Il mondo del lavoro italiano si prepara a una svolta che riguarderà molte famiglie italiane: scopriamo le novità della 104 e 106.
Per chi affronta nella vita di tutti i giorni disabilità, malattie o condizioni invalidati in arrivo una grande novità. Dal 2026, i diritti dei lavoratori cambieranno drasticamente grazie alla Legge 106.

La Legge 106, “camminerà” di pari passo con la Legge 104 (del 1992) senza prendere il suo posto ma aggiornandola in base ai bisogni che detta l’epoca nella quale stiamo vivendo. Ma capiamo meglio nel dettaglio.
Legge 104, cosa aggiungerà la Legge 106
La Legge 106, introdurrà delle garanzie per i lavoratori di potersi prendere cura di sé stessi e dei propri familiari basandosi sul semplice dato dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle malattie croniche. Si potrà dunque avere più ore di permesso, congedi prolungati e per la prima volta inclusi anche i lavoratori autonomi.

Dunque dal 1 gennaio 2026 le nuove disposizioni saranno operative e la novità che si respira è soprattutto per l’importanza che si darà al “concetto di cura”. Non un privilegio concesso, ma un diritto che con l’anno nuovo riguarderà una platea più ampia.
Ma cosa cambierà in concreto?
Tra i punti fondamentali della nuova legge quello che riguarda i permessi retribuiti. Per chi soffre di patologie oncologiche o croniche, chi vive con una disabilità riconosciuta o anche per chi assiste un familiare (con una percentuale di invalidità superiore o pari al 74%), ci saranno dieci ore aggiuntive all’anno per terapie, visite mediche o accertamenti. E queste ore non andranno a sostituire i 3 giorni previsti con la 104, ma andranno ad aggiungersi.
Importante novità riguarda il congedo che potrà essere esteso fino ai due anni, che potranno essere sia continuativi che frazionati. Il posto del lavoro sarà conservato, ma non si riceverà retribuzione. Questo punto però fa sorgere un quesito importante: si protegge sì il diritto all’assistenza e alla cura, ma se non si riceve lo stipendio come potranno essere sostenuti economicamente?
I sindacati infatti la definiscono una tutela a metà, il posto di lavoro è salvo ma il reddito decisamente no. E il bivio che si presenta resta comunque non giusto: curarsi o lavorare? Perchè le due cose non possono convivere?

La 106 introduce anche nuove priorità nell’accesso al lavoro agile. Chi usufruisce del congedo potrà accedere con precedenza allo smart working, se le mansioni lo consentono. Una scelta di buon senso che vuole trasformare il lavoro flessibile in strumento di inclusione e non solo di comodità, spingendo le aziende verso una cultura più umana e attenta alla fragilità.
Tra gli aspetti più innovativi della Legge 106 è l’estensione delle tutele anche a professionisti e partite IVA. Per la prima volta, i lavoratori autonomi con patologie oncologiche o invalidanti potranno sospendere l’attività per un massimo di 300 giorni l’anno, mantenendo la posizione previdenziale attiva. È un riconoscimento atteso da anni, che allarga la sfera del diritto alla cura oltre i confini del lavoro dipendente.





