Quando si acquista il sale al supermercato si va un po’ in automatico, senza conoscere delle informazioni base che i supermercati stessi a volte si rifiutano di dare.
Sembra un acquisto banale, perchè una scelta che facciamo quasi in automatico. A differenza di altri generi alimentari, quando si tratta del sale ci dirigiamo allo scaffale dove sappiamo di trovarlo, riconosciamo la confezione più familiare e senza leggere le informazioni lo buttiamo nel carrello e passiamo al prossimo acquisto.

Un gesto naturale, scontato che non abbiamo mai pensato né immaginato quanto in realtà possa essere sbagliato e un pericolo per la nostra salute. Sono molti i dettagli sia inerenti all’aspetto alimentare che legale che sicuramente non si conoscono sul sale. Ecco tutto quello che dovresti sapere e che i supermercati, purtroppo, troppo spesso omettono.
Quale sale scegli al supermercato? La scelta fa la differenza
La scelta che facciamo spesso al supermercato nasconde delle precise direttive sia a livello normativo che per la salute pubblica. Riguarda la funzione della tiroide, lo sviluppo corretto e più sano possibile per i più piccoli e anche l’aspetto legislativo che stabilisce degli obblighi ben precisi per i rivenditori.

Alla base del consumo del sale e dunque della sua vendita, c’è un concetto base: bisogna consumare una quantità moderata di sale e che soprattutto questo sia arricchito di iodio. Addentriamoci nella parte “più tecnica” per un momento e spiegare il principio della profilassi iodica. Questa, detta iodoprofilassi, serve per garantire alla popolazione il minerale essenziale che però spesso è mancante nella dieta, ovvero lo iodio. Nella quotidianità alimentare degli italiani, l’apporto di iodio non è sempre sufficiente. La scelta dunque giusta del sale che acquistiamo al supermercato, può decisamente fare la differenza per la nostra salute.
Sale, le leggi che ne regolano la vendita
E’ il 2005 quando viene promulgata la Legge 21 marzo 2005 n.55, che regolarizza in modo chiaro l’utilizzo e la vendita del sale alimentare arricchito di iodio ai fini della salute pubblica. Questa legge, indica che i punti vendita devono garantire la disponibilità sia di sale iodato che di sale “comune”. Di quest’ultima tipologia nello specifico, solo su richiesta espressa del consumatore. Grazie a questa legge, dagli studi condotti dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), si è notato l’aumento della vendita di sale iodato di circa il doppio rispetto a prima che fosse emanata.
Altro passaggio fondamentale è che nei punti vendita nei quali viene venduto il sale, deve essere affissa una locandina informativa (predisposta dal Ministero della Salute) che spiega nel dettaglio i benefici della scelta del sale iodato.
Ma sugli scaffali, nonostante la legge che ne detta le linee guida, si continua a trovare il sale “comune” accanto a quello iodato e spesso addirittura al suo posto. Non ci sono distinzioni né informative al riguardo. Questo implica che molte persone acquistano il sale basandosi semplicemente sull’abitudine o sul costo più conveniente, senza conoscere probabilmente la vera differenza.

Inoltre, il vero problema nei supermercati sta nella scelta di utilizzare il sale “comune”, per promozioni a basso costo inserendo prezzi molto ridotti rispetto a quello che sarebbe la scelta giusta da fare. Una differenza di costo che si aggira (al chilo) intorno ai 15-20 centesimi, un importo irrisorio, ma che quando ci si ritrova davanti gli scaffali del supermercato ci fa probabilmente prendere la decisione sbagliata.
Sale iodato o no, cosa cambia per la nostra salute
Sostituire il sale normale con sale iodato rappresenta una strategia semplice ed economica per aumentare la quantità di iodio assunta, senza modificare abitudini alimentari o sapore degli alimenti. È importante precisare che il sale iodato non ha diverso sapore rispetto a quello comune: il sapore resta identico, il contenuto di iodio però fa la differenza.
Ma quali effetti ci sono sulla nostra salute se si ha una carenza di iodio? La carenza di iodio può portare a un ingrossamento della tiroide, disturbi più gravi come ipotiroidismo, malfunzionamenti tiroidei generali, nelle donne incinte può provocare problemi allo sviluppo del sistema nervoso del feto (danno che può presentarsi anche nei bambini).





