “È un omicidio premeditato, e forse anche una strage”. Le bodycam degli agenti hanno ripreso tutto, compreso l’inconfondibile suono del rilascio del gas.
I mesi prima dell’esplosione
Chi indaga sulla vicenda è certo che l’esplosione sia a seguito di un gesto lucido e studiato da persone convinte di non avere più nulla da perdere. Il comandante dei carabinieri di Verona lo definisce come “un atto di pura follia“.
Tanta la rabbia che evidentemente si cela dietro il gesto dei fratelli. Per mesi infatti si erano barricati in casa, convinti che la giustizia non avesse ascoltato la loro versione.
Quella casa che si è tentato si salvare, oggi non c’è più e a pagarne il prezzo le tre vittime, le loro famiglie e colleghi.